Diabete: siringa addio, il futuro è nei microinfusori
Non più iniezioni dopo i pranzi. Grazie alla tecnologia l’insulina potrà essere dispensata al paziente mantenendo costante la sua glicemia
di daniele banfi
Chi soffre di diabete sin dall’infanzia lo sa bene: il rito del controllo della glicemia e del successivo «aggiustamento» tramite iniezioni sottocutanee avviene più volte al giorno. Anche se con il tempo la persona prende confidenza con la pratica, il dover fermarsi per valutare quando assumere insulina rappresenta un cambio radicale nello stile di vita rispetto a chi non è diabetico. Oggi però la tecnologia ci viene in aiuto: da diverso tempo sul mercato sono disponibili dei dispositivi in grado di monitorare costantemente la glicemia e di rilasciare insulina solo quando serve. Il tutto gestito tramite un piccolo «palmare».
CHE COS’È IL DIABETE
Il diabete giovanile –noto anche con il nome di diabete di tipo 1- è una patologia che colpisce prevalentemente i giovani. Secondo le ultime statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a soffrirne sarebbe circa il 3% della popolazione mondiale. A differenza di quello di tipo 2, di gran lunga più diffuso e associato a scorretti stili di vita, quello giovanile appartiene alla categorie delle malattie autoimmuni. Le persone che ne soffrono subiscono la progressiva distruzione, ad opera del proprio sistema immunitario, delle cellule del pancreas che producono l’insulina. Ecco perché i malati sono costretti, per tutta la vita, ad assumere questo ormone per abbassare i livelli di glucosio nel sangue.
CONTROLLO COSTANTE CON IL MICROINFUSORE
Attualmente le persone affette da diabete insulino-dipendente hanno come opzione di somministrazione l’uso di iniezioni giornaliere o l’infusione sottocutanea. Entrambe le modalità devono essere abbinate a un controllo adeguato dello zucchero nel sangue. Il pancreas di una persona sana rilascia regolarmente piccole dosi di insulina nell’organismo per controllare i livelli di glicemia nel sangue. La quantità di insulina prodotta varia in base all’orologio interno di ciascun individuo, e a fattori come attività fisica, metabolismo, livello di stress e malattie. Durante l’assunzione di cibi, il pancreas rilascia una quantità extra di insulina per mantenere l’equilibrio glicemico.
La terapia con microinfusore per insulina è un trattamento che imita l’azione del pancreas in quanto fornisce costantemente insulina all’organismo, anche in dosi supplementari, se necessario. Al contrario della terapia con microinfusore per insulina, la tradizionale terapia insulinica con iniezione invece non imita l’azione del pancreas. Un’iniezione di insulina ad azione lenta può non corrispondere alle varie necessità dell’organismo nel corso del giorno e quelli che usano questa tecnica possono essere forzati a pianificare i pasti e altri aspetti della loro vita in base agli schermi insulinici. Ecco perché in questo caso la tecnologia può venire in aiuto.
COME FUNZIONA
Tecnicamente la tecnologia con microinfusore è costituita da due parti: il microinfusore con la cartuccia di insulina e il sistema di controllo remoto che somiglia ad uno smarphone. Il microinfusore, posto a contatto con la pelle, una volta coperto dai vestiti e messo in funzione dispenserà microdosi di insulina sino a 480 dosi giornaliere. Il tutto gestito, in base alle esigenze personali, attraverso un sorta di “app”. Un vero e proprio vantaggio per il paziente diabetico che non dovrà più fermarsi a misurare la glicemia e decidere quando effettuare l’inieizione.
IN ITALIA TECNOLOGIA ANCORA POCO DIFFUSA
Secondo gli ultimi dati disponibili in Europa l’utilizzo dei microinfusore tra le persone con diabete di tipo 1 varia tra il 5 e il 15%. In Italia la percentuale è ancora molto bassa ma, complice l’arrivo sul mercato nelle scorse settimane del nuovo sistema di ultima generazione Accu-Check Insight, il numero di persone che utilizzeranno il microinfusore è destinato ad aumentare. Non è un caso che negli Stati Uniti, nazione dove questa tecnologia è disponibile da più tempo, la percentuale di chi utilizza questi dispositivi è prossima al 40%. Il vero problema -per quanto riguarda l’Italia- è che all’atto pratico non tutti i diabetici ricevono da parte dello specialista la prescrizione -e relativo rimborso- di utilizzo di questo sistema. Una situazione che varia fortemente da Regione a Regione.
Twitter @danielebanfi83