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Democrazia e Intelligenza Artificiale
L'Intelligenza Artificiale riguarda ognuno di noi, ovunque e sempre. Dai processi che attiviamo per pensare e scegliere, alle azioni che facciamo i casa, al nostro quartiere, alla città, agli spazi e ai tempi glocali. Occorre una consapevolezza condivisa perché le corporation dei Big Data non decidano gli sviluppi possibili. Questo è il mio contributo al Simposio che si terrà il 28 giugno a Roma in collaborazione con la University for Peace delle Nazioni Unite.
Fiorello Cortiana
DEMOCRAZIA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Fiorello Cortiana Demos Sotto il profilo etimologico e alla luce delle forme di convivenza lungo la storia, la democrazia è il “governo del popolo”.
Una sovranità, una soggettività politica, esercitata attraverso strumenti di consultazione popolare per la delega della rappresentanza e per l’esercizio sussidiario della Cittadinanza Attiva.
Con l’estensione digitale dello spazio pubblico, la sua pervasività asincrona, la potenza di calcolo delle sue infrastrutture ci dobbiamo chiedere “governo del popolo” da parte di chi?
Altrimenti: come garantire una partecipazione consapevole da parte dei cittadini al governo della cosa pubblica e della propria dimensione personale.
Lo sviluppo della Società dell’Informazione con la Società della Conoscenza non ha interessato solo il sistema delle relazioni economiche, finanziarie e industriali. Esso ha costituito una rivoluzione nel sistema delle relazioni sociali e quindi nella politica, la quale ha registrato un significativo indebolimento all’inizio di questo millennio. Un indebolimento che non ha preso corpo con lo sviluppo delle tecnologie computazionali digitali.
Non è stato un processo ineluttabile ma un modello di sviluppo quantitativo illimitato frutto delle scelte dettate dagli interessi e dalle pratiche messe in atto da attori sociali, da corpi sociali e da strutture statuali. Sono gli effetti, gli esiti, dell’indirizzo di questo processo in atto a poter essere irreversibili per la natura costitutiva della nostra specie e del vivente tutto.
Natura costitutiva che ha un carattere informazionale dalla cellula nella sfera biologica, al bit in quella antropologica e nella relazione tra loro, come nei paesaggi delle colline toscane o nei rendering plausibili prodotti da applicazioni digitali.
Polis, Mercato, Tribù Un effetto di scelte ben descritte da Simon Reid-Henry in Empire of democracy: “Convinti che la democrazia andasse dove portava il capitalismo, i leader occidentali, nell’immediato dopoguerra, si sono concentrati sulla massimizzazione dei ritorni da questo franchising capitalista piuttosto che su l’incorporamento di valori sociali liberali nell’architettura istituzionale globale: per alcuni anni, è stato proprio il loro dominio dell’ordine.
Il flusso di ritorno su quel particolare investimento storico è oggi fin troppo evidente.“ “Dagli anni ’70 la caccia alla crescita della produttività persa ha alimentato una serie di politiche che hanno consentito di aumentare ancora una volta la disuguaglianza nel tentativo di ripristinare il tasso di profitto precedente”.
“La concorrenza è stata più dura; le comodità per tutti sono state sostituite da lussi per pochi e i loro oneri, solitamente gratuiti, per gli altri.” «Nella forma che alla fine assunse questa lotta, il nazionalismo territoriale divenne l’antitesi del globalismo economico. Nel processo, non solo il consenso politico, ma anche il pluralismo dei valori è diventato più difficile da raggiungere’. (…) ‘
Ma il pluralismo nella sua essenza è sia più che meno dell’accettazione degli ‘altri’. È la disposizione a cedere volontariamente alcuni dei propri privilegi». “La società è lacerata e strappata.”
L’integralismo islamico è stato il riflesso di una reazione tribale al tipo di globalizzazione in atto, in altre latitudini sono stati il populismo e il sovranismo piuttosto che il rilancio armato di una presunzione imperiale.
