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Consumo di Suolo: Bilancio di un anno
Ombre e luci nel 2021
Vediamo ancora prevalere una visione miope che frantuma il nostro territorio con progetti che portano allo sbancamento di terreni coltivati e di aree boschive per lasciare il posto a nuovi edifici, alcuni di dimensioni faraoniche, con un danno ambientale e paesaggistico.
Ci confrontiamo con sindaci che si dicono ambientalisti mentre continuano a progettare consumo di suolo.
Qualche luce l’abbiamo trovata: la mobilitazione di cittadini e comitati a difesa di luoghi minacciati, una ritrovata attenzione alla mobilità dolce con nuove ciclabili e un progetto che collegherà Milano con i comuni lungo la via Emilia;
l’opposizione dei sindaci dei comuni interessati all’ipotesi, avanzata dalla regione, di una nuova autostrada per risolvere i problemi del traffico sulla SP40 (Binasca).
Consumo di Suolo: Bilancio di un anno
Chi Siamo
Siamo cittadini, rappresentanti di associazioni ambientaliste, culturali e naturalistiche (1) della zona a Sud Est di Milano (2) che, dopo aver contribuito alla raccolta di firme per la proposta di una legge europea contro il consumo di suolo, hanno deciso di unirsi per monitorare e combattere la cementificazione sul nostro territorio.
La difesa del suolo va di pari passo con la tutela dell’agricoltura, del paesaggio e dei beni architettonici, oggi oscurati da capannoni, spesso abbandonati e fatiscenti, da innumerevoli centri commerciali e da mega insediamenti di logistica, che stanno crescendo come funghi velenosi sul nostro territorio, peraltro senza alcun quadro di riferimento. Per questo ci battiamo per la salvaguardia delle aree agricole, delle oasi naturalistiche, dei boschi, per la difesa della biodiversità e per la tutela del patrimonio culturale, i segni del nostro passato, della nostra storia e della nostra cultura: palazzi, mulini, cascine, chiese e castelli.
A livello locale, abbiamo costituito una rete di sentinelle che ha il compito di segnalare progetti che, nei loro comuni, sottraggano suolo e bellezza a un territorio già gravemente devastato.
Insieme poi ci muoviamo per contrastarli.
A livello nazionale ci battiamo affinché venga approvata una legge che:
- arresti definitivamente il consumo del suolo;
- sancisca che le esigenze insediative e infrastrutturali siano soddisfatte esclusiva- mente con il riuso e la rigenerazione urbana;
- definisca le previsioni edificatorie dei PGT comunali su terreni liberi come semplici indicazioni e non acquisizione di diritti da parte dei proprietari. Questo toglierebbe a molti amministratori l’alibi di consumare suolo perché già previsto dai loro predeces- sori;
- vincoli la destinazione degli oneri di urbanizzazione solo alla realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria che non comportino nuovo consumo di suolo e/o a interventi di risanamento, riuso, rigenerazione, messa in sicurezza e ri- qualificazione delle città, dell’ambiente e del paesaggio;
- imponga l’obbligo di valutazione di impatto paesaggistico ed ecosistemico anche in zone non a vincolo paesaggistico. Proprio dove il paesaggio è più trasformato c’è bisogno di riportare armonia e bellezza; non basta piantare qualche albero per com- pensare i danni ambientali e paesaggistici che si realizzano.
Il territorio
Per secoli il nostro territorio, insieme agli altri comuni del Basso Milanese, è stato l’orto di Milano. Questo fino agli anni Cinquanta quando la modernità ha spopolato i campi e i contadini sono andati in fabbrica a lavorare.
Ora lo scenario economico mondiale è nuovamente cambiato e il nostro ruolo nell’economia della metropoli è tornato ad essere quello di distributore, però di merci solo in transito nel nostro territorio.
Questo ruolo è evidenziato anche in un articolo de Il Cittadino, scritto a margine di un convegno sull’economia nel Sud Milano organizzato con l’Università cattolica:
«Il Sud Milano è una zona di passaggio, metaforico ma anche fisico, con un flusso continuo di mezzi, merci e persone, in un’area dove si intrecciano vie di comunicazione fondamentali».
