Martedì scorso, 9 Ottobre 2018, abbiamo avuto modo di incontrare pubblicamente la giornalista e scrittrice Anna Pozzi, collaboratrice del PIME, per parlare di viaggi particolari, di un mondo in movimento e della condizione delle donne immigrate in Italia.
Ci sono 260 milioni di migranti oggi nel mondo.
I Paesi, i flussi, le direzioni nel tempo cambiano. Dati reali e percezioni non coicidono, specie nel nostro Paese, dove la realtà dice che la presenza di stranieri è molto più bassa di quella percepite.
L’immigrazione femminile tende a pareggiare quella maschile, è notevole e spesso connotata dalla attività di cura di persone e cose.
Anche per le donne la motivazione principale a migrare è la ricerca di lavoro.
Ucraina, Romania, Moldavia e Filippine sono l’origine principale per le donne migranti in Italia.
Come gli uomini sono a rischio di sfruttamento e riduzione in condizioni vicine alla schiavitù ma con la particolarità della possibilità di reclusione domestica, con l’esclusione o la limitazione di libertà e diritti.
C’è dinamicità da parte delle donne (nuova impresa, associazionismo, auto-aiuto…)
Oltre la migrazione libera, le realtà dice di sfollati e profughi, molte donne e molti minori, per causa di guerra (Siria, Afghanistan, Sud Sudan, Palestina, Somalia …). Chi più accoglie? Turchia, Libano, Giordania, Iran, Uganda … In Italia ci sono solo circa 160mila persone nei processi di accoglienza, in diminuzione anno su anno. Grande diminuzione anche degli sbarchi.
Traffico e tratta, nel primo caso è facilitazione contro pagamento all’ingresso, nel secondo c’è anche sfruttamento successivo (è il caso delle donne, spesso giovani, nigeriane che sono prostituite, costrette a restituire debiti enormi). In Italia ci sono circa 50/70.000 donne immigrate sfruttate sessualmente, per metà Nigeriane, a causa della forte domanda di sesso a pagamento.
La tratta è la più redditizia attività illegale nel mondo, e sfrutta 45 milioni di persone.
A dispetto del titolo dell’incontro “Viaggi senza speranza” è stata raccontata la storia di una ragazza nigeriana, che è esperienza di riscatto e liberazione, di progetto e di impegno per la prevenzione in Nigeria.
Libri, filmati, testimonianze sono a raccontare della possibilità di una speranza e della necessità di dare informazione e maggiore consapevolezza, in Africa e in Europa.
Chi ha un po’ di tempo può ascoltarsi il podcast messo a disposizione dall’ Associazione Giuseppe Lazzati
Luca Zamberletti – Associazione Giuseppe Lazzati
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