Il Mare Digitale e il Vuoto Il vuoto lasciato dalle narrazioni ideologiche del ‘900, nella definizione del senso comune dell’agire in società, nel contesto attuale di atomizzazione sociale nei processi di produzione di valore è colmato dalle risposte della rete, comunque generate, comunque manipolate. Risposte alla domanda di senso individuale dell’agire sociale che, sommato, diventa moltitudine ed indirizzo. La rete digitale interconnessa e le sue reti sociali costituiscono un ecosistema cognitivo collettivo che ha esteso lo spazio pubblico, ha disintermediato la relazione tra fonti istituzionali e accesso/produzione/condivisione di informazione.
La sua pervasività permette la tracciabilità dei comportamenti e la profilazione dei consumi, con possibilità previsionali delle scelte economiche, politiche, religiose, sessuali, sindacali.
E’ questo intreccio che fa emergere l’elemento cruciale dell’attuale crisi dell’istituto della democrazia: il dominio internazionale.
Stati Senza Territorio Le grandi corporation del digitale hanno un bilancio superiore a quello di grandi stati, inquinano come uno stato medio, con i loro centri di calcolo e con i materiali necessari alle infrastrutture, eludono ed evadono le imposizioni fiscali con la loro disseminazione planetaria e nei paradisi fiscali.
Hanno una potenza di intervento sul mercato che, nella deriva finanziaria dell’economia, li rende capaci di una azione di indirizzo dell’agire collettivo, con la sostituzione di forza lavoro anche cognitiva, che non risponde al alcun mandato, ancorché perfino autocratico.
A parte il Governo Cinese che impone alle corporation condizioni per verificare e perpetuare le restrizioni alla libertà di associazione, limitare la libertà di coscienza e ridurre al minimo la probabilità che la libertà di informazione ed espressione formino una solidarietà politica in grado di sfidare la sua autorità.
Un’azienda sconosciuta al grande pubblico potrebbe richiedere l’integrazione di GAFAM, l’acronimo che rappresenta il cartello delle corporation dell’ICT e dell’IA in occidente: Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft.
La performance in Borsa di Nvidia ha quasi raggiunto il «trilione», mille miliardi di dollari, +160%al Nasdaq dall’inizio dell’anno.
Quanto basta a un’azienda nata tra amici in un fast-food nella Silicon Valley californiana trent’anni fa per entrare nel club esclusivo . Non produce soluzioni di IA come ChatGPT, i chatbot, le criptovalute, ma i microchip per i generatori di intelligenza artificiale. Per i cercatori auriferi dell’IA servono pale ed escavatori, appunto.
Enclosures dei Commons C’è qualcosa che è oltre la natura di un modello commerciale: le corporation hanno tentato di scambiare come prodotti da tutelare tramite brevetto gli alfabeti usati per produrli. Siano alfabeti relativi alla sfera biologica, come le sequenze geniche per le combinazioni transgeniche magari sterili per creare dipendenza della domanda, o che appartengano alla sfera antropologica come le stringhe di algoritmi.
Con la riduzione degli alfabeti a una disponibilità proprietaria dentro il modello liberista, che presenta il conto planetario ambientale, sanitario, sociale e politico, si pregiudica entro standard predefiniti la libertà di narrazione.
Di più si costringe dentro un paradigma riduzionista la produzione di valore dentro la società della conoscenza che vive in un paradigma complesso dove la condivisione e la contaminazione degli alfabeti e delle grammatiche costituiscono la condizione necessaria per generare nuove combinazioni capaci di rispondere all’inaspettato.
Dove il pluralismo interoperabile dei sistemi operativi è essenziale per la robustezza e la sopravvivenza dell’ecosistema cognitivo collettivo.