Un’immagine che rimarca come proprio la specificità di questo territorio possa anche essere una sorta di laboratorio capace di indicare una via alla mondialità, dove convivono realtà di livello internazionale […] e al tempo stesso prospera un tessuto di attività ricco e diversificato, capace di spaziare dalla tradizione agricola alla innovazione digitale più spinta, passando attraverso logistica, distribuzione, servizi e attività socioassistenziali.
La differenza tra questi due modi di essere di servizio alla città è però sostanziale: mentre nel passato il territorio produceva cibo ed anche i suoi abitanti ne condividevano i benefici, oggi a noi milanesi del Sud Est di questo di ruolo di supporto logistico alla metropoli restano solo i disagi: consumo di suolo, aumento di traffico e dell’inquinamento.
Il consumo di suolo nel Sud Est Milano
I numeri (li troverete nella Sezione ALLEGATI) rischiano di essere cosa noiosa da leggere ma diventano fondamentali se si vuole analizzare in modo completo e scientifico quello che succede in un territorio.
Sul consumo di suolo in Lombardia due sono le fonti ufficiali, ciascuna con le proprie specificità ma entrambe ci consentono di fare alcune riflessioni e considerazioni che sono sempre assenti quando si parla di sigillare nuovo suolo.
Dal rapporto DUSAF e dai censimenti (maggiori dettaglinella Sezione ALLEGATI) scopriamo che in poco più di 60 anni (dal 1954 al 2018) la popolazione del nostro territorio è cresciuta circa del 250% ma le aree antropizzate sono cresciute più del doppio sottraendo circa 5.000 ettari di suolo agricolo.
La perdita di suolo agricolo diminuisce la disponibilità di cibo. Si stima (3)che in Lombardia un ettaro di suolo possa fornire le calorie necessarie per nutrire 5,9 persone; dunque, perdendo quei quasi cinquemila ettari abbiamo condannato alla fame perpetua circa 30 mila persone.
In Lombardia l’autoproduzione alimentare ricopre solo il 74,1% del fabbisogno calorico. Per supplire alla carenza di cibo dobbiamo ricorrere alle importazioni, con un effetto negativo sulla bilancia dei pagamenti e con la perdita di sovranità alimentare sia per noi che per i paesi che ci vendono il cibo, molto spesso sottraendolo ai loro connazionali.
Il rapporto ISPRA (maggiori dettagli nella Sezione ALLEGATI)
Dalla lettura dell’ultimo scopriamo che, nel 2020, la Lombardia era la regione con la più alta percentuale di suolo consumato: il 12,1% con la provincia di Milano maglia nera con il suo 31.6%.
I comuni dell’area omogenea del Sud Est, con la sola eccezione di Carpiano, attestata sul valore regionale, erano posizionati sopra la media regionale ma sotto quella provinciale, con l’eccezione di San Donato Milanese (35,9%) e Melegnano, all’ultimo posto con il 47.3%
Nel 2020, l’anno in cui l’economia si è fermata per la pandemia, la crescita del cemento è stata contenuta, se così si può definire la perdita di oltre dieci ettari di suolo. I comuni che hanno continuato a consumare suolo sono stati Mediglia, Paullo, Peschiera Borromeo, San Giuliano Milanese, San Zenone al Lambro e Vizzolo Predabissi, tutti con un valore vicino all’1% della superficie comunale.
Dal dato dei comuni della Città Metropolitana di Milano appare evidente come positiva sia la tutela del suolo garantita dal Parco Agricolo Sud Milano.
Il rapporto valuta anche i costi della perdita dei servizi ecosistemici (SE) del suolo sigillato. A puro titolo di esempio, il rapporto Mappatura e valutazione dell’impatto del consumo di suolo sui servizi ecosistemici valuta che solo per il sistema di raccolta e allontanamento delle acque in un’area urbanizzata occorrono 6.500 euro per ettaro per anno.
Avete mai visto questi costi nelle analisi economiche di un piano di intervento urbanistico? Eppure, non stiamo parlando di minuzie, l’impatto del consumo di suolo nell’economia nazionale è significativo, un costo annuo per ettaro compresa tra 36.000 e 55.000 euro, un valore che (capitalizzato) è maggiore della rendita speculativa derivata dall’edificazione. E non possiamo dimenticare che questi costi sono finanziate dalle tasse, dunque, escono dalle nostre tasche. E sono costi che oggi paghiamo noi, poi li dovranno pagare i nostri figli e i nostri nipoti… per l’eternità.
