Per l’uomo, un 51enne, 2 anni per omicidio colposo in rito abbreviato con pena sospesa.
Era il 4 novembre del 2013 quando R.V., 65enne residente a San Donato, venne travolta e uccisa mentre attraversava la via Emilia alla rotonda di Certosa da un pullman Atm, alla cui guida si trovava il 51enne E.T. Quest’ultimo, nel pomeriggio di martedì 14 ottobre, a quasi 1 anno di distanza da quel tragico pomeriggio, è stato condannato a 2 anni di reclusione per omicidio colposo, oltre alla sospensione della patente per il medesimo periodo.
La sentenza è stata pronunciata al termine del processo celebrato a Milano con rito abbreviato, il che comporta lo sconto di un terzo della pena, che è stata poi sospesa perché inferiore ai 3 anni, motivo per cui l’uomo non andrà in carcere. Giunge quindi a conclusione una triste vicenda, iniziata con la morte della 65enne R.V., il cui corpo era stato letteralmente dilaniato e trascinato dalle ruote dell’autobus per circa 4 km.
La polizia locale di San Donato, grazie all’analisi delle immagini riprese dalle videocamere della zona, che pure non avevano immortalato il momento preciso dell’incidente, era riuscita a risalire al mezzo della linea 140 e al suo autista.
L’ipotesi di omissione di soccorso, formulata durante le prime fasi delle indagini, era però quasi subito stata scartata. E.T. aveva infatti sempre affermato di non essersi minimamente accorto di aver investito la donna e anche i passeggeri interrogati avevano confermato di non essersi resi conto di nulla, forse anche a causa della pioggia battente di quel giorno.
Tale circostanza era poi stata sostenuta anche in sede processuale dalla difesa dell’autista, per mezzo di una perizia cinematica.
La sentenza è stata pronunciata al termine del processo celebrato a Milano con rito abbreviato, il che comporta lo sconto di un terzo della pena, che è stata poi sospesa perché inferiore ai 3 anni, motivo per cui l’uomo non andrà in carcere. Giunge quindi a conclusione una triste vicenda, iniziata con la morte della 65enne R.V., il cui corpo era stato letteralmente dilaniato e trascinato dalle ruote dell’autobus per circa 4 km.
La polizia locale di San Donato, grazie all’analisi delle immagini riprese dalle videocamere della zona, che pure non avevano immortalato il momento preciso dell’incidente, era riuscita a risalire al mezzo della linea 140 e al suo autista.
L’ipotesi di omissione di soccorso, formulata durante le prime fasi delle indagini, era però quasi subito stata scartata. E.T. aveva infatti sempre affermato di non essersi minimamente accorto di aver investito la donna e anche i passeggeri interrogati avevano confermato di non essersi resi conto di nulla, forse anche a causa della pioggia battente di quel giorno.
Tale circostanza era poi stata sostenuta anche in sede processuale dalla difesa dell’autista, per mezzo di una perizia cinematica.