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Cronaca di un Disastro Annunciato

le Amministrazioni Comunali responsabili, del massacro degli alberi

È l’ennesima storia di ordinaria follia amministrativa: alberi adulti, monumenti verdi che per decenni hanno regalato ossigeno e frescura ai cittadini, vengono abbattuti in nome di una presunta modernità. Le giustificazioni ufficiali, più ridicole di un vecchio film comico, parlano di piante infestanti, di specie non locali e di una futura riforestazione con il triplo degli alberi abbattuti. Ma è evidente a chiunque abbia un minimo di cognizione ecologica che il saldo è sempre negativo.

Gli amministratori locali, incapaci di una visione a lungo termine e, a quanto pare, privi anche di una conoscenza basilare dell’ecologia urbana, continuano a proporre lo stesso ritornello: “Al loro posto pianteremo tre nuovi alberi per ogni albero abbattuto”. Questa promessa, che potrebbe sembrare rassicurante a un primo sguardo, si scontra con la realtà dei fatti: gli alberi piantati raramente vengono curati adeguatamente e spesso non sopravvivono.

Ma non basta piantare nuovi alberi. Gli alberi adulti sono insostituibili. Non è solo una questione di quantità, ma di qualità e di tempo. Gli alberi maturi sono potenti assorbitori di CO2, offrono ombra e frescura, supportano la biodiversità e migliorano la qualità dell’aria in modo che i nuovi alberelli, piantati senza alcuna cura e spesso destinati a una vita breve, non possono competere. Ci vogliono almeno dieci anni perché un giovane albero inizi a fornire benefici comparabili a quelli di un albero maturo. Nel frattempo, il nostro ambiente urbano perde preziose risorse naturali, mentre i cittadini respirano aria sempre più inquinata.

Gli amministratori sembrano essere più interessati a colate di cemento e nuove strade, ad un modello di sviluppo che, ironicamente, è ormai vecchio e obsoleto. Un modello che non tiene conto della salute pubblica né dei cambiamenti climatici. E intanto, le temperature aumentano, l’inquinamento atmosferico cresce e i polmoni verdi delle nostre città vengono sacrificati sull’altare della presunta modernità.

I cittadini, giustamente indignati, assistono impotenti al massacro verde. Le proteste spesso cadono nel vuoto, soffocate da spiegazioni tecniche che non convincono nessuno. La promessa di piantare nuovi alberi si trasforma rapidamente in una bugia evidente quando, passati pochi mesi, le nuove piantine appaiono secche, dimenticate, abbandonate a se stesse.

È tempo che gli amministratori comunali capiscano che la loro responsabilità non è solo quella di gestire il presente, ma di pianificare il futuro. Un futuro che richiede una visione ecologica e sostenibile, in cui gli alberi non sono un ostacolo, ma una risorsa preziosa da proteggere e valorizzare. Se non sono in grado di farlo, forse è il momento che facciano un passo indietro e lascino il posto a chi ha la visione e il coraggio di investire realmente nel benessere delle comunità e del pianeta.

 

Fabrizio Cremonesi N>O>I

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