Se condizioni di monopolio o di scelta normativa riducessero questo pluralismo a un solo sistema operativo con le sue specifiche applicative, non solo ci precluderebbe possibili sviluppi creativi ma, a fronte di un problema sistemico inaspettato che questo sistema operativo non può affrontare, lo stesso ecosistema cognitivo sarebbe a rischio.
Stringhe Sequenze Alfabeti Grammatiche Ciò ha posto interrogativi ineludibili sulle forme e sull’esercizio del potere economico, politico e sociale. La disponibilità, la trasparenza, l’accesso, la conoscenza delle funzioni svolte dalle stringhe di algoritmi alle sequenze geniche, equivale a quello degli alfabeti e delle grammatiche, delle note e degli accordi, dei colori e dei segni.
Essenziali per la definizione dei piani di vita di ogni essere umano in condizioni di libertà. La politica è debole in relazione alla finanza e alle corporation digitali e l’istituto della democrazia conosce una profonda crisi di legittimità nei paesi che lo hanno scelto.
Per questo la politica come espressione di soggettività e di indirizzo nel Patto Civile è chiamata in causa in modo non rinviabile. Il fattore di cambiamento che ha accelerato esponenzialmente questo processo è stato il World Wide Web. Internet, la rete delle reti planetarie interattive, un ecosistema cognitivo collettivo che, con il salto al Deep Learning e alla Intelligenza Artificiale si dispiega come una rete neurocerebrale, che si relazione con quelle delle nostre menti.
Nella rete di Internet è possibile una moltiplicazione di funzioni e di relazioni tra i vari linguaggi espressivi produttori di conoscenza, con esperienze di nomadismo relazionale e culturale nelle quali ai battaglioni irregimentati si sostituiscono gli sciami nella loro composizione/scomposizione e mobilità.
Virtualità vs Viralità In una rete governata da algoritmi predefiniti, ancorché evolutivi, con quale discrezionalità e autonomia ciò avviene?
Qui nascono i problemi, proprio per la non virtualità della ‘rete delle reti’, perché essa è una estensione delle possibilità cognitive e di produzione di risposte di senso.
Nell’era digitale, ancor più con gli sviluppi di IA, la privacy non riguarda il diritto a essere lasciati soli nella sfera della propria intimità.
Significa il diritto a definire consapevolmente e liberamente la propria identità e non a subirne l’eterodefinizione.
Nella estensione digitale dello spazio pubblico, la disintermediazione si accompagna alla piena convergenza dei supporti digitali, con una tracciabilità e profilazione assolute della identità di ognuno secondo criteri e codificazioni arbitrarie e con conseguenze discriminatorie in relazione alle garanzie della Costituzione Italiana e del Trattato Costituzionale Europeo.
Di più, come è stato ben evidenziato nel caso conclamato del ‘Russia Gate’ nella campagna elettorale di Trump, queste pratiche possono portare anche ad una eterodefinizione manipolatoria delle identità oltre che alla costituzione di identità fittizie e alla messa in opera di azioni atte a manipolare la libera formazione di convincimenti nella opinione pubblica.
Le Tecnologie sono Politiche, la Politica è Decisione La rete non è disintermediata e libera, ‘uno non vale uno’ a differenza del voto elettorale di ogni cittadino, in rete conta certamente l’autorevolezza ma sicuramente la potenza di viralizzazione.
Le tecnologie sono politiche e il potere risiede nel controllo delle loro possibilità di profilazione codificata e di selezione previsionale.
L’Intelligenza Artificiale non è una nuova forma di intelligenza ma una componente, certamente cruciale dell’intelligenza: la funzione previsionale.
I Robot non c’entrano. L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia predittiva, le previsioni servono da input per la riduzione dell’incertezza nel processo decisionale. I sistemi di IA possono essere utili coadiuvanti della decisione, possono essere pericolosi laddove sono sostitutivi della responsabilità di decidere.
L’ intelligenza Artificiale semantica, è una combinazione di metodi e strumenti per risolvere casi in modo preciso, con una gestione della qualità dei dati più automatizzata, superando le criticità dei sistemi di Machine Learning che producono risultati parziali.
