Richard Gere
"Prima dell'invasione cinese del 1950, quello tibetano era un popolo straordinariamente pacifico e felice".
Isolati per secoli da un mondo caotico di cui essi diffidavano ampiamente, hanno sviluppato una straordinaria e meravigliosa civiltà, fondata interamente sulla pratica dei più elevati ideali del buddismo.Il loro e stato un rivoluzionario esperimento sociale fondato su profonde intuizioni spirituali, psicologiche e filosofiche che ci forniscono modelli per instaurare un'intima e creativa relazione con i vasti e profondi segreti dell'animo umano.
I tibetani sono un popolo che sta rischiando il completo genocidio.
C'e un solo precedente nella storia: quello che il nazismo fece con gli ebrei, ma per i tibetani nessuno fa niente.
Ciò che mi colpisce e l'indifferenza: se torturassero cani e gatti come trattano i tibetani sentiremmo ovunque urla di protesta.
L'importanza del Tibet per il nostro tempo e per il futuro stesso della terra non è mai stata cosi cruciale.
Il Tibet, e l'equilibrio e la salute mentale che esso rappresenta, è il nostro più vitale e vibrante legame con le antiche tradizioni sapienziali: la saggezza tibetana rappresenta l'ultima tradizione mistica tuttora viva nel nostro pianeta.
Non dobbiamo permettere che scompaia una esperienza spirituale di millecinquecento anni, che ha un grande valore per tutta l'umanità".