“Noi dobbiamo morire per chiudere con serietà il Quarantotto; affinché il nostro esempio sia efficace, dobbiamo morire“. (Luciano Manara – da una lettera a un’amica).
Nella bella Chiesa di San Barbaziano a Tribiano, e con la celebrazione di una Santa Messa, si è tenuta domenica 10 novembre la Festa dell’ Associazione Nazionale Bersaglieri “ Pattuglia Ciclisti Bersaglieri” sezione Luciano Manara di Milano, alla presenza del Generale Umberto Mangia,Presidente della Sezione Bersaglieri “Alessandro La Marmora” di Torino, e del Generale di corpo d’ armata Benito Pochesci, laziale d’ origine, milanese d’ adozione, Presidente Onorario dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, con un passato nel corpo di tutto rispetto: inviato all’ ambasciata italiana a Parigi e poi alla Nato, ma anche musicista e interprete raffinato.
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Suggestivo l’inizio della manifestazione, con l’ingresso dei due Generali tra le due ali dei Bersaglieri in divisa!
La celebrazione, è stata officiata da Padre Giorgio Tarter, che si commuove al ricordo di un giorno in cui lui era parroco nella Chiesa del Quartiere milanese di Quarto Oggiaro, spesso alla ribalta della cronaca, e vi andò il corpo dei Bersaglieri con la Fanfara ad animare la Celebrazione.
Fare collegamenti agli ideali Cristiani del corpo, era molto facile nella Liturgia della Parola del giorno (rito romano). Nella prima lettura, tratta dal Libro dei Maccabei, si racconta dei sette fratelli costretti dal Re a disubbidire alla Legge, ma ad uno ad uno essi dichiararono “È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati”. Così come nella Seconda Lettura, San Paolo scrive ai discepoli di Tessalonica:Il Signore vi confermi in ogni opera e parola di bene. Infine le ultime parole dal Vangelo di Luca: Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Tutto riconduce ai caduti, che hanno testimoniato l’attaccamento alla Patria dando la propria vita per gli ideali e la dignità dei valori di solidarietà e di bene.
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Legge alla fine Padre Giorgio, una testimonianza di un cantautore e poeta francese, Pierre Duval, sulla trasmissione della Fede, che gli è rimasta impressa e indelebile nella sua vita:
<A casa mia la religione non aveva nessun carattere solenne: ci limitavamo a recitare quotidianamente le preghiere della sera tutti insieme. Mi rimase colpita nella memoria la posizione che prendeva mio padre.
Egli tornava stanco dal lavoro dei campi con un gran fascio di legna sulle spalle. Dopo cena si inginocchiava per terra, appoggiava i gomiti su una sedia e la testa tra le mani, senza guadarci, senza fare un movimento, né dare un minimo segno di impazienza. E io pensavo: “Mio padre che è così forte, che governa la casa, che sa guidare i buoi, che non si piega davanti al sindaco… mio padre davanti a Dio diventa come un bambino. Come cambia aspetto quando si mette a parlare con Lui. Dev’essere molto grande Dio se mio padre gli si inginocchia davanti! Ma dev’essere anche molto buono, se si può parlargli senza cambiarsi il vestito!”.
Al contrario, non vidi mai mia madre inginocchiarsi. Era troppo stanca la sera, per farlo. Si sedeva in mezzo a noi, tenendo in braccio il più piccolo. Ci guardava, ma non diceva niente. Non fiatava nemmeno se i più piccoli la molestavano, nemmeno se infuriava la tempesta sulla casa o il gatto combinava qualche malanno. E io pensavo: “Dev’essere molto semplice Dio, se gli si può parlare tenendo un bambino in braccio e vestendo il grembiule. E dev’essere anche una persona molto importante, se mia madre quando gli parla non fa caso né al gatto né al temporale”. E Le mani di mio padre e le labbra di mia madre m’insegnarono, di Dio, molto più che il catechismo.>
E conclude Padre Giorgio: Il Corpo dei Bersaglieri ci invita a essere Forte nei Valori, la Fede ci invita a Credere.
La Celebrazione ha avuto termine con la Preghiera propria dei Bersaglieri, che riporta una commovente richiesta a Dio
“Benedici, o Signore, le piume
che ci tramandano un secolo di assalti;
benedici i nostri cuori che palpitano per la Patria santa;
benedici Coloro che, dal Mincio al Don, sul campo restarono; benedici l’Italia e gli Italiani.
Tutti gli Italiani. Ascolta. O Dio onnipotente, la viva voce di chi SOLO A TE si arrende”
e dopo il saluto bella Foto di gruppo con il sacerdote.
Redazione RecSando Angela Vitanza –
Servizio Fotografico Luigi Sarzi Amadè