Il processo di ragionamento dei sistemi di Intelligenza Artificiale semantica combina in modo dinamico le informazioni per rispondere a domande e per indicazioni anche in modalità non anticipate o specificate algoritmicamente.
La consapevolezza, il Senso, l’Identità La questione non è relativizzabile né differibile: quanto affidiamo a sistemi di algoritmi semantici il nostro processo cognitivo?
Di più quanto affidiamo a questi sistemi le nostre domande di senso? I rischi legati all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale sono dovuti ai “bias”, cioè ai pregiudizi interni alle logiche di codificazione nella progettazione del software, così i sistemi di analisi dei dati basati presentano risultati discriminatori o di sottovalutazione nei confronti di specifici gruppi di persone.
Preconcetti razziali, di genere, di sesso biologico, di generazione, di orientamento politico e culturale. Si tratta della definizione della possibile etero-definizione della nostra identità. Sorveglianza, orientamento, senso comune dell’agire collettivo, diversivi della partecipazione ai processi deliberativi, controllo dei dati digitali.
Gli algoritmi permettono l’elaborazione orientata dei dati. Sono procedure logiche che, attraverso istruzioni con una sequenza di passi finiti elementari e non ambigui, risolvono dei problemi relativi a strutture di organizzazione e rappresentazione di dati. Già oggi la potenza di calcolo computerizzato permette l’analisi e la comparazione di una quantità di dati prima impossibile. Se la questione riguarda la definizione di orientamento di genere, la predisposizione genetica a certe patologie e la possibile probabilità invalidante, possono prendere corpo indicazioni, valutazioni e scelte socio sanitarie, assicurative, di opportunità di lavoro, a carattere discriminatorio nei confronti delle singole persone.
Così per opportunità legate al merito e alle prospettive di successo, vale per il settore dell’istruzione, con criteri selettivi basati sui precedenti che possono scartare i nuovi candidati con percorsi diversi e non contemplati dall’algoritmo. Altrettanto vale per il settore della giustizia e le probabilità di recupero o di recidiva.
La Natura Informazionale del Vivente e la Selezione La natura costitutiva del vivente è informazionale, a partire dalle cellule, e alla loro differenziazione nel moltiplicarsi. Le stringhe di algoritmi saranno sempre più il registro di codificazione con il quale ci relazioniamo alla sfera biologica e alle sequenze geniche esistenti e possibili.
Consideriamo i potenti esponenti delle corporation che hanno dato vita alla rete dei Lungotermisti e dell’Altruismo Efficace, una loggia di potenti e di cortigiani agit-prop delle imprese ICT e delle accademie.
Hanno investito e raccolto risorse notevoli per definire modalità di codificazione previsionale dei criteri di selezione e indirizzo delle risorse e degli investimenti al fine di garantire, con razionalità utilitarista, prospettive di vita, sviluppo ed esistenza agli individui digitali da qui a un futuro millenario.
Tutto è giustificato da questo fine: discriminazione sociale ed eugenetica sono quasi un effetto automatico e logico.
Nicoletta Prandi in ‘EFFETTO ATLANTIDE come salvarci dal naufragio digitale’ ha chiesto a Emile P. Torres, filosofo dell’Università di Hannover: “La realtà dimostra che le connessioni tra il Lungotermismo e l’impresa, la politica e la ricerca accademica esistono già. E’ proprio così?”
“Assolutamente. il Lungotermine è penetrato nell’industria tech (Elon Musk ne è un esponente e la rappresentazione plastica dei suoi principi è l’idea di sprigionare tutto il potenziale della mente umana perpetuandolo il più possibile nel futuro), ci sono esponenti anche all’interno delle Nazioni Unite e molti altri stanno cercando di conquistare posti dirigenziali nelle istituzioni pubbliche.
