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25 Aprile 2023
25 Aprile 2023: N>O>I avevamo pensato di leggere questi articoli della Costituzione Italiana, e non solo, durante la giornata della Resistenza.
Per rendere la giornata del 25 Aprile, non solo un momento istituzionale, ma anche partecipativo e di riflessione su un giorno così importante per la nostra storia, Vi proponiamo la lettura di alcuni articoli della Costituzione Italiana, molto attuali.
Per noi il 25 Aprile è la Resistenza di tutti i popoli che stanno lottando contro le guerre, le oppressioni, le dittature. Vi proponiamo la visione del film Persepolis a sostegno della lotta delle donne iraniane, e simbolicamente sventoliamo la bandiera Ucraina contro tutte le guerre in corso, per un mondo di pace.
Occorre essere uniti e resistere per fermare la repressione nel mondo
Vi invitiamo alla lettura di alcuni articoli della Costituzione, per rendere questa giornata diversa, scelti da N>O>I per far riflettere sull’importanza della Resistenza, per sensibilizzare i cittadini su quanto ancora oggi sia importante resistere per contrastare e fermare la repressione nel mondo. La nostra attenzione è anche rivolta alla resistenza delle donne iraniane, uccise, decapitate perché non vogliono più portare il velo. Oltre a questo simbolicamente sventoliamo la bandiera Ucraina contro tutte le guerre in corso, per un mondo di pace.
Consapevoli e convinti che questo nostro messaggio è importante, abbiamo pensato di lanciarlo nel web, affinché non sia solo un “momento”, ma che sia duraturo e a disposizione di tutti nei nostri archivi della Rete Civica.
i 5 articoli della Costuzione Italiana che abbiamo scelto per questo 25 Aprile 2023 ( di grande attualità )
Gli articoli della Costituzione Italiana che abbiamo scelto, sono di grande attualità e vorremmo che tutti noi, anche i nostri politici li rispettassero, ogni giorno.
Articolo 3
Articolo 6
Articolo 9
Articolo 41
Articolo 138
Persepolis - Dalla parte della Resistenza del popolo iraniano
Per sensibilizzare i cittadini sulla resistenza del popolo iraniano, avevamo indicato di proiettare il film “Persepolis”, ma a molti sembrava fuori luogo proporlo in questo contesto.
Persepolis era il nome dell’antica capitale della Persia, costruita nel VI secolo a.C. dal re Dario I e, in seguito, saccheggiata e distrutta da Alessandro Magno: il ricordo di un antico splendore, ormai perduto. Ma Persepolis è il racconto di una città, quella di Teheran, della sua storia di rivoluzioni e guerre viste attraverso gli occhi di Marjane Satrapi (Chiara Mastroianni), dall’età di 9 anni fino ai 22. E, soprattutto, è il racconto della sua crescita, del suo viaggio alla scoperta di sé stessa e di un posto nel mondo.
Un film universale e più attuale che mai.
L’imposizione del velo alle donne, i divieti di consumo dell’alcool, di possedere musica, indumenti o libri della cultura occidentale: in Persepolis Marjane li narra con chiarezza e sorprendente ironia. Ascolta la musica degli Iron Maiden, indossa Nike e giubbini di jeans stracciati e la sua famiglia la supporta. Sia i suoi genitori che la nonna sono moderni e progressisti. Partecipano a riunioni socialiste e rivoluzionarie, hanno contatti con falsari e cercano se possono di aiutare chi è in difficoltà. Attraverso loro, Marjane ci introduce in un ambiente iraniano colto e al passo con i tempi, sdoganando l’idea tutta occidentale e della propaganda statunitense che il Medioriente sia bigotto e impregnato di fanatismo religioso e terrorismo.
Scrivere Persepolis e poi trasporlo al cinema è stato un atto di riappropriazione, da parte di Marjane Satrapi, della narrazione di una storia che, per anni, è stata sempre raccontata da altri. Ridiventare protagonisti della storia del proprio popolo e cambiare la visione di un paese è stato, dunque, un atto rivoluzionario. E per la sua bellezza e importanza, Persepolis è stato premiato al Festival di Cannes con il Premio della Giuria, ha ricevuto la nomination agli Academy Awards per l’Oscar come miglior film straniero e parimenti all’edizione del 2008 dei Golden Globe.
Oggi, Marjane Satrapi è una voce importante nel panorama del confronto tra Oriente e Occidente e per i movimenti femministi attuali e Persepolis è, probabilmente, la sua creazione più autentica e straordinaria.
In questi giorni in Iran
Nessun uomo è un’isola, diceva il poeta.
Ma altresì nessuna Democrazia è un’isola, aggiungiamo noi.
