Diego Piacentini è il nuovo Digital Champion per l’Italia: è un ruolo importante e delicato, calcolando che il nostro paese negli ultimi anni ha dovuto colmare un gap significativo con gli altri paesi europei per quanto riguarda l’innovazione tecnologica. I digital Champion vengono nominati da ciascun Stato membro dell’Unione Europea e hanno come compito quello di affiancare il proprio Stato membro a rendere ogni europeo digitale. Aiutano cioè le persone a diventare digitali, promuovendo le competenze digitali in materia di istruzione e di servizi e-government incoraggiando anche le imprese ad applicare nuove tecnologie.
Piacentini per l’Italia ricoprirà questo ruolo ma non è di certo un neofita. L’anno scorso, il Governo Renzi ha chiesto a lui di dare una mano nell’accelerazione della trasformazione digitale del Paese e a contribuire a semplificare la relazione tra la Pubblica Amministrazione, i cittadini e le imprese. Lavorerà pro bono per due anni come «Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale». Non a caso, è uno dei massimi esperti della Rete e vanta una lunga esperienza in particolare nel colosso dell’e-commerce Amazon: entrato come senior president per la divisione internazionale, ha successivamente ampliato le sue competenze dalla distribuzione internazionale al marketing.
Precedentemente ha lavorato anche in Apple, e nel 1997 è stato General Manager e Vice President di Apple Europa. Molte le sfide che lo hanno visto impegnato in questi ultimi mesi: è di pochi mesi fa l’istituzione della squadra per la trasformazione digitale (iniziata con l’annuncio della ricerca di 19 talenti con comprovata esperienza in informatica, ossia data architect, sviluppatori di software e app, esperti in cybersecurity, ha contato oltre 3.500 curriculum inviati). Il team dovrà rendere i servizi pubblici per i cittadini e aziende accessibili nel modo più semplice possibile, «innanzitutto tramite dispositivi mobili (approccio «mobile first») – si legge nel sito dell’Agenda Digitale – con architetture sicure, scalabili, affidabili e basate su interfacce applicative (API) chiaramente definite; supportare le pubbliche amministrazioni centrali e locali nel prendere decisioni migliori e il più possibile basate sui dati, grazie all’adozione delle più moderne metodologie di analisi e sintesi dei dati su larga scala, quali Big Data e Machine Learning».
Si occuperà di coordinare i diversi interlocutori pubblici nella gestione di programmi digitali, esistenti e futuri, in maniera integrata con una metodologia agile e un approccio open data, e individuare nuove iniziative di trasformazione digitale e tecnologica.
Fonte: La Stampa – Tecnologia