Ci sono più di 46 miliardi di dollari investiti nella comunità lungotermista, miliardari ingaggiati: una superpotenza.” Nessuna paranoia complottista ma una informazione pubblica per l’esercizio di una coscienza critica.
Non dobbiamo chiederci se l’Intelligenza Artificiale può cambiare la società e il senso comune dell’agire collettivo, perché questo sta avvenendo.
Ci dobbiamo chiedere come la politica, come esercizio discrezionale di soggettività collettiva, può indirizzare questo cambiamento.
I computer quantistici si profilano come la nuova frontiera dello sviluppo digitale. Prospettano una rivoluzione pervasiva, come è avvenuto con l’avvento dell’informatica, grazie alla capacità di processare informazioni in modi ora impossibili.
Ad esempio nella Crittografia e nella sicurezza informatica. Potenziando o minacciando la sicurezza degli attuali sistemi crittografici. Potrebbero aiutare a sviluppare nuovi farmaci e nuovi materiali, simulando il comportamento delle molecole.
Potrebbero migliorare la velocità e l’efficacia nell’analisi dei dati e nello sviluppo dei modelli di apprendimento automatico dell’Intelligenza Artificiale. Velocità e precisione per le previsioni meteorologiche, con modelli climatici più accurati, anche grazie ai nuovi satelliti meteo, costruendo modelli predittivi di catastrofi naturali e dei cambiamenti climatici. Libertà è Partecipazione Informata Nelle potenzialità, quindi nelle opportunità e nei rischi dell’uso dell’Intelligenza Artificiale risiede la seconda ambivalenza della pervasività digitale e delle procedure analitiche degli algoritmi.
Qui c’è un ulteriore salto logico perché si passa dal controllo della rete e dei suoi prodotti alla generazione sostitutiva di valori politici ed etici. Possiamo esternalizzare i processi cognitivi e tutte le scelte conseguenti? Possiamo affidare scelte relative a diritti fondamentali della persona ad algoritmi?
Possiamo ridurre le intuizioni, l’empatia e la percezione come esito combinato di sensi/saperi/sapienza, alla calcolabilità predefinita? Dobbiamo chiederci se la natura dei processi relazionali e cognitivi propri di questo contesto consentono di coglierne le inedite opportunità.
Questo perché le tecnologie digitali, gli strumenti che utilizziamo, le reti sociali e i loro processi di relazione precostituiti con informazione, comunicazione, conoscenza, stanno ri-configurando drammaticamente i processi neurali, le nostre possibilità cerebrali e i processi cognitivi. Il nostro sistema nervoso centrale si modifica lungo tutta la vita.
Nel cervello si formano continuamente nuove sinapsi, mentre quelle che non sono più utilizzate degenerano. Questo sofisticato processo, noto come neuroplasticità, riveste un ruolo cruciale nei processi di apprendimento, con cambiamenti funzionali e anatomici.
Libertà è Responsabilità Le logiche di controllo computazionale, le potenzialità comparative e predittive, le potenzialità generative della condivisione per l’intelligenza collettiva interconnessa, costituiscono una estensione della mente, individuale e sociale.
Laddove, invece, c’è l’esternalizzazione della memoria, dell’intelligenza, dell’organizzazione del pensiero, della classificazione dei dati, del trattamento dell’informazione, diventiamo dei simbionti cognitivi e, insieme alla responsabilità delle scelte, rinunciamo all’esercizio di una libera soggettività, individuale e sociale, rinunciamo quindi alla cittadinanza.
Questo dentro a sistemi digitali capaci di apprendere e che, in ogni caso, si devono relazionare con il principio di sostenibilità dei loro effetti sulla natura. Dopo i disastri ambientali della velleità e della presunzione di una Hybris antropocentrica oggi rischiamo la relativizzazione della nostra pienezza esistenziale attraverso la cessione di sovranità all’Intelligenza Artificiale e ai controllori di algoritmi che non rispondono ad alcun interesse generale e ad alcun mandato e rendicontazione democratici.
