Il WWF Martesana Sud Milano vuole esprimere la propria posizione in merito agli ultimi articoli apparsi sulla stampa, a proposito della problematica relativa alla de semaforizzazione lungo la Paullese in San Donato Milanese in corrispondenza dell’attuale Via Gela e dell’oasi WWF di Levadina. Pur non criticando la volontà di risolvere un nodo decisamente critico per la viabilità, riteniamo sia molto importante puntualizzare che un eventuale progetto dovrebbe tener conto del territorio circostante e dell’oasi stessa.

A C : Pur intuendo una certa attenzione all’impatto che alcune soluzioni avrebbero sul territorio circostante e sull’area naturalistica, ci sembra di leggere dall’ultimo articolo de il Cittadino del 25 ottobre scorso, che si sia tornati a proporre  Il progetto di nove ( o più)  anni fa e la cosa dal punto di vista dell’oasi Levadina è alquanto preoccupante : infatti il progetto di sovrappasso e due rotatorie proposto da città metropolitana poco meno di dieci anni fa prevedeva infatti la distruzione di una significativa fetta dell’oasi, tra l’altro La rotatoria a nord corrisponderebbe esattamente con l’attuale ingresso all’oasi. Per scongiurare questo evento il WWF Sud Milano presentò una soluzione alternativa che garantiva la sostanziale tutela dell’ambiente naturale e, al contempo, la risoluzione delle problematiche viabilistiche.

Ovviamente ora la nostra associazione, gestore dell’area naturalistica Levadina ed essendo tornato di attualità questo progetto, avrebbe bisogno di visionare i progetti che stanno per essere presentate da città metropolitana e farà a breve una richiesta di accesso agli atti

 A supporto della nostra preoccupazione facciamo presente che, ancora una volta i comuni di San Donato Milanese e Peschiera Borromeo (e più a valle, Melegnano) hanno potuto constatare con i propri occhi l’importanza di avere aree naturali a ridosso del Lambro.

La citata Levadina (14 ettari) e le aree delle cosiddette “anse del fiume Lambro”, situata vicina a Mondo Gatto, più la speculare area in territorio di Peschiera (dove, tra l’altro, sono presenti ben tre pioppi con caratteristiche monumentali), hanno svolto appieno la loro funzione di mitigazione del rischio idraulico.

 In quest’ultimo anno il fiume ha esondato in Levadina diverse volte e durante l’ultimo intenso evento meteorico, infatti, la presenza di queste aree, paragonabili a casse di espansione naturali, ha permesso al fiume di espandersi senza fare danni, l’acqua ha infatti allagato i boschi e le zone umide senza assumere velocità ed irruenza tipica dei corsi d’acqua imprigionati tra manufatti e argini troppo stretti. Come associazione attenta al territorio ci sentiamo di rimarcare questa condizione perché ancora troppo spesso i fiumi vengono visti come un “manufatto idraulico” da utilizzare per scaricare reflui, per irrigare, dimenticando che un fiume ha bisogno di spazio per svolgere appieno le sue funzioni di importante e insostituibile elemento naturale del panorama della nostra pianura. La scienza ma anche la percezione quotidiana di ognuno di noi, dicono che i fenomeni metereologici stanno diventando sempre più intensi e pericolosi. Riteniamo pertanto assolutamente fondamentale concentrarsi sulle necessarie attività di adattamento e mitigazione atte a fronteggiare gli effetti della crisi climatica e ridurre la superficie di un’area così importante ovviamente andrebbe a ridurre non solo la biodiversità dell’area ma anche l’efficacia anche l’efficacia di questa azione idraulica indicata sopra. A seguire alcune foto dell’ultima esondazione

 Chiediamo quindi che la riqualificazione della Paullese non avvenga a danno del fiume Lambro.