Non si spiega dunque la disattenzione dei nostri amministratori locali che dimenticano di considerare questi costi, disattenzione certamente colpevole dato che oggi questi dati sono di pubblico dominio. Lo rileva anche il rapporto:
e conclude:
[…], la scala locale rimane invece più difficile da affrontare.
È quello a cui assistiamo quotidianamente nei nostri comuni.
Il suolo è considerato cosa senza valore e il suo proprietario può disporne a proprio piacimento, basta che versi un piccolo obolo alla comunità
Il consumo di suolo nei principali comuni
Oltre alla situazione fotografata nei dati ISPRA e DUSAF, le previsioni che si prospettano per il nostro territorio non sono certamente rosee, all’orizzonte si profilano pesanti interventi di cementificazione.
Le origini sono molteplici, da un lato PGT approvati negli anni precedenti che le amministrazioni, salvo rare e lodevoli eccezioni, non vogliono modificare, dall’altra le attività, che crescono lungo il tracciato della TEEM e delle altre autostrade.
Negli ultimi anni assistiamo alla proliferazione di nuovi insediamenti logistici rinvigoriti dalla pandemia che ha cambiato la faccia del commercio.
Nei nostri comuni poche sono state le amministrazioni che hanno ridotto o proposto di ridurre il consumo di suolo e, a quanto ci risulta, nessuna ha proposto di ampliare l’area del Parco Agricolo Sud Milano nei suoi confini.
San Giuliano Milanese
A San Giuliano Milanese la variante al PGT ha portato ad una riduzione del 30%, una positiva inversione di rotta ma ancora lontana dall’obiettivo di zero consumo di suolo, e infatti nuovi edifici stanno sorgendo. Ci preoccupa poi l’ipotesi di una nuova strada di collegamento con Civesio, che interromperebbe il corridoio ecologico metropolitano tra il Parco Gustavo Hauser (ex Campagnetta) e il Parco Agricolo Sud Milano e che ci esporrebbe al rischio, o sarebbe il presupposto, di nuove richieste di cementificazione sui terreni adiacenti.
Peschiera Borromeo
A Peschiera Borromeo era stato predisposto un PGT in forte riduzione ma dissensi all’interno della maggioranza non hanno consentito che la variante venisse approvata. Vedremo ora cosa farà la nuova amministrazione
In altri due Comuni il suolo è stato graziato, ma non per scelte della politica, che al contrario era favorevole ai nuovi insediamenti.
Osservatorio Contro il consumo di suolo e per la tutela del paesaggio del Sud Est Milano
San Zenone al Lambro
A San Zenone al Lambro è saltato il progetto di un insediamento logistico e 235 mila metri quadrati ad ovest della via Emilia restano per ora suolo agricolo, per rinuncia della proprietà. Auspichiamo che rimangano tali per sempre.
Paullo
A Paullo era stato approvato il piano di un altro insediamento logistico in località San Pedrino ma la proprietà ha poi fatto marcia indietro. Al suo posto dovrebbe ora sorgere un centro commerciale. Successo parziale, la nuova struttura sarebbe certamente meno invasiva ma sempre di consumo di suolo si parla. Una diffida dei cittadini a protezione di un’area boschiva spontanea sull’area ha contribuito a rallentare l’operazione e il successivo taglio del bosco, nonostante l’ingiunzione, ha comportato una denuncia e ora sembra che la proprietà stia piantumando
San Donato Milanese
San Donato Milanese è un comune in cui la pandemia sta cambiando i rapporti sociali anche se sembrerebbe che l’amministrazione non se ne stia rendendo conto. La SAIPEM, più di tremila dipendenti, ha spostato la sua sede a Milano.
In ENI (e non solo) lo smart working sta svuotando gli uffici mentre è ormai quasi ultimato il sesto palazzo. Cosa succederà degli immobili che resteranno vuoti in un mercato immobiliare che è fermo ormai da anni? Dobbiamo aspettarci a breve nuove aree degradate? Nonostante questo, l’Amministrazione Comunale sta continuando con i suoi vecchi progetti di consumo di suolo. Sull’area denominata De Gasperi Ovest e sul Pratone dovrebbero sorgere ottocento nuovi appartamenti. A Cascina San Francesco è previsto Sportlifecity, un mega impianto sportivo che dovrebbe fare da contraltare ad uno simile che è progettato a Milano, nel quartiere di Santa Giulia, a tre chilometri di distanza. Per l’intervento su quest’ultima area l’amministrazione comunale ha inoltre deciso di non sottoporre il piano alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), pur essendo state evidenziate molte criticità sotto il profilo ambientale (traffico, invarianza idraulica, inquinamento…) da enti pubblici e privati.
