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Marco Mattei – Age of Fragility: il suono di un’umanità che cade e si rialza
Age Of Fragility

Age of Fragility è molto più di un album: è un vero specchio della nostra epoca. Marco Mattei firma un’opera audace e senza compromessi, una fusione sorprendente di worldbeat, progressive rock e art rock, che si radica nel solco dei grandi maestri (Peter Gabriel, Pink Floyd, Radiohead, Paul Simon, King Crimson) ma traccia una via del tutto personale.
Registrato a giugno 2024 nei leggendari Dreamland Studios di Woodstock (NY), questo concept album affronta il tema della fragilità — individuale, sociale, emotiva — con una lucidità che non fa sconti e con un’emozione mai banale. Mattei si affida a un ensemble stellare: Tony Levin (basso), Jerry Marotta (batteria), Trey Gunn (Warr guitar), Jennifer Maidman, Duilio Galioto e altri musicisti di caratura internazionale, che danno corpo a queste storie di isolamento, autodistruzione, dipendenza emotiva e desiderio di riscatto. L’album sarà disponibile dal 16 Maggio 2025
"Just Tired" - anteprima del nuovo album
Ogni brano è una tessera di un mosaico che parla chiaro
“Just Tired” apre il disco con la confessione disillusa di un’anima spossata, non tanto dalla fatica fisica quanto dall’erosione silenziosa delle emozioni. “Tired of people, tired of the earth”: in poche frasi, Mattei (con la voce intensa di Dave Bond) cattura il disagio sordo di un’epoca svuotata di senso.
Segue “You Don’t Deserve It”, un pezzo tagliente che inchioda il bisogno autodistruttivo dell’uomo di sabotare la propria felicità. L’amara constatazione che “deep inside you know you don’t deserve it” è uno dei versi chiave dell’intero lavoro.
“Human Again” riporta un barlume di redenzione: la capacità di sentirsi vivi proprio quando si smette di fuggire dal dolore. Malena Ramonet, con la sua interpretazione vibrante, riesce a rendere palpabile questa fragile riconquista.
Poi arriva “Wrong”, che ritrae l’amore come dipendenza assoluta, nella voce struggente di Tino Boley: un bisogno viscerale che tradisce il proprio nome, perché nulla che riduca a “niente senza l’altro” può essere giusto.
“Insomnia” e “A Trick of the Mind” sono immersioni nell’insonnia mentale, nel circolo vizioso dell’ansia moderna: testi scarni ma taglienti, su tappeti sonori densi e inesorabili, arricchiti da strumenti come la Warr Guitar di Trey Gunn e il violino di Peter Voronov.
“Watermark in My Heart” dipinge il trauma relazionale con una poetica quasi minimale: parole che cadono “come pioggia”, lasciando cicatrici invisibili. Jennifer Maidman e Joe Edelmann donano voci cariche di grazia e disperazione.
La suite finale si apre con “So Fragile”, un brano che fonde malinconia e lucidità: “Fairly easy to understand, not as much to change”. Per cambiare davvero serve molto più di una consapevolezza amara.
End of the Line chiude idealmente il viaggio con una riflessione disillusa ma non priva di speranza: la consapevolezza che spesso siamo noi stessi a sabotarci, mentre la felicità potrebbe essere una condizione semplice, istintiva, naturale.
In realtà non è cosi, Age of Fragility si chiude con una extended version di Just Tired, quasi a sottolineare che la fine e l’inizio si rincorrono, si sovrappongono e si alimentano a vicenda. Un modo elegante e profondamente significativo per ribadire che in questo concept album ogni cosa ha una conclusione ma anche un nuovo inizio, in un ciclo continuo che riflette la fragilità – e la resilienza – dell’esperienza umana.
Age of Fragility è un disco che scuote e consola allo stesso tempo
Marco Mattei riesce a mettere in musica l’inquietudine contemporanea senza mai cadere nel cinismo, preferendo il racconto sincero alla lamentazione sterile. Gli arrangiamenti raffinati — tra bouzouki, mellotron, memory moog, chitarre acustiche e loop ipnotici — confermano una produzione di altissimo livello, capace di attraversare stili diversi senza mai perdere coerenza narrativa.
Chi cerca musica da sottofondo resterà spiazzato. Age of Fragility pretende ascolto e restituisce emozione. In un’epoca dove la fragilità è vista come debolezza, questo album ha il coraggio di cantarla come forza.
Un’opera necessaria.

