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Ecomuseo Vettabbia Fontanili – Quando tra Comuni c’è un intento comune: la sinergia.
Quando tra Comuni c’è un intento comune: la sinergia.
Ieri sera 20 Gennaio 2020, Pantigliate ha partecipato alla serata organizzata per la Riqualifica del Parco Gustavo Hauser nel Comune di San Donato Milanese.
La nostra presenza come esponente capofila, sottolinea la volontà di promuovere il progetto “Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili”, che, esattamente un mese fa, il 21 Dicembre 2020 è stato presentato nella Sala Consiliare del Comue di Pantigliate, dall’Associazione N>O>I – Network Organizzazione Innvazione di San Donato Milanese.
Sin da subito si è compreso l’importanza che ruota attorno alla necessità di avere una istituzione che tuteli e valorizzi il nostro patrimonio: i nostri luoghi, le nostre tradizioni e la nostra cultura.
La possibilità di esprimersi in merito alla destinazione del Parco Gustavo Hauser, definito “La Campagnetta”, ci ha mosso nell’intento di dare al progetto un’impronta comunitaria, di più ampie vedute, di interconnessione tra vari paesi.
Abbiamo provato ad immaginare un percorso sovracomunale continuo che con inizio da porta Romana, passasse dal Parco Della Vettabbia, fino a giungere all’Abbazia di Chiaravalle e da qui proseguire attraverso un per un sentiero da pochi conosciuto, di giungere a Borgo Bagnolo, arrivare quindi nel futuro Parco Gustavo Hauser e raggiungere l’abbazia di Viboldone e arrivare infine all’Abbazia di Mirasole. Un percorso che si innesca in un contesto più ampio, quello della Valle dei Monaci. Potremmo dire che il progetto pensato dall’ Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontaìnili è il percorso delle Abazzie che corrono accanto all’asse della Via Emilia; un percorso di fede, itinerante, percorribile a piedi o in bicicletta e soprattutto “comunicativo”.
L’accento sull’aggettivo ne sottolinea l’esigenza affinché , lo sguardo a volte disattento o inconsapevole del passante, possa riscoprire l’essenza del Parco Agricolo Sud Milano, volgendo l’attenzione verso la bellezza naturalistica, i luoghi di preghiera, le opere d’arte, le opere architettoniche o di sostenibilità ambientale, i luoghi di ristoro, le arti ed i mestieri.
Crediamo sia un progetto di alto valore, sia per le opportunità lavorative che ne potrebbero scaturire, sia per la valorizzazione del mercato locale che ne beneficerebbe, nonché, per il ruolo da garante che ne preserva un lascito ai nostri figli.
L’Ecomuseo: un progetto camaleontico, che abbraccia tutta la popolazione, si modella all’identità di ogni paesaggio e apre ad opportunità versatili.
Giada De Marni