Per celebrare il Giorno del Ricordo, il Comune di San Giuliano Milanese organizza uno spettacolo teatrale per ricordare i fatti accaduti dall’8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947. Nel 2004 il Parlamento italiano ha infatti istituzionalizzato all’unanimità il Giorno del Ricordo, celebrato il 10 Febbraio in ricordo della tragedia delle Fòibe, data del Trattato di Parigi che prioprio nel ’47 cedette alla Jugoslavia le nostre regioni orientali. Lunedì 10 febbraio, alle ore 21 presso la Sala Previato di SpazioCultura (piazza della Vittoria 2), andrà in scena: “Il Cerchio – nessuno è innocente”, da un progetto dell’Associazione di promozione sociale “La Manifattura”.
Lo spettacolo narra le vicende che si svolgono in quell’arco di tempo che va dall’inizio della seconda guerra mondiale ai trattati che sancirono i confini italo-jugoslavi, fino al significativo epilogo del 1° maggio 2004, in cui l’Unione Europea ha accolto 10 paesi dell’Europa Centrale e Orientale e l’area del bacino mediterraneo. Quattro personaggi (due italiani, due slavi) interagiscono tra loro: un valoroso partigiano,un orgoglioso studente, un professore di letteratura, una ragazza determinata. Tra l’una e l’altra scena, momenti di musica dal vivo immergono il pubblico negli avvenimenti che provocarono il tragico esodo istriano-giuliano-dalmata. Ingresso libero. Ecco il commento dell’Assessore alla Cultura, Nicole Marnini: “Nel Giorno dedicato al Ricordo rendiamo omaggio alle vittime “delle Fòibe, dell’esodo (dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati) e della più complessiva vicenda del confine orientale” del nostro Paese, insieme al riconoscimento delle ingiustizie subite, del dolore vissuto dai superstiti e dai loro discendenti, dopo una fase di amaro oblìo della verità, priva di un’analisi approfondita su cosa aveva prodotto quel tragico periodo storico.
Le repressioni, l’esodo di massa delle popolazioni dalla Venezia Giulia e la tragedia delle foibe sono un monito contro qualunque estremismo: in quelle terre violate, ci furono deportazioni nei campi di concentramento jugoslavi e si scatenò la violenza su italiani inermi. Anche le Fòibe e l’esodo forzato, quindi, furono il frutto avvelenato del nazionalismo esasperato e dell’ideologia totalitaria, che hanno purtroppo caratterizzato molti decenni del secolo scorso. Oggi, anche grazie a momenti come quello di lunedì 10, possiamo continuare tutti insieme a mantenere viva una vicenda storica, spesso messa in secondo piano. Il Giorno del Ricordo, così come quello della Memoria, siano un monito alle nostre coscienze: se il dialogo non prevarrà sul pregiudizio, se lo spirito di fratellanza non prevarrà su quello della discordia, vi è sempre il rischio che i valori acquisiti della libertà, della democrazia e della giustizia possano ancora essere violati.