IL VELO DELLA SPOSA è rosa….
E’ una sposa insolita quella festeggiata nel tardo pomeriggio di giovedì 1° Maggio all’Arena del Sole. Perché non c’era lo sposo. Un suo grande ritratto era posto sul palco di quello che viene usato come teatro da giovani sangiulianesi. In mezzo a due belle sedie, un tavolino e dei fiori.
La sala è addobbata con palloncini colorati. Da dietro il sipario arriva una musica orientale.
Bambini corrono e giocano. Belle ragazze in lunghi abiti di pizzo e velo in testa, ballano la musica tipica della danza del ventre. Donne senza età si salutano con affetto, come non si vedessero da tempo, e si uniscono ai balli, facendo un “trenino”.
Tavole imbandite con alcuni cibi a noi poco consueti, e altri con tante, tantissime torte. Altri con bevande, rigorosamente non alcoliche.
E’ tutto in onore di Tasnim, una bella ragazza egiziana in Italia per studiare: la sposa.
Arriva accompagnata dal padre. Che se ne va subito via. Veste un bell’abito con velo verde e un velo rosa in testa..
La festa è stata organizzata, a sua insaputa, dalla comunità islamica che gravita intorno all’Associazione araba Sabil.
Ed è la prima volta che succede in Città. Le partecipanti sono tutte donne, le amiche, le mamme delle amiche, i loro bambini, l’insegnante, il medico (donna).
Qualche giovanotto, ma fuori. Come vuole la loro tradizione, no uomini.
Lo sposo è in Egitto. Verrà quando avrà fatto i documenti. Hanno già firmato il “contratto di matrimonio” davanti al notaio.
Ma “Marito e Moglie” lo saranno solamente quando andranno a vivere insieme. Tra un anno circa. Quando ci sarà, ma non è obbligatorio, una festa comune.
Fino ad allora potranno sì incontrarsi, ma non da soli.
(Ricordi personali di bambina, in meridione: era quasi uguale, dalla festa di fidanzamento al matrimonio in Chiesa, i fidanzati si incontravano solo in presenza di un parente prossimo.
Non secoli fa, giusto 40 anni. Un’eternità…). Chissà se fra 40 anni saranno cambiate anche le loro tradizioni. Chissà se tra 40 anni una ragazza musulmana potrà sposare un non-musulmano.
Chissà cosa pensano di questo argomento queste belle adolescenti che festeggiano l’amica, ma vivono la quotidianità occidentale, con le sue libertà di vita; o le loro mamme, coscienti che vivere lontano dalla loro terra “custode sicura” delle tradizioni, possa far vacillare, anche solo col pensiero, questi usi e costumi.
Intanto ringrazio Muntaha Washeh, che mi ha dato questa opportunità di partecipare alla Festa.
E ancora… Best Wishes for a Long and Happy Wedding, Tasnim and Ahmed…… Redazione Recsando – Angela Vitanza