Solidarietà ai Marò
E’ nell’ottica di far sentire la vicinanza al fuciliere dei Marò Massimiliano Latorre, la manifestazione di solidarietà organizzata davanti all’ospedale di San Donato questa mattina da un gruppo di militanti di Fratelli d’Italia.
Latorre è detenuto da ormai tre anni in India, (insieme al suo commilitone Salvatore Girone), ricoverato da ieri 3 gennaio al Policlinico San Donato, per un intervento al cuore che segue all’ischemia che lo ha colpito nei mesi scorsi e per la quale gli è stato concesso un periodo di convalescenza in Italia dallo stato indiano,. Il punto è che malgrado il suo stato di salute, questa licenza scadrà tra pochi giorni, il 13 gennaio, e finora non si ha notizia di un possibile prolungamento.
Venuti a conoscenza della notizia dal telegiornale, il Coordinatore di F.d.I San Giuliano Milanese Daniele Castelgrande insieme a Carlo Fidanza (Ex Europarlamentare e Membro dell'esecutivo Nazionale di F.d.I. hanno immediatamente organizzato il “Sit-in di Solidarietà” a sostegno del militare italiano e dei familiari che lo accompagnano.
Si sono così ritrovati davanti all’ingresso dell’Ospedale una trentina di militanti del Partito Politico Fratelli d’Italia con bandiere e striscioni in cui si chiede la libertà per i due fucilieri. Tra i partecipanti il comune di Melegnano con gli Assessori Nicotera e Raimondo, il comune di Tribiano con il sindaco Lucente e infine è arrivato l’ex vice-sindaco di Milano e capogruppo del partito in Regione Riccardo De Corato.
Per la Regione Lombardia i Sostenitori di Fratelli d'Italia di Varese e Busto. Un pensiero di solidarietà al Marò ricoverato, è arrivato anche dal Vice-Sindaco Piraina dell’UDC e dal Consigliere del Gruppo misto Alfio Catania.
“Mi aspetterei una visita di testimonianza di solidarietà anche dal sindaco di San Donato, dal sindaco di Milano e dal Presidente della Regione”, ci dice De Corato in una breve intervista. “Latorre in questa brutta e triste vicenda rappresenta il nostro Paese.
Ricordiamo che questi due uomini rischiano anni di galera, se non anche la pena di morte, ancora in vigore in India. Ricordiamoci anche che sono tre anni che sono trattenuti, pur non avendo ancora sostenuto un processo, nemmeno quello di primo grado. Superano anche la proverbiale lentezza italiana. E’ una situazione insostenibile, e per l’Italia, anche umiliante. L’attuale governo non dà l’impressione di smuovere troppo le acque. Dove si è sbagliato? A farli scendere dalla nave. La nave era territorio italiano. Una volta appurato che avevano realmente sparato, li si poteva processare in ambito italiano o internazionale. I militari erano in quella zona per difendere interessi italiani dai pirati.
Mandati dallo stato Italiano. Fossero stati di un altro paese europeo, non sarebbe successo. Ormai l’Italia non ha più peso”.
Redazione RecSando Angela Vitanza –Foto Luigi Sarzi Amadè