E’ stata pensata come Visita Pastorale “feriale” quella che il Cardinale della Grande Diocesi Ambrosiana Angelo Scola ha iniziato nel 2015 per poter visitare tutti i 73 decanati entro la scadenza del proprio mandato.
Gli incontri con le comunità si svolgono cosi di sera, in giorni feriali. E sono programmati in tre fasi: la prima è l’incontro con lui, con la presenza di tutti i fedeli delle parrocchie del decanato. La seconda, è l’incontro del Vicario Episcopale delle zone pastorali con le realtà di ogni singola Parrocchia. La terza e conclusiva con il Vicario Episcopale generale, Mons. Mario Delpini.
A San Giuliano la visita al decanato di San Donato/San Giuliano –di cui fanno parte tredici Parrocchie (sei di San Donato: San Donato, Santa Barbara, Sant’Enrico, Maria Ausiliatrice, Incarnazione, e Santa Maria Assunta in Poasco- Sette a San Giuliano: San Giuliano Martire, San Carlo, Maria Ausiliatrice, San Pietro e Paolo, Santa Maria Donna Nuova in Zivido, Sant’Ambrogio in Civesio e San Marziano in Sesto Ulteriano) è iniziata mercoledì 15 F ebbraio in San Giuliano Martire, e la seconda fase è iniziata domenica 26 con Monsignor Michele Elli a Sesto Ulteriano che è stata la prima parrocchia visitata di San Giuliano.
Qualche curiosità storica: (da www.lombardiabeniculturali.it )
– Della Parrocchia di San Marziano a Sesto Ulteriano si hanno notizie fin dal XIII° Sec. come facente parte della "Pieve di San Giuliano" , e vi comparirà anche negli atti delle visite pastorali compiute tra XVI e XVIII secolo dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili.
-Al tempo di San Carlo Borromeo, nel XVI secolo, il Plebato di San Giuliano comprendeva le parrocchie di San Giuliano (capopieve), Bustighera, Carpiano, Civesio, San Martino Olearo, Sesto Ulteriano, Triginto, Vigonzone, Zibido. La pieve di San Donato invece comprendeva, oltre alla chiesa plebana di San Donato, le parrocchie di Poasco, Quintosole, Vigentino, Bagnolo, San Martino di Zelo.
-La pieve di San Giuliano Milanese è sempre stata inclusa nella regione VI, fino ai decreti arcivescovili che hanno rivisto la struttura territoriale della diocesi, in seguito ai quali le parrocchie che ne avevano fatto parte furono attribuite ai decanati di San Donato Milanese (Borgolombardo, Bustighera, Civesio, San Martino Olearo, San Giuliano Milanese, Sesto Ulteriano, Triginto).
-Nel 1749, durante la visita dell'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nella pieve di San Giuliano, nella parrocchia prepositurale di San Giuliano Milanese Il numero dei parrocchiani era di 1700. Entro i confini della parrocchia di San Giuliano martire esistevano a quell’epoca gli oratori di San Gregorio, della Beata Vergine Maria e di San Gioacchino in Zivido, dei Santi martiri Giovanni e Paolo in Occhiò, di San Martino in Carpianello. Entro i confini della parrocchia di San Marziano esistevano a quell’epoca gli oratori di San Matroniano, dei Santi Alberto e Teresia in Cologno. il numero dei parrocchiani era di 600. A Civesio 954. (tot.3.254 ndr)
-Verso la fine del XVIII secolo, il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 1143 per San Giuliano, 666 per San Marziano e 1365 per Civesio. (tot.3174ndr)
-Nel 1898, all’epoca della prima visita pastorale dell'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve di San Giuliano, oltre alle parrocchie sopra citate, si era aggiunta quella della Vergine del Buon Consiglio in Selmo; Il numero dei parrocchiani era di 1600 per San Giuliano, 988 per San Marziano, 1113 Sant'Ambrogio a Civesio (tot. 3.701ndr).
-Nel XIX e XX secolo la parrocchia di San Giuliano è sempre stata sede vicariale nella regione forense VI , fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972, quando Arcivescovo era Giovanni Colombo, in seguito alla quale è stata attribuita al decanato di San Donato Milanese, nella zona pastorale VI di Melegnano.
