Barbablù 2.0 – I panni sporchi si lavano in casa…
In collaborazione con il Liceo Linguistico Primo Levi, è andato in scena giovedì 10 Marzo, in aula consiliare (a causa della chiusura del cinema Ariston dove era in un primo tempo programmato) "Barbablu' 2.0 – I panni sporchi si lavano in casa – La ricerca dell'identità femminile persa a causa della violenza domestica", spettacolo di teatro civile prodotto da Teatro in Mostra, di Magdalena Barile, con Laura Negretti e Alessandro Quattro, diretti da Eleonora Moro.
Era questo il terzo evento in calendario in questo mese di Marzo, che l'Amministrazione Comunale -Assessorato alla Cultura e alle politiche di genere- ha dedicato alla donna. Spettatori previlegiati le/gli studenti del liceo che hanno gremito oltre ogni aspettativa l'aula solitamente occupata dalla politica sangiulianese.
In questo appuntamento, in primo piano c'è la violenza domestica perpetrata nei confronti delle donne e dunque la peggiore, perchè arriva da dove meno te lo aspetti e dunque subdola, perchè spesso inizia psicologicamente e che poi strisciante, brucia moralmente, per finire infine tragicamente. Sembra assurdo che che queste cose avvengano nelle tranquille mura domestiche, abitate da… "erano una famiglia normale, sembravano felici". Ma le notizie dei telegiornali purtroppo confermano.
Le fotografie che catturano sguardi, mimiche, volti, azioni e movimenti, che accompagnano queste righe, parlano come un racconto. A volte cruento, a volte ironico. Barbablù, scritta da Charles Parrault nel 17mo Secolo, la ricordiamo come una fiaba: l'orco cattivo che uccideva le mogli e le nascondeva in una stanza segreta. Vi finivano le fanciulle, che vi andavano a curiosare, contravvenendo al divieto che egli imponeva.
Oggi, e in questa trasformazione in 2.0, cioè l'evoluzione della storia, la stanza degli orrori, è racchiusa in un file, in un computer. E il bravo maritino, che parte per lunghi viaggi, vi ha "memorizzato" le sue perversioni, ora con la violinista, ora con la donna seducente, e poi le altre fino a quella che incontriamo noi spettatori: la remissiva, colei che accetta le sue spiegazioni perchè lo ama, diventando complice dei suoi difetti …per cui non si accorge che piano piano lui la priva della sua personalità, rendendola un fantoccio nelle sue mani, diventando il suo unico mondo.
Finchè, come le fanciulle dell'orco, in un momento di assenza del "bruto", trova la forza e apre quella porta sull'abisso, accende il PC… Intuendo di non avere più scampo, al suo ritorno, usa l'ultimo barlume di forza per prendersi la rivincita e smascherarlo, riportando in vita i suoi fantasmi…
Standing ovation, applausi e occhi rossi di pianto, sia tra le tante ragazze che della bravissima Laura Negretti: non deve essere per nulla facile recitare certi copioni, sapendo che purtroppo è realtà nella vita quasi all'ordine del giorno.
Ospite dell'evento Sara Valmaggi, Vice Presidente del Consiglio di Regione Lombardia, componente delle commissioni III (Sanità e Assistenza) e che si occupa del tema trattato. Nel suo intervento al termine della rappresentazione, descrive le azioni politiche studiate e messe in atto a contrasto delle violenze o poi a sostegno di donne maltrattate, come per esempio le case di accoglienza per esse, che magari hanno anche figli, e poi l'aiuto psicologico per potersi ricostruire la vita. Si rivolge agli
studenti, per metterli in guardia dalle conseguenze che la violenza porta a vivere a chi la subisce, ma il contrasto maggiore deve partire da percorsi culturali, che insegnino il "rispetto" verso la donna, in tutti i suoi molteplici aspetti. Per cui ben vengano queste iniziative organizzate dalle scuole, affinchè questi delitti vengano debellati. Anche se studi sul tema rivelano che ci vorranno ancora almeno 70 anni prima di raggiungere la parità di genere. Breve intervento di saluto del sindaco Lorenzano, che auspica maggiore attenzione al tema, e annuncia un cammino che sarà sempre più a fianco e in aiuto delle donne. Mentre l'Assessore Lucà, nel suo intervento ricorda che proprio il 10 Marzo cade il 70mo anniversario del diritto di voto delle donne italiane.
Dunque non solo l'8 marzo, rispetto alla donna, "Uscita dalla costola dell'uomo, e non dai piedi per essere calpestata, nè dalla testa per essere superiore. Ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata"….
Redazione RecSando Angela Vitanza-Servizio fotografico Luigi Sarzi Amadè