Questa mattina 4 Febbraio 2025, l’Aula Consiliare di San Giuliano Milanese ha ospitato un incontro intenso e carico di emozione tra Giuseppe Costanza e gli studenti del Liceo Primo Levi. L’autista di Giovanni Falcone, sopravvissuto alla strage di Capaci, ha condiviso con i ragazzi la sua storia, una testimonianza diretta di uno dei momenti più drammatici della lotta alla mafia.

Il 23 maggio 1992, alle 17:47, la corsa dell’auto guidata da Falcone si è interrotta bruscamente. 500 chili di tritolo hanno fatto saltare in aria un tratto di autostrada, trasformandolo in un muro di macerie. Costanza, che si trovava a bordo insieme al magistrato e a sua moglie, è sopravvissuto all’impatto ma si è risvegliato in ospedale da solo: “Loro non ce l’hanno fatta”, ha raccontato con voce ferma agli studenti, catturati dal suo racconto.

Otto anni al fianco di Falcone, un rapporto di fiducia che andava oltre il ruolo professionale: Costanza era la persona che gli tagliava i capelli quando persino andare dal barbiere era un rischio troppo alto. Eppure, dopo la strage, per trent’anni non è mai stato ascoltato come testimone. Una volta rientrato dalla convalescenza, dopo 18 mesi di recupero, lo Stato lo ha retrocesso, senza riconoscere il suo valore.

Solo dopo tre decenni è arrivato un tardivo riconoscimento: una medaglia d’oro al valore e la nomina a Ufficiale della Repubblica.

Oggi, in pensione, Costanza ha trasformato la sua esperienza in una missione di vita: attraverso una fondazione a suo nome, porta la sua testimonianza nelle scuole per diffondere la cultura della legalità e tenere viva la memoria di chi ha sacrificato tutto nella lotta contro la mafia.

 di Fabrizio Cremonesi

Fotografia:  Luigi Sarzi Amadè