In futuro, ai dati sopra citati, negli archivi verranno aggiunti i dati che scaturiranno dalla visita di questi giorni!
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Nella relazione di presentazione del decanato, in questa visita Pastorale “feriale” il decano don Luca Violoni, presentando all'Arcivescovo Scola, l'attuale situazione delle due città, riferisce che oggi tra San Giuliano e San Donato, vi è una presenza demografica di circa 70.000 abitanti. 10.000 erano all'inizio degli anni 50 del XX° Secolo. Rileggendo i numeri storici, salta all'occhio un vero e proprio boom di aumento demografico negli ultimi sessanta anni. Sicuramente frutto delle migrazioni nazionali prima e da circa un ventennio internazionali. Ma dove 10.000 oggi è il numero dei partecipanti alla messa domenicale. Una grande sfida per mantenere la tradizione cristiana per le due "secolari pievi", dove il cristianesimo è presente da almeno 1500 anni.
A dare un pizzico di ottimismo per il futuro, i numeri del volontariato e della presenza di gruppi e movimenti cattolici nelle parrocchie e di associazioni nella società civile. Una ricchezza di realtà da non trascurare e far maturare, perché comunque il numero di volontari è esiguo rispetto ai bisogni della società più debole, costituita dai poveri, dalle persone sole, anziani, molte vedove. Un'altra sfida da valutare è data dal fatto che le tante persone di altra nazionalità, anche se (teoricamente) cristiani/cattolici, non frequentano la parrocchia.
Tante dunque le riflessioni sul piatto nell’incontro del 15 Febbraio, a cominciare dall’argomento “ Comunità pastorali e il nuovo ruolo dei laici “ , e “la trasmissione della fede e della Comunità educante» : con domande poste direttamente all'Arcivescovo durante l'incontro, e a cui lui ha ampiamente risposto. Dicendosi contento per la numerosa partecipazione dei fedeli, definendolo “momento di faccia-a-faccia , un incontrarsi di persona, che è un valore che sta al di sopra di un qualunque modo anche della nuova comunicazione” e continuando “Per annunciare e coltivare la buona notizia di Gesù, la parola-chiave è testimonianza, che è sempre il primo punto dipartenza”. E ancora : “Il cristianesimo è realismo e per questo saremo chiamati a semplificare la modalità di vita delle nostre comunità, per generare comunità vive. Anche l’oratorio entra tra i temi da affrontare, con Andrea e Sharon, due ragazzi fortemente impegnati che chiedono «spunti per vivere fraternità, carità e preghiera», pur dovendo vivere anche la vita di tutti i giorni, con i molteplici impegni che si hanno.” «È chiaro che si è in difficoltà nel comunicare l’incontro con Gesù alle generazioni più giovani”, commenta il 143mo Vescovo di Milano. “Per raggiungere tutti e accompagnare i ragazzi, occorre che ciascuno si senta parte della comunità cristiana. Le strutture, seppure utili, non bastano”. Infine, sulle relazioni con i nuovi migranti, invita a recepire ciò che Cristo ha lasciato in eredità “Siate una cosa sola, perché il mondo creda”. E’ importante il dialogo ecumenico, la pazienza e il rispetto. Anche per il dialogo con l’Islam, «che è il più delicato di tutti», Il consiglio è a proseguire nell’impegno di integrazione, come già avviene negli oratori, e nell’accoglienza: «Certamente l’immigrazione ci sottoporrà a una prova durissima, ma non sono le paure che ci faranno affrontare adeguatamente il problema». Il Dialogo con l’Arcivescovo può continuare inviandogli mail o messaggi: ha assicurato che risponderà, ovviamente con i tempi che ci vorranno per esaudire tutte le richieste. La relazione della serata, unitamente alle relazioni presentate dalle singole parrocchie, costituirà la "fotografia" della Chiesa di oggi nel decanato di San Donato.
Redazione RecSando Angela Vitanza – Foto Luigi Sarzi Amadè