Quale valore etico e umano ha il crogiolarsi nel vivere in un luogo bello e sicuro, se un mio / nostro fratello viene messo a morte e poi impiccato usando una gru in piazza solo e soltanto perché ha urlato a gran voce e lottato alacremente per un qualcosa che a noi appare scontato e gratuito, vale a dire il proprio diritto alla Libertà ?
Iran, l’ultima volontà di Majidreza Rahnavard: “Non leggete il Corano, suonate musica”
In un video virale sui social si vede il 23enne, bendato, che annuncia il suo ultimo desiderio prima di essere impiccato: “Non voglio che la gente pianga sulla mia tomba”.
Mahsa Amini, conosciuta anche come Zina o Jîna Emînî (in persiano مهسا امینی; Saqqez, 22 luglio 2000 – Teheran, 16 settembre 2022), fu arrestata a Teheran Il 13 settembre 2022 dalla polizia religiosa, dove si trovava con la sua famiglia per fare acquisti, a causa della mancata osservanza della legge sull’obbligo del velo, in vigore dal 1981, poi modificata nel 1983 per tutte le donne nel Paese, sia straniere, sia residenti. Dopo essere stata arrestata per aver indossato l’hijab in modo sbagliato (forse considerato troppo allentato) e condotta presso una stazione di polizia, la giovane è in seguito deceduta in circostanze sospette il 16 settembre, dopo tre giorni di coma, suscitando l’indignazione dell’opinione pubblica.
La ragazza presentava ferite riconducibili a un pestaggio, nonostante le dichiarazioni della polizia affermassero che era deceduta a seguito di un infarto. Testimoni oculari affermarono che era stata picchiata e che aveva battuto la testa. L’incidente avrebbe causato un’emorragia cerebrale. La morte di Mahsa Amini, secondo alcune fonti, sarebbe diventata un simbolo di violenza contro le donne sotto la Repubblica islamica dell’Iran. Il presidente Ebrahim Raisi ha chiesto al ministro dell’Interno Ahmad Vahidi di aprire un’indagine sull’accaduto.
I 2 esempi terribili sopra riportati ci indicano che la rivoluzione iraniana in atto è la rivoluzione fatta dai giovani e soprattutto per la prima volta nella storia dalle donne.
L’Iran è uno dei Paesi che fra i primi ha avuto donne ministro. Le donne hanno sempre svolto le più varie professioni prima dell’arrivo del regime teocratico ma la cosa che mi ha sempre stupito molto è che tutto questo ai più è sconosciuto. Come possiamo accettare lapidazioni, i matrimoni a 9 anni, decapitazioni? Se tout court la cultura iraniana viene identificata con quelle pagine nere, allora dovremmo dire che la cultura europea è il fascismo e il nazismo, che quella statunitense si identifica interamente con il genocidio degli indiani e lo schiavismo. Ogni cultura ha qualcosa di cui vergognarsi. Ogni cultura ha il diritto di cambiare.
25 Aprile per l'Italia, per l'Ucraina per l'Iran, per resistere sempre.
Oltre alla nostra bandiera, la bandiera del popolo ucraino, coinvolto in una guerra che dura ormai da oltre un anno, che sta indebolendo l’Europa, che sta distruggendo il Pianeta, che sta uccidendo innocenti, la bandiera del popolo iraniano in rivolta contro le imposizioni del regime.
N>O>I per essere portatori di una nuova Resistenza che oltrepassi le frontiere, assuma carattere internazionale, travolga le barriere.
Il nostro messaggio rivoluzionario
Un 25 aprile che per N>O>I sia il ricordo di quanto accadde 78 anni fa in vari paesi di Europa, e riuscì a sconfiggere il nazifascismo, deve essere di stimolo per vedere di quale Resistenza c’è urgente bisogno oggi, in un mondo in cui continuano guerre ed oppressioni, aumentano le diseguaglianze, si susseguono episodi di disumanità, si continua imperterriti a consumare suolo e impoverire il Pianeta a scapito di tutti e a vantaggio di pochi.
N>O>I per essere portatori di una Resistenza che oltrepassi le frontiere, assuma carattere internazionale, travolga le barriere, con un impegno rinnovato, a livello culturale, per far diventare egemoni queste idee nella società, oggi pervasa da un pensiero comune che esalta l’individualismo e il privato. Una Resistenza che dia una scossa ai nostri politici, anche locali, affinché siamo portatori di nuove pratiche di futuro, attenti ai bisogni dei cittadini e non al servizio dei cementificatori. Resistenza, perché ci vuole coraggio a portare avanti cambi di rotta, dare segnali concreti e compiere scelte responsabili, per contrastare i cambiamenti climatici, ritornare a essere indipendenti per la produzione di cibo e di energia.
Staff N>O>I
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