Bios Perciò è vitale la persistenza della piena relazione mente-corpo-natura, la relazione equilibrata tra sfera antropologica e sfera biologica, tra sapere e sapienza.
L’intelligenza collettiva attraverso la connessione di esperienze, competenze, consente una condivisione della conoscenza mai esperita prima e con essa una opinione pubblica quanto mai avvertita, ad un tempo consumatrice e produttrice di sapere. Questo scenario appare come il possibile cambiamento sociale più importante di questo inizio di millennio.
Ancora una volta siamo chiamati da una sfida inedita a porci in modo non rinviabile la questione del significato e del senso dell’essere umani, animali umani. Lo spazio pubblico definito dalle reti di reti digitali dei nuovi media si propone quindi come uno spazio di nuove opportunità democratiche e di nuove minorità e diseguaglianze. Ad un tempo aumentano la socialità e il divario sociale e culturale, la disintermediazione dell’informazione e la sua opacità, che accompagna quella del potere.
Ciò che mette in luce lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale combinata con Big Data e concentrazione finanziaria è la crisi dell’istituto della democrazia. Simon Reid-Henry in Empire of democracy scrive: “Il problema non riguarda i populisti e gli antiliberali, non più di quanto non riguardi l’immigrazione, o la globalizzazione, o qualsiasi altra delle piaghe del momento. Sta nel diverso modo in cui liberalismo, democrazia e capitalismo si sono forgiati insieme nell’era post-70, in un momento di transnazionalizzazione e alla luce di una serie di comuni sfide sociali e politico-economiche. Ma dove ci lascia il riconoscimento di questo oggi e in futuro?”
“La democrazia è un riflesso della volontà delle persone che accettano di legarsi con il vincolo delle norme comuni e civiche. Se le persone sono arrabbiate, risentite e confuse, lo sarà anche il sistema democratico che costituiscono. Dimenticare questo è uno dei motivi per cui alcune delle spiegazioni più compiacenti, ma diffuse, degli attuali travagli della democrazia vedono che la vera minaccia per la democrazia risiede altrove, nella sua tendenza all’eccesso sconsiderato.” Jason Brennan, filosofo politico, sostiene che ‘Le persone hanno così poca voce in capitolo con il loro unico voto che, in primo luogo non ha senso partecipare.’ Consapevolezza e Netizenship Abbiamo bisogno di consapevolezza affinché la nostra relazione con l’estensione digitale sia funzionale alla nostra dimensione umana per lo sviluppo di una cultura della cittadinanza condivisa nello spazio pubblico digitale, per una consapevole netizenship.
Occorrono una coscienza di specie, una connessione responsabile per dare vita e capacità di indirizzo pubblico a un blocco sociale dell’innovazione qualitativa, quindi socialmente e ambientalmente abilitante e sostenibile. Qui occorre capire come relazionarsi con l’Intelligenza Artificiale e i suoi algoritmi per elaborare il nostro rapporto con il vivente. Si tratta dell’espressione delle libertà individuali e della sostenibilità, per la nostra specie, delle azioni e degli effetti del modello di sviluppo su questa piccola Terra nel pieno dispiegarsi dell’era digitale che presenta una natura costitutiva con una doppia ambivalenza.
Il problema dei “bias” è cruciale per un modello di intelligenza artificiale affidabile. Si tratta di un processo revisionale che ha successo se è aperto e partecipato.
Siamo tutti prosumer di conoscenza nella interattività pervasiva della rete. Prosumer Acutamente Nicoletta Prandi in ‘EFFETTO ATLANTIDE Come salvarci dal naufragio digitale’, a proposito dell’entrata in scena di Chat GPT, fa notare “Perché OPEN AI ha rilasciato gratuitamente l’app, costata miliardi di dollari? Per farcela provare e per ottenere da noi, a costo zero miliardi di informazioni utili: come la usiamo, cosa le chiediamo di fare, in quali falle di sistema incappiamo.”