In più, contro ogni logica e contravvenendo alle raccomandazioni delle leggi nazionali e regionali, l’amministrazione, invece di utilizzare aree dismesse da rigenerare, ha deciso di costruire una struttura pubblica sul Pratone, l’area al centro della città che sarà già parzialmente impermeabilizzata dagli insediamenti privati.
Melegnano
Melegnano, già maglia nera del Sud Est Milano, sta progettando di consumare altro suolo vergine.
Il PGT deciso, dalla precedente amministrazione prevede la cementificazione di quattro lotti per complessivi 409.307 mq.; l’attuale amministrazione non solo non ha cercato di modificare il PGT ma si è rassegnata a soddisfare i più ingordi appetiti delle proprietà. Contro questo scempio è nato un comitato di cittadini; è stata presentata una diffida per bloccare l’edificazione di un lotto su cui era presente un’area boscata e un ricorso al TAR per bloccare i piani attuativi di un altro lotto.
Per finanziare i costi del ricorso stiamo raccogliendo fondi. Per il momento i progetti sono fermi.
"Binasca"
Di fronte ad un progetto della Regione Lombardia che, per risolvere i problemi di traffico sulla SP40 (la Binasca), ipotizzava, tra l’altro, la costruzione di una nuova autostrada abbiamo studiato i documenti, incontrato esperti e amministratori e infine abbiamo prodotto un libro bianco che motiva e supporta la nostra posizione: nessun lavoro straordinario, solo la messa in sicurezza dei tratti stradali più problematici.
La nostra posizione è condivisa anche dagli amministratori locali, con cui però dovremo confrontarci per fissare un nuovo obiettivo: consumo di suolo zero lungo tutto il tracciato stradale.
Le amministrazioni
Arroganza, scarsa trasparenza e poca attenzione ai cittadini sono caratteristiche che caratterizzano alcune amministrazioni comunali con cui ci simo confrontati, amministrazioni che hanno una visione del futuro che sa di passato.
Crescita e sviluppo sono le parole che riempiono la bocca di questi nostri amministratori, parole che, in assenza di una riflessione su quale crescita e quale sviluppo, si traducono inevitabilmente nell’accettare qualunque richiesta di costruire da parte dei proprietari delle aree.
Tutte però a rivendicare la loro anima ambientalista per aver piantato qualche albero, salvo poi autorizzare senza porsi troppi problemi nuovo consumo di suolo.
Le risposte dei cittadini
Di fronte all’assalto al suolo sono spontaneamente sorte associazioni di cittadini per difendere questo bene comune:
- No logistica – San Zenone al Lambro
- Comitato Salviamo il Pratone – San Donato Milanese
- No logistica – Paullo
- Comitato Stop San Carlo/Bertarella – Melegnano
Manifestazioni, raccolte di firme e appelli, due diffide presentate alle amministrazioni comunali di Paullo e Melegnano per bloccare dei piani d’intervento, un ricorso al TAR presentato contro l’insediamento di un Data Center in un’area di 235mila mq a Melegnano
Le prospettive future
Conoscere le aree verdi e capire quale potrebbe essere il destino riservato loro dai PGT ci metterà in condizione di lanciare progetti di tutela ancora prima che siamo effettivamente minacciate, da qui l’esigenza di lanciare un Censimento delle aree verdi
Un Censimento delle aree dismesse ci consentirebbe invece di ragionare e proporre al- ternative per nuove infrastrutture o insediamenti senza dover consumare nuovo suolo. Abbiamo deciso di produrre un libro fotografico con l’obiettivo di raccontare anche visivamente miserie e nobiltà del nostro territorio.
Tutti i cittadini hanno diritto di vivere in un ambiente più bello e rispettoso della natura, dell’agricoltura, della propria storia e cultura.
Allegati
Evoluzione della popolazione per Comune
Dal rapporto ISPRA
Il rapporto ISPRA
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, è un ente pubblico di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministro dell’ambiente.
Pubblica annualmente un rapporto sul consumo di suolo.
