8 Marzo: Festa della Donna
La giornata internazionale della donna (comunemente definita in modo improprio festa della donna) ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911 e in Italia nel 1922.
8 Marzo, festa della donna. Una festa che troppo spesso sento definire “inutile”, troppi quelli che sostengono che sia superflua come ricorrenza perché le donne vanno rispettate sempre, non solo per un giorno.
Infatti, la festa della donna non serve a trattar bene le donne. Non serve per essere più carini con loro, il rispetto dovrebbe essere imprescindibile ogni giorno dell’anno, serve a non dimenticare.
A non dimenticare mai che i diritti che le donne hanno acquisito, anche nel nostro paese, derivano da lotte combattute nelle piazze, nelle strade e fin dentro le nostre case. Lotte che hanno portato a martiri e a ingiustizie che non vanno assolutamente dimenticati. Anche perché sono molte le battaglie vinte, ma la guerra non è ancora finita.
Non dimentichiamoci il valore del suffragio universale, conquista fatta in Italia non prima del 1946, quindi non nel medioevo ma solo 67 anni fa. La festa della donna serve a ricordare anche una rivolta “sociale” che si è costruita negli anni e che va oltre i diritti, una rivolta sociale che, anch’essa, non è stata ancora del tutto vinta poichè ben radicata nella testa di troppi uomini e donne. Infatti, ancora si fa fatica a cambiare la mentalità della donna casalinga e l’uomo lavoratore, uno stereotipo che si è rafforzato, paradossalmente, proprio agli inizi del ‘900 con l’avvento del Fordismo. Le teorie di Ford prevedevano una struttura familiare ben organizzata, in cui l’uomo lavorava in fabbrica, mentre la donna si occupava del focolare domestico e dei figli. Anche quando una donna non poteva fare a meno di lavorare o sceglieva di farlo, non poteva ricoprire incarichi dirigenziali, non poteva essere superiore a un uomo insomma. Questo metteva dei freni anche all’istruzione femminile che era vista come qualcosa d’inutile e superfluo, una donna acculturata non era vista di buon occhio dalla società. E tutto questo accadeva solo un secolo fa. Quindi in un giorno come questo è bene pensare ai passi avanti che si sono fatti, senza però smettere di camminare, perché il percorso è ancora lungo.
Un’ultima parentesi per parlare della mimosa, il fiore scelto per festeggiare la donna. Spesso si legge o si pensa sia stato preferito ad altri solo perché fiorisce in Marzo e quindi reperibile il giorno della festa, ma è anche vero che furono tenuti conto di altri fattori per la sua scelta. Si scelse un fiore umile e forte, un fiore che fiorisse quasi su tutto il territorio italiano, un fiore resistente alle intemperie, che potesse essere quindi anche reperibile da ogni donna d’Italia.
Umiltà e forza, queste le doti cercate per festeggiare la donna, non bellezza e fragilità. Poi la mimosa, umile e forte, trova anche il tempo per fiorire in un giallo brillante anche nei marzi più piovosi e con i terreni più insidiosi. Una metafora meravigliosa che per una volta non accosta la bellezza del fiore a quella dell’essere femminile, ma cerca di dargli un significato anche più profondo.
Buona festa della donna a tutte voi.
Redazione RecSando, Marzo 2013 – Dario Jovane