Il Deep Learning è in piena coerenza con la pervasività digitale quindi con decisioni basate su previsioni generate da algoritmi. Decisioni che utilizzano e riguardano piattaforme social, di ricerca d’impiego, di notizie, il casellario giudiziario, la distribuzione della pubblicità, l’accesso a prestiti, le iscrizioni ai percorsi formativi,i servizi sociali e via elencando i settori.
Per questo la partecipazione condivisa di tutti gli stakeholder, esperti, programmatori, consumatori, può individuare i segni dei pregiudizi, costruire dei processi di codificazione capaci di considerare casi particolari e concorrere allo stesso tempo mantenersi agli sviluppi dell’apprendimento automatico. Per questo la disponibilità condivisa delle informazioni e dei processi in atto deve restare pubblica.
Il principio di precauzione per l’analisi dei possibili effetti nello spazio e nel tempo non è una interdizione oscurantista dell’innovazione, bensì l’esercizio informato di una soggettività responsabile.
E’ perciò importante chiedere e sapere chi sono gli attori dello scenario dell’evoluzione digitale, con che ruoli nella commedia della vita e del vivente, con che poteri in particolare. Soprattutto con quali controlli e rendicontazioni e chi potrebbe imporre loro di rispettarli.
Le corporation e i centri di ricerca devono rispondere ad un dovere di rendicontazione sociale anche nella discrezionalità degli interventi e delle applicazioni di bioingegneria o di ingegneria sociale.
È essenziale il pieno coinvolgimento e la responsabilizzazione dei protagonisti sociali: le imprese, le organizzazioni dei consumatori, i sindacati e i rappresentanti degli organismi della società civile. La partecipazione informata al processo deliberativo risponde alla necessità costitutiva della democrazia: l’uguaglianza politica e la parità di trattamento. Apprendere ad Apprendere Le soluzioni di IA devono verificare e revisionare modelli, processi e codificazioni di aspetti sociali, economici e delle istituzioni pubbliche per garantire, attraverso approssimazioni successive, questa condizione.
Josh Simons and Eli Frankel in ‘Why democracy belongs in artificial intelligence?” sostengono che “Poiché le sfide politiche presentate dagli strumenti predittivi dipendono enormemente da ciò per cui tali strumenti vengono utilizzati, abbiamo bisogno di un’idea di fondo che possa animare le soluzioni normative che sviluppiamo in tutti i domini. Quell’idea dovrebbe essere il fiorire della democrazia.
Da questa idea possiamo trarre principi come la necessità di stabilire e proteggere l’uguaglianza politica tra i cittadini, di avere una sfera pubblica sana e di garantire che l’infrastruttura pubblica sia plasmata e guidata da strutture democratiche che possono aiutarci a costruire una visione per la governance di intelligenza artificiale, apprendimento automatico e algoritmi.”
Esercizio della Cittadinanza Attiva: abitare e non risiedere da spettatori in una città e in un territorio, anche nel territorio esteso digitale.
Ciò richiede l’esercizio di un pensiero critico. L’architrave della rigenerazione democratica nella Società della Conoscenza è costituita dall’articolazione del sistema di istruzione e formazione.
Per ricomporre la relazione naturale/artificiale dentro quella biologica/antropologica si rende necessario lo sviluppo di modalità di apprendimento e sviluppo dei processi cognitivi basato sull’esercizio di tutti i sensi.
Possiamo pensare a processi di educazione all’orientamento con una disposizione discreta, cioè capace di contestualizzare la relazione con l’esperienza sia con empatia che con distacco: con consapevolezza.
Dove il successo scolastico risiede nella relazione equilibrata tra sapere e sapienza.
Un successo che non si misura nel ‘saper fare’ ma piuttosto nell’’apprendere ad apprendere”. Guardare, Modificare, Condividere.
