E’ una delle affermazioni di don Luigi Ciotti, presidente di Libera, nella lunga e intensa mattinata che lo ha visto ospite dell’Istituto comprensivo di Mediglia sabato 7 Aprile.
L’illustre personaggio è stato scelto dalla dirigenza scolastica, guidata dalla Dottoressa Laura Lucia Corradini, per l’evento conclusivo di un percorso degli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado della città del Sud Milano.
Un percorso che ha portato i giovani studenti, ovviamente con l’aiuto dei docenti, a occuparsi di donne vittime di mafia. Una decina i nomi sui quali i ragazzi hanno condotto minuziose ricerche, tra le quali : Renata Fonte, Graziella Campagna, Lea Garofalo, Barbara Rizzo, Rita Atria, Francesca Morvillo (moglie di Giovanni Falcone) Emanuela Loi.
Ricerche che li ha portati persino a recitarne le autobiografie. Ricerche trascritte in tanti cartelloni esposti sabato mattina, nell’atrio del plesso scolastico dove si è svolta la cerimonia. Un grande atrio, dove la vista è attirata da un grande albero, ricoperto di “foglie” con frasi, disegni, immagini sul tema, foto di Falcone e Borsellino.
Ricerche che li ha portati persino a recitarne le autobiografie. Ricerche trascritte in tanti cartelloni esposti sabato mattina, nell’atrio del plesso scolastico dove si è svolta la cerimonia. Un grande atrio, dove la vista è attirata da un grande albero, ricoperto di “foglie” con frasi, disegni, immagini sul tema, foto di Falcone e Borsellino.
A quest’ultimo è legato il nome di Emanuela Loi, sarda 24enne, che voleva fare la maestra, ma che aveva fatto anche il concorso per entrare in polizia e ci era riuscita. Diventando persino agente di scorta. La prima donna. E in quella veste, quel maledetto 19 luglio 1992 perse la vita, insieme a quattro colleghi (Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina) nella strage terroristica/mafiosa di via D’Amelio, per colpire il Giudice Paolo Borsellino.
E proprio a Emanuela Loi, dopo una votazione tra gli studenti e il Collegio docenti, si è deciso di intitolare tutte le scuole di ogni ordine e grado di Mediglia e sue frazioni – Robbiano, Bustighera, Mombretto e Bettolino: 1360 studenti ogni giorno leggeranno il suo nome. Nome posto su una targa all’ingresso dei plessi.
E proprio a Emanuela Loi, dopo una votazione tra gli studenti e il Collegio docenti, si è deciso di intitolare tutte le scuole di ogni ordine e grado di Mediglia e sue frazioni – Robbiano, Bustighera, Mombretto e Bettolino: 1360 studenti ogni giorno leggeranno il suo nome. Nome posto su una targa all’ingresso dei plessi.
E a onorare il nome di Emanuela è arrivato il presidente di Libera – Associazione che combatte le mafie – don Luigi Ciotti, accolto dalla Preside Dottoressa Laura Lucia Corradini dall’Assessore all’Istruzione e Legalità Rosa Simone. Ospiti dell’incontro i rappresentanti di Libera del territorio, Lucilla Andreucci – Referente provinciale Libera Milano – Leonardo Rocca -referente per il Sud Est Milano e Stefania Rossi -Presidente dell’Osservatorio Mafie Sud Milano. Inoltre il sindaco Paolo Bianchi, l’Onorevole Luca Squeri e il Tenente Valerio Azzone della Tenenza CC di San Donato.
Nella prima parte della mattinata, don Ciotti si è intrattenuto con i ragazzi più grandi. Spronato dalle loro domande, ha raccontato loro il suo percorso di vita: dall’infanzia, povera, al trasferimento dalle Dolomiti a Torino. La vita familiare umile. Gli studi, il diploma in comunicazione e telefonia. L’incontro, strano, con un clochard. Gli faceva compassione, voleva aiutarlo, ma lui non rispondeva alle sue offerte: seduto su una panchina della pensilina dei bus, con tre cappotti addosso, leggeva libri e sottolineava righe. Scoprì che era un medico, a cui la vita probabilmente aveva riservato dispiaceri. Dalla sua “postazione” aveva notato un andirivieni di giovani da un bar. Aveva capito che là dentro si spacciava quando ancora non si parlava di droghe. Poco prima che morisse, gli aveva suggerito di occuparsi di loro, dei giovani…..E’ stato questo uno degli episodi che lo hanno portato a essere colui che è oggi. (una studente gli aveva chiesto cosa lo ha portato a fare la sua scelta di vita). Anche l’interesse per la mafia ha avuto un inizio: a Gorizia, un fortuito incontro con Giovanni Falcone. Con la promessa di un caffè insieme a Palermo. Ma una bomba quel maledetto 23 maggio 1992 ne aveva impedito la possibilità.
Questi e altri racconti hanno tenuto in silenzio per circa un’ora i circa cento ragazzi presenti, mentre all’esterno era atteso dai bimbi più piccoli, accompagnati da molti genitori (il sabato non c’è lezione). Auguro a tutti di trovare la capacità di sognare, dice loro. E continua <Siamo chiamati tutti a cambiare la storia, non a subirla, e portare tutti un contributo al cambiamento. Questo comincia proprio dalla scuola, con la cultura, perchè la conoscenza è la via maestra al cambiamento e dà la sveglia alle coscienze>. A questo punto un momento di commozione. Si era fuori, davanti all’ingresso, per il momento della scopertura della grande insegna e una folata di vento ha tirato su il telo che la copriva. Come si fosse manifestata la presenza di Emanuela.
Molto toccante l’intervento di Lucilla Andreucci: “ragazzi, metteteci il cuore ogni giorno nella vostra vita, fa la differenza” e parla di momenti in cui metterlo, non giudicando chi è in difficoltà, ma aiutandolo, a prescindere da ogni “diversità”. In fondo è lo scopo di Libera, la concretezza del fare, di aprire la porta del cuore…Cita, Lucilla, i comportamenti scorretti da combattere, quelli che non ci sembrano così gravi.
Bello anche l’intervento del Tenente dei carabinieri Valerio Azzone, “non c’è differenza tra coloro che sono preposti a difendere lo Stato, è un onore essere qua a ricordare Emanuela Loi”.
Breve intervento anche di Luca Squeri, Onorevole Sandonatese, che ricorda altre donne vittime di mafia, e l’episodio simpatico di Emanuela Loi con Paolo Borsellino, che non sapeva ella fosse poliziotta della sua scorta: sono io che devo difendere te…e rivolgendosi ai giovani, “giovani scegliete il bene”.
E il sindaco continua “oggi ricordiamo una persona che ha perso la sua vita per difendere lo stato, quello stato che solitamente ricordiamo per gli esempi che ci stanno meno simpatici, quello che ci fa pagare le tasse, ma poi ci sono persone che dobbiamo ringraziare, a accenna agli uomini di scorta in borghese presenti, perchè per questo stato sono disposti a dare la vita”.
La grande targa posta sull’ingresso viene inaugurata ufficialmente con il suono dell’Inno alla Gioia, prima che l’Assessore all’Istruzione Rosa Simone, grande sostenitrice del progetto, racconta ai presenti come si è arrivati a questo grande giorno.
( parte degli interventi nei filmati)
( parte degli interventi nei filmati)
Redazione RecSando e video Angela Vitanza – Foto Luigi Sarzi Amadè
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