PENSIERO NOTTURNO
Il ticchettio
Regolare e monotono
Dell’orologio
Scandisce il tempo
Che passa
Lemme lemme
In questa notte primaverile.
Canti d’uccelli notturni
Rompono il silenzio
Di strade deserte
Con melodiosi gorgheggi
A celebrare l’alba che verrà.
L’alba verrà
E si schiuderà alla vita
Un nuovo giorno
Carico di promesse
Che umane incertezze
Potrebbero rendere vane.
Mi chiedo
A che punto sono
Sulla strada
Che mena al traguardo
Di ogni esistenza.
Rimpianti, tanti, aihmé,
ma anche tante conquiste.
Nulla accade per caso
E anche la sofferenza
Ha uno scopo vitale:
Portare ognuno
A confrontare se stessi,
limare le asperità dell’anima,
educare il proprio io
all’amore che non ha interessi,
farci avvicinare
al sempiterno
che ci chiama a sé
paziente, costante, ineffabile
e che non abbandona mai
se tu non lo abbandoni.
Che mi resta da fare
Prima di morire ?
Vivere e gioire di ciò che mi è dato,
amare e dare in modo incondizionato,
crescere e far mio ogni momento
col suo alternarsi di gioie e dolori,
senza aspettare inerte l’alba che verrà.
Così riuscirò a rendere reali le promesse
Del giorno che si schiude alla vita,
e abbandonare ogni umana incertezza
che potrebbe renderle vane.
Allora potrò dire di aver vissuto
E aver speso bene il mio tempo.
E quando la morte verrà
Sarà più dolce morire.