Due farmaci per la prevenzione del diabete: attività fisica e alimentazione
Dal Winter Village di Milano, il campo base della salute ideato da “Onda” per farci conoscere come stare bene, come fare prevenzione e combattere l’epidemia “dolce”, la ricetta antiglicemia. Prevenzione, buone abitudini, stili di vita sani e corretto uso dei farmaci: sono i protagonisti del Winter Village, il campo base della salute allestito a Milano nei giorni scorsi dall’Associazione Onda.
“Il progetto è nato da quanto emerso da una recente indagine ‐ spiega Francesca Merzagora, Presidente di Onda ‐ secondo cui la salute rimane scopo primario nella vita degli italiani, in particolare delle donne che hanno un’aspettativa di vita più lunga degli uomini (85 anni contro 80,3), consumano più farmaci, sono tendenzialmente sedentarie (44% non pratica attività fisica con regolarità) e nel 28,2% dei casi sono in sovrappeso.
Malattie un tempo ritenute prevalentemente maschili (cardiovascolare, tumore al polmone e obesità) sono ora tra le principali cause di mortalità per le donne.
Onda, da sempre impegnata nel promuovere la salute della donna e della famiglia, offre quindi la possibilità alla cittadinanza di avere consulti medici gratuiti e di immergersi in un percorso nel mondo della salute
Il diabete – Tema dominante della dimostrazione, la nutrizione, elemento legato al metabolismo dei cibi e importante per la salute delle cellule del nostro organismo e degli organi.
E’ dal metabolismo, infatti, che originano patologie come il diabete, malattia, come ha spiegato la dottoressa Nicoletta Musacchio, presidente dell’Associazione medici diabetologi (AMD), che è una condizione di rischio per tutte le malattie dell’organismo legate al metabolismo, quindi, infarto, ictus, nefropatie e amputazioni.
“Rispetto al passato – ha detto l’esperta – bisogna voltare pagina, perché la patologia è silente, non dà dolore e quando compare è irreversibile.
Per questo occorre consapevolezza e maggior controllo. Già 3,6 milioni di italiani sono diabetici, ma almeno 1,2 milioni non sanno di esserlo e tra vent’anni raggiungeremo il cumulo di 6 milioni di malati se non cambieremo tendenza”. Con due farmaci importantissimi, secondo la dottoressa Musacchio, accessibili a tutti, l’attività fisica e l’alimentazione, abbiamo a disposizione due strumenti capaci di tenere lontana la malattia. Non voglio demonizzare nessuno, né tantomeno i cibi e la nostra alimentazione, ma occorre che i cittadini diano un segnale di ciò che preferiscono mangiare, perché i centri commerciali sono attenti ai cambiamenti e stanno esponendo prodotti positivi per la nostra salute”. Le fa eco la dottoressa Annalisa Giancaterini, degli ICP di Milano, dicendo che il diabete ha una latenza di 10 anni e che qualcosa dobbiamo fare per non cadere nella trappola dell’epidemia. Basta osservare noi stessi: se siamo in sovrappeso, se abbiano un familiare diabetici, se siamo ipertesi e se siamo sedentari.
Osservare il nostro piatto a tavola, se ha troppi carboidrati, poca fibre e poca frutta. Se avete una di queste condizioni rivolgetevi al medico di base, che vi proporrà una soluzione. Intanto sappiate che se diminuite del 10% i vostro peso, si riduce del 60% il rischio di ammalarsi di diabete; se dimezzate i farinacei a tavola, riducete il rischio di un altro 30% e se fate attività fisica guadagnate un altro 15%. E ricordatevi che 3 cioccolatini si smaltiscono in 30 minuti di ginnastica, una pizza margherita ci vogliono due ore.
I danni – “Il glucosio, quindi, è alla base della nostra salute – ha detto la dottoressa Patrizia Ruggeri, presidente di AMD Lombardia e diabetologa all’ospedale di Cremona – perché se in eccesso danneggia cuore, cervello, occhi, retina, reni, arti inferiori e l’apparato neurologico. Oggi abbiamo buoni farmaci, ma occorre non abbassare la guardia perché c’è una inversione di tendenza. Finora ai nostri ambulatori arrivavano adulti con diabete, oggi arrivano i giovani. Si sta preparando una nuova generazione di malati”. Ma non tutti si ammalato di diabete. E’ vero, perché ciascuno nasce con un diverso patrimonio genetico, una sorta di chiave che apre la porta dell’insulina. Se la chiave lavora male, si rischia il diabete, se la chiave è giusta, la correzione glucosio-insulina sarà perfetta e non ci si ammalerà: ma attenzione – precisa la dottoressa Musacchio – perché anche coloro che si sentono protetti geneticamente, se diventano sedentari, obesi e si ammalano di sindrome metabolica, la chiave può non funzionare bene, la protezione genetica svanisce e si apre la porta al diabete. Ma allora cosa fare? Limitare tutti quei prodotti che sono zucchero o che si trasformano in zucchero, alimento indispensabile del cervello. Quindi meno pane e meno pasta, ma di qualità e meno raffinata, quindi più integrale. La frutta è dolce ma fa bene perché contiene acqua e fibre, l’arancia meglio mangiarla a spicchi che spremuta. Poi, più verdura e legumi secondo un ragionevole equilibrio. Per saperne visitate il sito www.wintervillage.it e la pagina facebook @ondawintervillage. Edoardo Strucchi