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Arte, Parola e Musica all’Abbazia di Viboldone

L'occasione è il 76mo Anniversario dell'insediamento delle Monache Benedettine, oggi guidate da Madre Ignazia Angelini, in questo gioiello architettonico, di stile gotico-romanico, uno dei più importanti complessi medievali della Lombardia, soprattutto per la bellezza dei suoi affreschi trecenteschi.
E la serata del 29 aprile, due giorni prima del giorno esatto dell'anniversario dell'arrivo delle monache – avvenuto per dono dell'allora Cardinale di Milano Ildefonso Schuster dopo anni di abbandono il 1°Maggio 1941 – è iniziata con l'illustrazione del Giudizio Universale, attribuito all'artista fiorentino Giusto de' Menabuoi, modellato sull'opera che Giotto aveva eseguito nella Cappella degli Scrovegni a Padova, affresco qui posto nell'ultima campata della chiesa, non visibile da chi assiste a una celebrazione. Le spiegazioni sono state affidate a una giovane ma bravissima guida laureata in beni Culturali, Alessia Bocchia, che ha reso comprensibile ogni immagine, ogni contesto biblico, ogni colore usato e perchè…
"L’abbazia sta ai margini della città, in attesa di ospitare nella preghiera la vita di San Giuliano…." Così diceva Madre Ignazia in un passo del suo intervento di ottobre. Allora si festeggiava la Città di San Giuliano e i suoi volti. "Questa serata invece è per noi, a memoria dell' arrivo a Viboldone delle prime monache. Anche allora era tempo di Pasqua, e l'Italia era stravolta dalla guerra. Loro sono state pellegrine di speranza. "Oggi, per noi, la speranza è – più che mai – un compito. Mandato tutto pasquale. Affatto scontato. Se gli stessi discepoli di Emmaus, prima di accogliere Gesù risorto come ospite, dicevano della speranza come di un irrimediabile passato: "Noi speravamo…". Così sempre Madre Ignazia, all'introduzione di questo evento, fatto di Arte, Bellezza, Parole e Musica. E prosegue con una lettura teologica e spirituale degli affreschi a cui segue la parte musicale, con le violiniste albanesi Engjellushe Bace e Fatlinda Thaci. Entrambe collaborano con l’Orchestra “I Pomeriggi Musicali”. Una curiosità , la Thaci suona un violino Ferdinando Landolfi del 1752. Le musiche da loro proposte ( ascolto n. 1: Ignaz Joseph Pleyel – Opera n. 23, Duetto n. 2; ascolto n. 2: Johann Christian Bach -Duetto n. 1 in Re Maggiore; ascolto n. 3: Jacques Féréol Mazas – Opera n. 38 in La Maggiore) vengono con competenza spiegate e collegate ad alcuni volti o particolari degli affreschi, da don Nicola Cateni, Parroco della Parrocchia di San Carlo Borromeo, esperto musicale ( è stato insegnante di musica ma anche di latino e greco). Ma ha posto anche per uno sguardo e un riferimento al presente della Città che tra poco lascerà….."Dall'immagine femminile di Eva, solitamente collegata al serpente e al peccato, nel tondo ove è raffigurata, appare di una bellezza insolita, profonda: quella della grazia della redenzione. È tempo ormai di poter dire con convinzione che anche per la nostra città di San Giuliano sorga un nuovo tempo di grazia".

E partendo poi dall'incredulità di San Tommaso, che ha voluto toccare con mano le ferite inferte a Gesù, per credere nella sua Resurrezione "Le ferite della nostra città sono tante e tutte da toccare, perché solo così, vicino al cuore, senti il palpito di una città che potrebbe ancora saper amare molto ed essere amata: gli scandali e la conseguente critica situazione finanziaria, la convivenza di modi diversi di pensare la vita, compresa la problematica integrazione di culture differenti, l’ansia della impreparazione di fronte alle novità e la distanza tra generazioni, il senso di impotenza a cambiare le cose; e poi, a livello di singoli e famiglie, le lacerazioni degli affetti, la solitudine improvvisa, la mancanza di lavoro e di futuro. Le ferite lasciano cicatrici, come le piaghe di Gesù, non si possono cancellare, ma siamo chiamati a rimarginarle: “metti il dito nel mio costato e non essere più incredulo”.

Parole che inducono tutti a riflettere, e tra il folto pubblico che ha assistito alla serata, c'era anche il sindaco di San Giuliano Marco Segàla e l'Assessore ai Servizi sociali Maurizio Broccanello, in rappresentanza dell'Amministrazione Comunale che ha Patrocinato l'iniziativa.
I ringraziamenti finali sono affidati a Silvia Lodigiani, coordinatrice del Comitato Festa Patronale e "Come ricordava madre Ignazia, questo incontro è nato a seguito di quello della scorsa festa cittadina. E in continuità con quel tratteggiare i volti della città attraverso i sensi presenti nei nostri volti, in questa sera del Tempo Pasquale è stata accesa una luce di speranza sui nostri volti e sulla nostra città: la luce del Giudizio, di quel giudizio che non giudica, ma accoglie nelle braccia aperte del Crocifisso."
I <Grazie> sono stati rivolti a: Alessia Bocchia – per aver fatto comprendere il valore artistico e simbolico di quel bellissimo Giudizio che ha dato luce alla serata.
Alle violiniste Fathlinda e Lushe -per aver scelto i brani da eseguire con i loro meravigliosi violini accompagnando la serata in un percorso che, tra arte e parola, ha voluto la musica come collante naturale per far sperimentare il grande valore della Bellezza.
A madre Ignazia – che con fermezza, ma con tanta dolcezza – quella “grazia femminile” a cui ha fatto riferimento – ha proposto, attraverso le figure delle donne, una lettura dinamica del Crocifisso, della Pietà e del Giudizio, che con forza ci chiede di essere testimoni della Risurrezione.

A don Nicola – che è passato dai violini, agli affreschi, a san Giuliano attraverso il sentiero più alto della spiritualità, con una semplicità che, se da una parte lascia disarmati, dall’altra apre a prospettive sempre nuove.

Allegato: Documentazione di Arte Parole e Musica

Infine la gratitudine alle monache – " che ancora una volta hanno accolto in questo luogo di bellezza, che incontra nella pace e nel silenzio. La scelta di incrociare la memoria del vostro insediamento in questa “chiesa abitata” con le nostre parrocchie ci deve spingere a fare tutto il possibile perché – dai singoli cittadini, alle associazioni all’amministrazione comunale – questo borgo di Viboldone che vi accoglie – che ci accoglie – possa essere tutelato e salvaguardato come bene prezioso e irrinunciabile per la nostra comunità".
La "Festa" è proseguita e conclusa con la Celebrazione Eucaristica del 1° Maggio, celebrata da Sua Eccellenza il Cardinare Renato Corti, già Vescovo di Novara.

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Redazione RecSando Angela Vitanza- Fotografia Luigi Sarzi Amadè

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