Nel 2020, l’anno in cui l’economia si è fermata per la pandemia, la crescita del cemento è stata contenuta, se così si può definire la perdita di oltre dieci ettari di suolo. I comuni che hanno continuato a consumare suolo sono stati Mediglia, Paullo, Peschiera, San Giuliano Milanese, San Zenone al Lambro e Vizzolo Predabissi, tutti con un valore vicino all’1% del totale della superficie comunale.
Dal dato dei comuni della provincia di Milano appare evidente come positiva sia la tutela del suolo garantita dal Parco Agricolo Sud Milano.
Lo studio dell’ISPRA si spinge in là nella valutazione dell’impatto del consumo di suolo va- lutando anche i costi della perdita dei servizi ecosistemici (SE) del suolo sigillato.
Ma vediamo cosa sono, per sommi capi questi servizi dalla definizione che ne dà l’ISPRA:
Servizi ecosistemici: definiti come i benefici (o contributi) che l’uomo ottiene, direttamente o indirettamente, dagli ecosistemi che si suddividono in:
- servizi di approvvigionamento (prodotti alimentari e biomassa, materie prime, etc.);
- servizi di regolazione e mantenimento (regolazione del clima, cattura e stoccaggio del carbonio, controllo dell’erosione e regolazione degli elementi della fertilità, regolazione della qualità dell’acqua, protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici estremi, riserva genetica, conservazione della biodi- versità, etc.);
- servizi culturali (servizi ricreativi e culturali, funzioni etiche e spirituali, paesaggio, patrimonio natu- rale, etc.).
Data l’importanza di questi servizi l’Europa ha deciso di valutare anche sotto il profilo economico il danno derivante dalla loro perdita.
Nel cercare di fornire metodologie per la valutazione dei SE, alcuni ricercatori si sono soffermati sulla valutabilità in termini economici […], altri al contrario si sono concentrati sugli aspetti non valutabili con valore mo- netario […], altri infine hanno seguito la strada di valutazioni attraverso indicatori ecologici o valutazioni di tipo termodinamico e biofisico. L’Europa ha adottato il concetto della valutazione economica, a partire dalla discussione della Roadmap per l’uso efficiente delle risorse, nell’ambito del quale si è iniziato a riconoscere che una parte delle risorse naturali non venivano considerate nei sistemi di contabilità nazionale perché non riconosciuti come asset economici dai mercati […]. Come dimostra il progetto Mapping and Assessment of Ecosystems and their Services […] si possono evidenziare tre componenti del capitale naturale: il sottosuolo non rinnovabile e consumabile, flussi abiotici da fonti rinnovabili e (nel breve periodo) non consumabili ed infine il capitale ecosistemico, rinnovabile e consumabile.
Nel rapporto ISPRA 2021 scopriamo la dimensione del consumo di suolo anche in termini economici:
è stato calcolato che, a livello nazionale, la perdita economica causata dalla riduzione di produzione agricola provocata dal consumo di suolo tra il 2006 e il 2012 e tra 2012 e il 2020 è stata mediamente pari a 80.356.708 euro corrispondenti ad una perdita patrimoniale di 8.035.670.879 euro per il primo periodo e di 80.741.913 euro (perdita patrimoniale di 8.074.191.269 euro) per il secondo periodo analizzato per l’agricoltura convenzionale.
E ancora:
Considerando i costi annuali medi dovuti alla perdita di servizi ecosistemici, sia per la componente legata ai flussi, sia per la componente legata allo stock […], si può stimare, se fosse confermata la velocità media 2012-2020 anche nei prossimi 10 anni e quindi la crescita dei valori economici dei servizi ecosistemici persi, un costo cumulato complessivo, tra il 2012 e il 2030, compreso tra 81,5 e 99,5 miliardi di euro.
Dalla proposta di legge Contro il consumo di suolo:
La riduzione di quest’ultima funzione ha pesanti riflessi sull’aumento dei costi energetici: l’impermeabilizzazione del suolo causa un aumento delle temperature di giorno e, per accumulo, anche di notte. In sintesi, il dato nazionale evidenzia che la perdita economica di servizi ecosistemici è compresa tra i 538,3 e gli 824,5 milioni di euro all’anno, che si traducono in una perdita per ettaro compresa tra 36.000 e 55.000 euro
Non stiamo parlando di minuzie, l’impatto del consumo di suolo nell’economia nazionale è significativo, e non possiamo dimenticare che questi costi sono finanziate dalle tasse, dunque, escono dalle nostre tasche. E sono costi che oggi paghiamo noi, poi li dovranno pa- gare i nostri figli e i nostri nipoti… per l’eternità. Non si spiega dunque la disattenzione dei nostri amministratori locali che dimenticano di considerare questi costi, disattenzione certamente colpevole dato che oggi questi dati sono di pubblico dominio.
