Il Tribunale di Lodi ha dichiarato inammissibili le proposte presentate dal Comune di San Giuliano Milanese, approvate all’unanimità dal Consiglio Comunale. Le modifiche presentate lo scorso marzo non sono state sufficienti a convincere i creditori: seppur ritenuti soddisfacenti l’importo offerto e le modalità di pagamento, la clausola con cui il Comune richiedeva ai creditori di non avere più nulla a pretendere dopo l’omologa del concordato (cosiddetta “manleva”) ha causato la bocciatura delle proposte.
Questo il commento del Sindaco, Marco Segala: ”La clausola in questione, suggerita dai Revisori dei Conti e da tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale, era stata posta esclusivamente a garanzia del nostro Ente. Non appena ricevuto il provvedimento del giudice, ho provveduto a trasmetterlo ai Consiglieri Comunali, invitando i Capigruppo a partecipare ad un incontro a margine della seduta del Consiglio prevista per domani, 26 giugno. In quella sede, valuteremo le azioni da intraprendere per rispondere al pronunciamento del Tribunale. L’obiettivo dell’Amministrazione rimane quello di perseguire il bene comune, che non può che coniugarsi con il recupero complessivo di tutto il patrimonio immobiliare; naturalmente, non possiamo non tenere conto di quanto espresso dal Curatore fallimentare e dal Comitato dei Creditori.
Venerdì prossimo incontrerò, insieme ai tecnici e all’Assessore al Bilancio, Mario Grioni, i legali che ci stanno seguendo in questa complessa vicenda, caratterizzata da diversi filoni giudiziari; il 12 luglio incontreremo anche il dott. Vergallo per trovare un punto di incontro tra le diverse posizioni in campo.
Auspico che tutti gli attori in campo comprendano lo sforzo economico e sociale che la città di San Giuliano Milanese sta affrontando per riacquisire la proprietà di beni che non dovevano e non potevano essere conferiti ad una società di capitali.
Naturalmente, qualora non si riesca a trovare una soluzione bonaria, l’Amministrazione si riserva di tutelare ad esempio il diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito, anche ricorrendo a strumenti non ordinari ma previsti dal vigente ordinamento”.