“Riceviamo da un nostro fondatore Franco Oriti, un articolo in esclusiva per RecSando, la rete civica del Sud Est Milano, con un’ immagine da lui realizzata che ci cede in gentile concessione gratutita.
E’ con immenso piacere che pubblichiamo questa interessante analisi dal titolo ” Brexit: la disgregazione dell’Unione Europea o del Regno Unito?”
Brexit: la disgregazione dell’Unione Europea o del Regno Unito?
Franco Oriti
Parte I
Giovedì 12 dicembre 2019 il Regno Unito ha ri-votato, volente o nolente, su Brexit anche se si trattava di elezioni politiche ma che in effetti metteva i Leavers in contrapposizione ai Remainers.
Tre anni fa al primo referendum su Brexit, e dopo l’assassinio di Jo Cox avvenuto qualche giorno prima, i britannici di misura si esprimevano a favore dell’uscita del Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord) dall’Unione Europea (UE).
In quest tre anni David Cameron e Theresa May non erano riusciti a eseguire la volonta’ della maggioranza risicata degli elettori.
Con il voto del 12 dicembre 2019 e dal 13 dicembre 2019 sara’ piu’ facile portare a termine la via per l’uscita (del Regno Unito?) dall’UE prevista ormai inderogabilmente il 31 gennaio 2020 e che terminiera’ dopo 11 mesi di periodo di transizione, e cioe’ il 31 dicembre 2020.
Infatti la clamorosa vittoria per il Partito Conservatore di Boris Johnson, che tornerà al “10, Downing Street” come primo ministro di un’ampia maggioranza parlamentare di Tories, determinati a “portare a termine la Brexit” (“get Brexit done“) e la umiliante sconfitta per il Partito Laburista di Jeremy Corbyn (morbido su Brexit che era a pag 85 del loro programma di 107 pagine) puntando, invece, molto sulle nazionalizzazioni in generale e in particolare sulle ferrovie e sulla patrimoniale registra definitivamente la volonta’ democratica, e speriamo pacifica, di uscire dall’UE se si pensa che anche la sconfitta dei Liberal-Democratici, rimasti da soli a difendere i Remainers, ha sancito la Brexit.
La Brexit quindi si fara’ (e si deve fare) per volonta’ dei suoi elettori ma cosa ne sara’ del Regno Unito dal 2021 sara’ difficile oggi prevederlo.
Oggi gia’ molte sono le incertezze e la confusione tra i non-cittadini residenti nel Regno Unito e gia’ si distinguono tra chi ha meno di 5 anni di residenza (pre-settled status) e chi invece e’ residente da piu’ di 5 anni (settled status). Ci rinuncio pure io a capire e rimando agli interessati il sito da consultare e monitorare spesso da ora in avanti che e’ www.gov.uk.
Dicevamo come sara’ nel 2021 il Regno Unito?
La vittoria dello Scottish National Party, che si impone di fatto come partito unico in Scozia e che potrebbe richiedere un referendum per restare nell’UE, e quindi staccarsi dal Regno Unito, potrebbe riservare ulteriori tensioni poltiche nei prossimi mesi.
Se poi aggiungessimo la questione irlandese e cioe’ la discussione sui confini settentrionali dell’UE tra Irlanda, paese membro UE, e Irlanda del Nord, paese del Regno Unito, non abbiamo oggi nessuna certezza di come si evolveranno le varie discussioni tra Londra, Dublino e Bruxelles.
Vedremo anche se le promesse dei brexiters saranno attuate e se il ritorno all’isolamento dei britannici portera’ vantaggi o svantaggi nel prossimo futuro.
Vedremo anche se i giovani britannici accetteranno di rimanere fuori dalla libera circolazione delle persone in 27 Stati UE dovendo viaggiare con “visto” o se saranno i govani dei 27 paesi che rimpiangeranno la facilita’ di poter oggi e studiare e lavorare nel Regno Unito.
Anche l’euro, a cui il Regno Unito non faceva parte, non subira’ alcuna conseguenza se non continuare a registrare fluttuazioni e cambi valutarie tra sterlina inglese ed euro.
Certo, anche l’UE non sara’ piu’ come prima ma allo stesso tempo pure tutte le clausole di “opting out” del Regno Unito verranno finalmente a cadere.
Sull’UE e sulla sua possibile disgreazione o disfatta o rinascita futura mi riservo di scrivere qui a breve.
Redazione RecSando – Franco Oriti
PARTE II – Brexit: la disgregazione dell’Unione Europea o del Regno Unito? 2/2
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