Crediti
Marco Mattei: Chitarre elettriche e acustiche, Loop di chitarra, Bouzouki, Cori, Percussioni aggiuntive, Tastiere, Celesta, Campioni e Programmazione
Duilio Galioto: Pianoforte, Wurlitzer, Rhodes Mk1, Hammond B3, Mellotron e Memory Moog, Organo Lowrey, Vox Continental, Farfisa Compact Deluxe
Tony Levin: Contrabbasso e Basso
Jerry Marotta: Batteria e Percussioni
Trey Gunn: Warr Guitar (5)
Peter Voronov: Violino (6)
María Betania Hernández: Violoncello, Viola e Violino (7, 8)
Michele Boni: Cavaquinho (9)
Katrin Romanova: Arpa (9)
Voce: Dave Bond (1), Fabio Trentini (2, 9), Malena Ramonet (3), Tino Boley (4), Jeff Kightly (6, 8), Joe Edelmann (7), Jennifer Maidman (5)
Tutti i brani sono stati scritti da Marco Mattei, tranne “So Fragile” di Marco Mattei e Duilio Galioto.
Registrato ai Dreamland Studios di Woodstock (NY) nel giugno 2024.
Ingegnere del suono: Ariel Shafir
Altre registrazioni in diversi angoli del mondo, tra cui Italia, Paesi Bassi, Inghilterra, Turchia, Ucraina, Argentina, Brasile e Stati Uniti.
Artwork di Bernhard Wösteinrich, elaborata per la versione italiana da OndemediE
Mixato, masterizzato e prodotto da Marco Mattei
I testi sono disponibili al link: https://marcomattei.art/lyrics/
Tracklist
- 01 Just Tired 07:52
- 02 You don’t deserve it 03:39
- 03 Human Again 03:42
- 04 Wrong 03:29
- 05 Insomnia 05:25
- 06 A trick of the mind 04:49
- 07 Watermark in my Heart 03:05
- 08 So Fragile 04:22
- 09 End of the line 06:01
- 10 Just Tired (Extended Version) 11:09
In uscita il 16/05/2025, Realizzato da Vannuccio Zanella per M.P. & Records. Edizioni Musicali Micio Poldo distribuzione G.T. MUSIC DISTRIBUTION. M.P. & Records e’ un marchio della G.T. Music Distribution di Antonino Destra – Via Municipio, 5 – 35019 TOMBOLO (Padova) – Tel. 049-9470749
Dopo aver ascoltato il disco ho avuto modo di dialogare con l’artista Marco Mattei: una sorta di intervista spontanea, soft.
Intervistando Marco Mattei e complimentandomi per questo suo lavoro, ho sottolineato quanto sia per me stata straordinaria e fondamentale la partecipazione di Tony Levin, Jerry Marotta e Trey Gunn, ognuno capace di imprimere la propria firma con personalità e misura., e quanto sia stata importante e meritevole di attenzione la voce di Fabio Trentini: ( n.d.r – la trovo davvero affascinante, calda, intensa, vibrante di emozione. In diversi passaggi mi ha riportato alla mente Peter Gabriel, che considero una figura paterna nella mia formazione musicale).
Nel fare i miei complimenti sinceri anche a Marco Mattei per il lavoro e l’accuratezza con cui ha costruito questo progetto, l’artista mi ha raccontato:
“Questo disco è frutto di quattro anni di lavoro, e i riscontri sono per me molto importanti per capire se l’intenzione riesce ad arrivare a chi ascolta il risultato. Concordo su quanto i musicisti che hanno collaborato siano riusciti ad entrare nel mio mondo, rispettandolo ma allo stesso tempo aggiungendo la propria personalità.”


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