IL PAESE DEI GATTI
A Caglio, paesino antico in mezzo ai monti,
ci son più gatti in terra, che uccelli in volo.
Solo in via Biglieni, nel borgo medioevale,
ne ho conosciuti oltre una decina.
A parte Speedy e Romeo, i nostri mici,
c'è stata Kessy, la paurosa Kessy della Giulia,
il “Griso” che mi urina sempre sopra i vetri,
Pallino, gatto di razza senza coda,
che compiute 18 primavere
se n'è andato di casa nella neve
per mai più ritornare, così racconta la Rosella.
“Selvaggia” senza casa e senza affetti
che viene a mangiar dall'Adriano,
Ugo, dagli occhi azzurri, della sciura Maria;
un lord, un gran signore: ucciso da una moto
riposa adesso nel bosco sotto ai pini.
Scooby, il rosso, un mandrillone;
investito, morto stecchito, mentre rincorreva
una gattina che voleva amare.
Birillo, casalingo, della Gabriella.
Sole, il pacifico, e Pucci, la guerriera.
Ciospo delle ortensie, morto a 17 anni di tumore;
mi dice la padrona: “Adesso c'è la Titti,
micina assai tenera e carina,
ma Ciospo era Ciospo, tutt'altra cosa,
e le spunta una lacrima in sordina.
Silvestro gatto maldestro
e la gattina bianca, bigia e marroncina
di cui non mi sovviene il nome,
entrambi dell'infermiere della villa Dossel.
Camilla, la leggiadra, che sospettiamo
sia sorella della Speedy.
Per non contare i molti mici e micie
senza nome né casa
che incontri mentre vai a passeggiare
e la cui storia
mai nessuno potrà raccontare.
NADIA VISCONTI