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Massive Attack e il Concerto a Impatto Zero: Un Modello per il Futuro della Musica e dell’Ambiente
La scena musicale globale ha vissuto un momento storico con il concerto “Act 1.5” dei Massive Attack, tenutosi a Bristol il 25 agosto 2024. Non è stato solo un evento musicale di straordinaria qualità, ma un autentico manifesto ecologico. La band britannica, da sempre in prima linea per il progresso sociale e ambientale, ha dimostrato che è possibile combinare l’arte con una consapevolezza profonda delle sfide climatiche che il nostro pianeta affronta.
Questo concerto, definito il più green di sempre, è stato ideato come un potente acceleratore di azioni per il clima. I Massive Attack hanno voluto dare un segnale chiaro: non basta più parlare di crisi climatica, è necessario agire, e farlo subito. Il messaggio è chiaro: il riscaldamento globale va mantenuto entro l’obiettivo critico di 1,5 gradi Celsius, come stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015. Ogni evento, ogni azione conta.
Un Concerto 100% Green
La sostenibilità è stata al centro di ogni aspetto dell’evento. Alimentato interamente da energia rinnovabile, “Act 1.5” ha eliminato ogni traccia di dipendenza dai combustibili fossili. Gli spettatori, 34.000 in totale, sono stati incoraggiati a raggiungere l’evento a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, evitando l’uso delle automobili. Non solo: il trasporto delle attrezzature è stato ridotto al minimo, con la band che si è spostata prevalentemente in treno, riducendo i camion utilizzati da sei a soli due rispetto ai tour precedenti.
Il cibo, interamente vegano e a chilometro zero, ha rappresentato un ulteriore tassello della filosofia green adottata dalla band. Anche i bagni compostabili sono stati un elemento distintivo di un evento che non ha lasciato nulla al caso. La vera eredità dell’evento, però, è il nuovo bosco di 19.000 querce piantato a 40 miglia dal luogo del concerto, un simbolo tangibile dell’impegno per un futuro sostenibile.
Il Richiamo all’Industria Musicale
Robert Del Naja, leader dei Massive Attack, ha lanciato un messaggio chiaro all’industria musicale: non si sta facendo abbastanza per contrastare il cambiamento climatico. La band ha dimostrato che è possibile organizzare eventi su larga scala senza danneggiare l’ambiente, e ora spetta agli altri artisti e promoter seguire questo esempio. L’invito è a ripensare completamente la logistica dei tour, a ridurre drasticamente le emissioni e a considerare l’impatto ecologico di ogni decisione.
Un Modello da Replicare: L’Italia Può Fare di Più
L’esempio dei Massive Attack dovrebbe ispirare artisti e promotori anche in Italia, dove eventi simili possono diventare un modello di sostenibilità. Tuttavia, affinché questo diventi realtà, è necessario un impegno collettivo che includa non solo il settore musicale, ma anche le istituzioni.
Un passo fondamentale sarebbe l’ampliamento dei mezzi pubblici, soprattutto in orari notturni, per consentire un accesso più agevole e sostenibile ai concerti e agli eventi. Attualmente, molte città italiane soffrono di una rete di trasporti pubblici limitata nelle ore serali, costringendo le persone a usare mezzi privati, aumentando così l’impronta di carbonio.
L’adozione di pratiche come quelle dei Massive Attack potrebbe non solo ridurre l’impatto ambientale degli eventi, ma anche sensibilizzare il pubblico e creare una cultura della sostenibilità diffusa. L’Italia, con la sua ricca tradizione musicale e la crescente consapevolezza ambientale, ha tutte le carte in regola per diventare un leader in questo cambiamento.
Un chiaro segnale
Il concerto “Act 1.5” non è stato solo un evento straordinario per la musica, ma un chiaro segnale di come si possa agire per il bene del pianeta. I Massive Attack hanno mostrato che un futuro sostenibile è possibile, anche nel mondo dello spettacolo. Ora è il momento che altri artisti e operatori del settore raccolgano il testimone e contribuiscano a creare un mondo in cui la cultura e l’ambiente possano coesistere in armonia. L’impegno di tutti è fondamentale per garantire un futuro in cui l’arte possa continuare a fiorire senza compromettere il nostro pianeta.
Fabrizio Cremonesi – N>O>I – dipartimento RadioCodaRitorta
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