L’uso diffuso di sistemi open quindi trasparenti, condivisi, modificabili, per l’analisi predittiva rafforza la democrazia, la qualità del vivere sociale e l’ambiente se inserito nella governance del processo decisionale e della tecnologia applicata.
Pensiamo alle esperienze in atto nella Città Metropolitana di Milano: – l’Accordo con l’Agenzia Spaziale Mondiale per usare il software messo a punto avvalendosi del satellite per monitorare in modo cadenzato lo stato strutturale di tutti i ponti e i cavalcavia; – l’Accordo e la formazione di molte amministrazioni locali per un catasto degli spazi pubblici al fine di allocare in modo funzionale i servizi, il personale, le fasce orarie di accesso; -lo sviluppo di un software e di un prototipo di rilevatore visivo collocato sulle auto della Polizia Provinciale per rilevare tutta la cartellonistica abusiva, che altera il paesaggio e alimenta un mercato illegale controllato dalla malavita organizzata, del più grande Parco Agricolo di cintura in Europa, il Parco Agricolo Sud Milano.
Solo processi aperti e partecipati, sociali e digitali, possono rigenerare il campo democratico attraverso una grande opinione pubblica avvertita, prodotta dall’esercizio diffuso di pratiche di Cittadinanza Attiva.
Una opinione pubblica in grado di esigere forme di partecipazione ed espressione di volontà democratica effettive, cogenti, per cui valga la pena partecipare in luogo della rinuncia attuale del 60% degli aventi diritto.
Abitare la Città, Abitare la Terra Siamo dentro la crisi agonica dell’istituto della democrazia, che si combina con una pandemia endemica nelle sue variabili, con una crisi climatica ed energetica connaturata ad un modello basato sui combustibili fossili e le loro emissioni, con autocrazie nazionaliste che pensano di agire impunemente data l’inanità delle Nazioni Unite.
La possibilità di esprimere una soggettività collettiva democratica vive in una dimensione glocale nell’abitare la propria città e nell’abitare la Terra attraverso il retroterra umanistico del nostro Continente Europeo.
L’Unione Europea è il riflesso contraddittorio di questa consapevolezza e necessità: ha un Mercato Comune, una Moneta Comune, una Banca Centrale, ma non esprime una piena e univoca soggettività politica democraticamente definita, tanto verso i mercati finanziari, quanto in politica internazionale.
Il Regolamento Generale per la Protezione dei Dati Personali 2016/679 (General Data Protection Regulation o GDPR) è la principale normativa europea in materia di protezione dei dati personali. l’UE ha approvato le norme sulla tracciabilità dei trasferimenti di cripto-attività, cioè il MiCA Markets-in-Crypto-Assets Regulation che sarà applicato in 27 Stati membri dell’Unione Europea, che comprendono una popolazione di circa 500 milioni di persone: il Mercato Unico Digitale Europeo. L’UE ha avviato la procedura di approvazione dell’AI Act, il Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale per regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale, che crea conflitti e problemi legali con le Big Tech e che potenzialmente mina i diritti dei cittadini dell’UE.
La Dichiarazione Europea sui diritti e i principi digitali definisce l’impegno dell’UE a favore di una trasformazione digitale sostenibile e sicura che ponga le persone al centro, in linea con i valori e i diritti fondamentali dell’UE.
Terra Matria Proprio a questa ambivalenza, che responsabilizza ognuno di noi cittadini d’Europa, ha fatto riferimento il filosofo della complessità Edgar Morin “Ecco dunque i problemi. Noi siamo nella globalizzazione, ma questa dovrà essere superata dalla ‘società del mondo’. Siamo nello sviluppo, ma questo dovrà essere superato dall’idea di una politica della civilizzazione e da una politica dell’umanità. Siamo in uno stato di chaos, uno stato di agonia; ma voi sapete che la parola agonia significa lotta suprema tra le forze della morte e quelle della vita, e che , paradossalmente, ciò che può portare la morte, può anche donare una vita nuova”.
Fiorello Cortiana
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