[…] la maggior parte dei SE sono minacciati da una serie di pressioni politiche, economiche e culturali, il cui controllo è in gran parte regionale e locale. D’altra parte, anche i parametri del benessere umano, quali ric- chezza, salute, valori culturali, cui sono in ultima istanza finalizzate le valutazioni, si correlano con le risorse naturali soprattutto a livello locale. Di conseguenza la dimensione locale, nonostante le difficoltà, rimane una priorità per la valutazione.
e conclude: […], la scala locale rimane invece più difficile da affrontare.
Questo concetto viene ribadito in un articolo di Reticula, la rivista tecnico-scientifica dell’ISPRA, Nr 9/2015
Le amministrazioni locali, sede delle principali decisioni che influenzano il consumo di suolo, si trovano spesso ad affrontare la questione della perdita dei servizi ecosistemici con poca consapevolezza e con stru- menti conoscitivi inadeguati. Lo sviluppo di sistemi di valutazione può essere, quindi, un efficace supporto alle decisioni politiche dal livello nazionale a quello locale.
È quello a cui assistiamo quotidianamente nei nostri comuni. Il suolo è considerato cosa senza valore e il suo proprietario può disporne a proprio piacimento, basta che versi un piccolo obolo alla comunità. Tutto ciò nel più assoluto disinteresse degli obiettivi di riduzione del consumo di suolo fis- sati dall’Europa e dall’ONU, come ci ricorda ancora l’ISPRA:
L’ Europa e le Nazioni Unite ci richiamano alla tutela del suolo, del patrimonio ambientale, del paesaggio, al riconoscimento del valore del capitale naturale e ci chiedono di azzerare il consumo di suolo netto entro il 2050, di allinearlo alla crescita demografica e di non aumentare il degrado del territorio entro il 2030.
In sintesi, gli obiettivi da raggiungere sono:
- l’azzeramento del consumo di suolo netto entro il 2050;
- la protezione adeguata del suolo anche con l’adozione di obiettivi relativi al suolo in quanto risorsa
- essenziale del capitale naturale entro il 2020;
- l’allineamento del consumo alla crescita demografica reale entro il 2030;
- il bilancio non negativo del degrado del territorio entro il 2030.
Dal rapporto DUSAF
Il rapporto DUSAF (Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali)
È un rapporto prodotto dall’ERSAF, l’ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste della Regione Lombardia. L’ultimo aggiornamento è relativo al 2018
Pur lavorando sugli stessi dati, l’angolo di visuale è differente da quello del rapporto ISPRA. Fotografa la situazione del suolo agricolo e forestale, classificando come suolo an- tropizzato anche il verde urbano, e non solo quello sigillato. Per la classificazione utilizza cinque categorie, ciascuna con ulteriori sotto-classificazioni:
L’indagine non viene prodotta ogni anno, ma la scansione temporale del DUSAF ci con- sente un’analisi sull’evoluzione del nostro territorio. Scopriamo quindi che:
Evoluzione 1954→2018
Aree antropizzate da 710 ha→5.343 ha
Mq di suolo per abitante da 142 → 306
Perdita di suolo agricolo 4.990 ettari
Nello stesso periodo gli abitanti sono passati da 50.101 → 174.660 (dati dei censimenti o, se non disponibili, della popolazione residente)
Da Il sistema del cibo a Milano approfondimento tematico sulla Food Policy del Comune di Milano: in Lombardia un ettaro di suolo può fornire le calorie necessarie per nutrire 5,9 persone; dunque, perdendo quei quasi cinquemila ettari abbiamo condannato alla fame perpetua circa 30 mila persone.
In Lombardia l’autoproduzione alimentare ricopre solo il 74,1% del fabbisogno calorico. Per supplire alla carenza di cibo dobbiamo ricorrere alle importazioni, con un effetto nega- tivo sulla bilancia dei pagamenti e con la perdita di sovranità alimentare sia per noi che per i paesi che ci vendono il cibo, molto spesso sottraendolo ai loro connazionali
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