Tra rischi (alcuni) e opportunità (tante)
La leadership è tra i temi più dibattuti negli ultimi 20 anni a causa dell’enorme cambiamento tecnologico, organizzativo e sociale che si è verificato in questo lasso di tempo. Per leadership noi generalmente intendiamo la capacità di prendere decisioni e guidare e far crescere le persone in un contesto che a sua volta evolve. La leadership assume declinazioni diverse a seconda che si tratti di azienda, sport, politica, medicina e così via ma non cambia nella sua sostanza.
L’emergenza Covid-19 ha introdotto un ingrediente “inedito” a questo contesto ovvero quello dell’incertezza che per noi significa perdere i punti di riferimento tradizionali, avere la sensazione di una mancanza di controllo sulla realtà e non potere fare piani a medio e lungo termine. L’incertezza impatta in maniera radicale anche sulla leadership che per definizione si basa, tra le altre cose, su un’attività di previsione, pianificazione e sulla definizione di una vision sul futuro.
È l’inizio in una crisi d’identità per i nostri leader?
In verità l’incertezza ha sempre caratterizzato le nostre vite anche pre-Covid 19 ma la tecnologia vi ha sopperito dandoci l’illusione della certezza e della capacità di prevedere il futuro. L’incertezza è uno dei tratti distintivi della cosiddetta complessità e la complessità c’è sempre stata, non la scopriamo con l’emergenza.
Un problema complesso è un problema che non ha soluzione univoca e che non può essere risolto con la “ricetta” ma richiede alcune attitudini e capacità come l’analisi dello scenario, la lettura dei segnali deboli, la connessione tra le diverse variabili in gioco, l’assenza di preconcetti, l’esercizio del dubbio tramite le domande.
Si intuisce subito come ad essere entrato davvero in crisi non sia il leader in sé ma il modello di leadership tradizionale fatto di presunzione di protagonismo, onniscienza, onnipotenza, egocentrismo e infallibilità. Questa emergenza ha semplicemente accelerato la manifestazione dei limiti di questo modello.
“I leader di quest’epoca dovrebbero essere più saggi” ci verrebbe da dire. Ed effettivamente è così, occorrono umiltà, consapevolezza, attenzione, ascolto, dubbio di fronte ad uno scenario che semplicemente in maniera incredibilmente potente ci ha mostrato come la realtà che affrontiamo da sempre e per sempre ci pone di fronte a delle sfide che non hanno esito univoco e che quindi non possono essere affrontate facendo esclusivamente riferimento al passato o a soluzioni miracolose. La saggezza popolare recita talvolta che “come la fai sbagli” ed effettivamente è così, ovvero tutte le soluzioni sono un po’ sbagliate. È vero anche che “chi non fa non sbaglia” e allora l’invito, anche per i leader di oggi, è ad apprendere attraverso l’azione e quindi l’errore che è a sua volta la fonte più preziosa di nuovo apprendimento.
La nuova normalità è nuova per tutti e nessuno ha una ricetta magica.
GIANLUCA RIZZI
Partner e consulente senior di Newton S.p.A., da quasi 10 anni si occupa di grandi progetti di cambiamento culturale e organizzativo attraverso attività come analisi della cultura aziendale, formazione in aula, facilitazione di laboratori di innovazione, stakeholder governance, comunicazione (interna ed esterna), format immersivi e interattivi per lo sviluppo della leadership.
Laureato in Economia Finanziaria con una specializzazione in Discipline Economiche, Sociali e Politiche presso l’Università Bocconi, vive le prime esperienze professionali presso la Commissione Europea (Brussels) e le Nazioni Unite (Ginevra). Appassionato di letteratura, design, architettura e cucina, da circa 10 anni recita in una compagnia teatrale amatoriale
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