LA BALLATA DEL RE DI PIETRA – di Fabrizio Borgio – Fratelli Frilli Editore
Se c’è una cosa, tra le tante, che Fabrizio Borgio ha sempre sottolineato parlando dei suoi romanzi e in generale della scrittura, è che ritiene sia giusto scrivere di ciò che si conosce bene.
E nell’ultimo romanzo di questo autore eclettico e prolifico, “La Ballata del Re di Pietra” questo concetto trova una delle sue espressioni più evidenti. Il romanzo è ambientato in montagna, non in un luogo qualsiasi, ma sul Monviso, il Re di Pietra, appunto, che Fabrizio dimostra di conoscere molto bene.
Un elicottero caduto in circostanze poco chiare, uno sparo improvviso lungo un sentiero, una frenetica caccia all’uomo, la ricerca dell’assassino e del movente, insomma, ci sono tutti gli elementi di un romanzo noir, ma la particolarità di questo romanzo sta nell’ambientazione, la montagna, appunto, che sembra essere in certi momenti la protagonista principale della storia, o quanto meno altrettanto importante dei personaggi “umani” che la popolano. A cominciare dall’introduzione a ciascun capitolo, dove l’autore ha sapientemente inserito citazioni di noti alpinisti (Gervasutti, il grande Walter Bonatti) e autori famosi (Kipling, Buzzati), dedicate alla montagna. Nel corso del racconto, poi, il lettore viene guidato sui sentieri che portano ai rifugi che chi è appassionato di montagna quasi certamente conosce, o ne ha sentito parlare, (uno fra tutti, il Quintino Sella, dedicato ad uno dei più grandi alpinisti italiani di sempre), sulle ferrate, lungo le pareti a strapiombo, in modo che anch’esso possa godere, attraverso gli occhi dello scrittore, dell’ambiente alpino e delle sue meraviglie naturali. E la montagna è anche “dentro” ai protagonisti, in particolare dentro a Giorgio Martinengo, l’investigatore privato protagonista di questa e di tante precedenti storie noir pubblicate da Fabrizio Borgio. Un investigatore molto acuto, posato, riflessivo, dotato di una vasta cultura, apparentemente tutto razionalità ed empirismo, ma che, allo stesso tempo, si lascia rapire dalla bellezza e dalla solennità del Re di Pietra, allo stesso tempo entità vivente (re) e materia inanimata (pietra). Di fronte alla montagna, ci si confronta con sé stessi, con le proprie paure e incertezze, si misura il proprio coraggio e la propria capacità di reazione alle situazioni che cambiano repentinamente, come cambia il tempo, e che ti costringono a riflettere e a confrontarti con la tua personalità.
Ci sono molte ragioni per leggere questo romanzo: prima di tutto, la trama che, abbiamo detto, è una trama “noir” a tutti gli effetti e ti tiene fino alla fine con il fiato sospeso, con l’immancabile colpo di scena finale. E poi, soprattutto per chi, come chi scrive, ama la montagna, per l’ambientazione originale e bellissima. Infine, colpisce la caratterizzazione dei personaggi, sia dal punto di vista “fisico”, sia da quello più interiore, nascosto, che il lettore riesce a cogliere, osservando piccoli gesti ripetitivi (l’accarezzarsi la barba di Martinengo ad esempio) o seguendo il corso dei loro pensieri e delle loro sensazioni.
Consigliatissimo a tutti.
Circolo 6×4
Piera Scudeletti