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L’importanza cruciale delle aree naturali non impermeabilizzate: il caso dell’Oasi WWF – Levadina
Una testimonianza del WWF Sud Milano
Con profonda gratitudine al Presidente Giorgio Bianchini e all’intera organizzazione del WWF Sud Milano, ci troviamo a riflettere sull’importanza vitale delle aree naturali non impermeabilizzate, in particolare attraverso l’esemplare ruolo svolto dall’Oasi WWF di Levadina.
L’ultimo periodo meteorologico ha colpito la Lombardia, causando forti piogge che hanno messo a dura prova gran parte del territorio milanese.
In questo contesto, l’Oasi WWF di Levadina, un gioiello di quindici ettari lungo il fiume Lambro, ha dimostrato di essere un elemento di cruciale importanza nel contenimento dei danni causati da queste eccezionali precipitazioni.
Durante il recente evento meteorologico, Levadina è emersa come un’importante “cassa di espansione” naturale. Ha consentito al fiume di allargarsi, agendo come una difesa fondamentale per rallentare il flusso d’acqua e mitigare i potenziali danni che avrebbero potuto colpire le comunità circostanti, tra cui San Donato e Melegnano.
La vegetazione all’interno dell’oasi ha svolto un ruolo critico nell’assorbire gradualmente l’acqua e nel permetterne l’accumulo nelle falde sotterranee. Questo processo ha dimostrato come un ecosistema naturale possa rilasciare l’acqua in modo più lento, contrariamente a quanto avviene lungo i corsi d’acqua privi di aree naturali adiacenti. È un esempio evidente che contrasta con situazioni simili a quella vissuta lungo il fiume Bisenzio in Toscana, stretto tra argini privi di ambienti naturali, il che ha amplificato la sua pericolosità durante le inondazioni.
Senza dubbio, la presenza preziosa di queste zone verdi ha significativamente ridotto i danni potenziali.
Questo sottolinea l’importanza delle aree naturali non impermeabilizzate e l’urgenza di preservarle, specialmente alla luce dei cambiamenti climatici che stanno portando a eventi meteorologici sempre più estremi e dannosi.
Il recente rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha messo in luce come lo sviluppo urbano, responsabile della perdita di vaste superfici naturali, sia un fattore critico nella creazione di situazioni di dissesto idrogeologico. Questo non solo causa gravi conseguenze durante le piene, ma impedisce anche il ricaricamento delle falde acquifere, un elemento essenziale in periodi di siccità.
In questo contesto, iniziative come il progetto del WWF Italia e ANEPLA all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede il ripristino dell’alveo del fiume Po, rappresentano un passo in avanti. Tali progetti mirano a eliminare il cemento, riattivare le diramazioni laterali e ripristinare l’ambiente naturale, seguendo la visione di Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione europea, sottolineando l’importanza di far diventare la natura un nostro alleato nella lotta ai cambiamenti climatici.
È confortante sapere che tratti come quello del Lambro, affluente del Po, sono in linea con questa visione di conservazione e rinnovamento degli ecosistemi naturali. Questi sforzi non solo proteggono le comunità locali ma offrono un’esemplare lezione sull’importanza di preservare le aree naturali non impermeabilizzate come veri alleati contro i rischi ambientali.
Il WWF Sud Milano, guidato dal Presidente Giorgio Bianchini, rappresenta un faro luminoso nella promozione e tutela di queste preziose risorse naturali.
Fabrizio Cremonesi – N>O>I
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