Sul nuovo ente permangono però alcuni interrogativi circa le risorse economiche necessarie e il personale.
A conclusione di una riunione “fiume” durata ben 17 ore, il Consiglio metropolitano di Milano ha finalmente approvato lo Statuto della Città Metropolitana.
Il documento, la cui bozza era stata completata lo scorso 4 dicembre, è stato al centro di alcune intense riunioni del Consiglio, tese alla discussione di tutti gli emendamenti presentati, sino al voto finale di mercoledì 17 dicembre.
Il nuovo regolamento, che conferirà identità al neonato Ente, ha incassato una larga maggioranza di voti favorevoli, cioè 18 su 24, comprendenti il sindaco Giuliano Pisapia, gli esponenti di Centrosinistra x la Città Metropolitana (PD, Sel, Rifondazione Comunista-Pdci, Milano civica), Forza Italia e Nuovo centro destra. A questi si sono contrapposti i 2 pareri contrari della Lega Nord, l’astensione di Fratelli d’Italia e la mancata partecipazione in segno di protesta da parte dei componenti della lista La città dei Comuni.
Il prossimo passo sarà quello di sottoporre lo Statuto alla Conferenza metropolitana, organo composto dai 134 sindaci dei Comuni dell’area della provincia di Milano, che daranno il definitivo nulla osta.
La convocazione della Conferenza è attesa a breve e, dopo quest’ultimo passo, a partire dal 1° gennaio 2015 la Città Metropolitana potrà dirsi finalmente pronta a subentrare alla Provincia di Milano.
Tra i punti salienti contenuti nello Statuto figura il ritorno al suffragio universale per quanto concerne l’elezione del sindaco, molto probabilmente già a partire dalla scadenza del mandato dell’attuale primo cittadino, Giuliano Pisapia, che sarà nel 2016.
Proprio la questione dell’elezione diretta non aveva mancato di suscitare polemiche, poiché l’attuale Consiglio metropolitano è il frutto di un voto di secondo livello, espresso cioè dagli oltre 2000 sindaci e consiglieri dei Comuni della provincia.
Il nuovo regolamento introdurrà altresì alcuni innovativi strumenti in materia di partecipazione pubblica, quali il “Forum metropolitano della società civile”, convocato almeno una volta all’anno, il referendum popolare consultivo di indirizzo e il referendum propositivo. All’orizzonte del nuovo Ente metropolitano, però, stazionano tutt’ora alcuni nodi che necessitano di essere sciolti in tempi brevi, a cominciare da quello delle risorse.
«Per far funzionare al meglio la Città Metropolitana – ha commentato a riguardo Giuliano Pisapia – mancano ancora 40mln di euro nel 2015. Bisogna fare di tutto perché la Città metropolitana non parta moribonda, su questo abbiamo fatto non solo un appello ma richieste forti e fondate al Governo, a tutela dei lavoratori e delle competenze del futuro ente».
Altrettanto importante è la questione che concerne il personale. In base alle recenti disposizioni previste dalla Legge Delrio, infatti, circa il 30% degli attuali 1200 lavoratori alle dipendenze di palazzo Isimbardi dovrà essere trasferito ad altri Enti locali, con il rischio concreto che molti di questi finiscano sul tabellino degli esuberi.
Il documento, la cui bozza era stata completata lo scorso 4 dicembre, è stato al centro di alcune intense riunioni del Consiglio, tese alla discussione di tutti gli emendamenti presentati, sino al voto finale di mercoledì 17 dicembre.
Il nuovo regolamento, che conferirà identità al neonato Ente, ha incassato una larga maggioranza di voti favorevoli, cioè 18 su 24, comprendenti il sindaco Giuliano Pisapia, gli esponenti di Centrosinistra x la Città Metropolitana (PD, Sel, Rifondazione Comunista-Pdci, Milano civica), Forza Italia e Nuovo centro destra. A questi si sono contrapposti i 2 pareri contrari della Lega Nord, l’astensione di Fratelli d’Italia e la mancata partecipazione in segno di protesta da parte dei componenti della lista La città dei Comuni.
Il prossimo passo sarà quello di sottoporre lo Statuto alla Conferenza metropolitana, organo composto dai 134 sindaci dei Comuni dell’area della provincia di Milano, che daranno il definitivo nulla osta.
La convocazione della Conferenza è attesa a breve e, dopo quest’ultimo passo, a partire dal 1° gennaio 2015 la Città Metropolitana potrà dirsi finalmente pronta a subentrare alla Provincia di Milano.
Tra i punti salienti contenuti nello Statuto figura il ritorno al suffragio universale per quanto concerne l’elezione del sindaco, molto probabilmente già a partire dalla scadenza del mandato dell’attuale primo cittadino, Giuliano Pisapia, che sarà nel 2016.
Proprio la questione dell’elezione diretta non aveva mancato di suscitare polemiche, poiché l’attuale Consiglio metropolitano è il frutto di un voto di secondo livello, espresso cioè dagli oltre 2000 sindaci e consiglieri dei Comuni della provincia.
Il nuovo regolamento introdurrà altresì alcuni innovativi strumenti in materia di partecipazione pubblica, quali il “Forum metropolitano della società civile”, convocato almeno una volta all’anno, il referendum popolare consultivo di indirizzo e il referendum propositivo. All’orizzonte del nuovo Ente metropolitano, però, stazionano tutt’ora alcuni nodi che necessitano di essere sciolti in tempi brevi, a cominciare da quello delle risorse.
«Per far funzionare al meglio la Città Metropolitana – ha commentato a riguardo Giuliano Pisapia – mancano ancora 40mln di euro nel 2015. Bisogna fare di tutto perché la Città metropolitana non parta moribonda, su questo abbiamo fatto non solo un appello ma richieste forti e fondate al Governo, a tutela dei lavoratori e delle competenze del futuro ente».
Altrettanto importante è la questione che concerne il personale. In base alle recenti disposizioni previste dalla Legge Delrio, infatti, circa il 30% degli attuali 1200 lavoratori alle dipendenze di palazzo Isimbardi dovrà essere trasferito ad altri Enti locali, con il rischio concreto che molti di questi finiscano sul tabellino degli esuberi.
Alessandro Garlaschi