Skip to content
Home » Blog » Rassegna Stampa » San Giuliano Milanese » Nutrire l’anima è energia per la vita

Nutrire l’anima è energia per la vita

Si è concluso giovedì 16 Aprile presso la Banlieue il ciclo di conferenze organizzato dall'Associazione Culturale “Il Segnalibro”, che partendo dall'imminente inaugurazione di Expò Milano 2015 – Nutrire il Pianeta, Energia per la vita – ha guidato un percorso con quattro incontri sulle regole di nutrizione presenti nelle tre grandi religioni monoteiste, ovvero Cristianesimo, Ebraismo e Islam.

Il primo incontro, è stato condotto da don Aurelio Frigerio, già parroco della Parrocchia San Carlo a San Giuliano, nonché Presidente dell'Associazione. Si potrebbe dedurre dal libro che ha raccontato, “La Cucina del Risorto”, scritto da Giovanni Cesare Pagazzi, che Gesù sapesse cucinare. <Lievito e farina; ortaggi e agnello; pesce alla brace; il sale nella pasta>.

Nel secondo incontro, la scrittrice e professoressa di Ermeneutica ebraica Elena Lea Bartolini, ha descritto minuziosamente le regole della cucina ebraica: cibi diversi per ricorrenze diverse; divieti di diverse carni, regole di macellazione, divieti di cibi contemporaneamente sulla tavola, ma anche la loro riposizione x la conservazione, usi delle stoviglie.

Nel terzo incontro, il dottor Fayez Saleh, medico palestinese, mussulmano, ci ha confermato che i divieti di alcuni alimenti nella religione islamica, ci sono perché scritti sul Corano.

Nel quarto e ultimo incontro, Don Guglielmo Cazzulani, già vicario a Paullo e ora a Lodi presso la Parrocchia di San Bernardo; scrittore e commentatore del Vangelo domenicale sul quotidiano Il Cittadino di Lodi, ci ha raccontato la Cena più importante della Storia del Cristianesimo: L'Ultima Cena di Gesù.
Si comincia con la descrizione della Cena della Pasqua ebraica, essendo Egli ebreo, con gli alimenti di tradizione millenaria in ricordo dell'Esodo dall'Egitto: pane azzimo, ovvero non lievitato perché non c'era stato il tempo per farlo lievitare – erbe amare in ricordo della dura schiavitù – agnello in ricordo del sacrificio dei primogeniti– uovo sodo in ricordo del lutto per la distruzione del tempio- charoset, un dolce a base di mandorle mele noci e altro che rappresentava la malta usata in schiavitù per le costruzioni delle Città.

Ma Gesù questa Cena la stravolse, rivelando con le sue parole, durante i gesti, quello che da lì a poco sarebbe successo a Lui stesso: prese il Pane, rese grazie, lo spezzò e lo donò ai suoi discepoli dicendo che era il Suo Corpo, dato per loro. Poi prese il Calice, e offrì loro il Vino, dicendo che era il Suo Sangue, anch'esso donato per loro: nacque così l'Eucaristia.
Parole per loro incomprensibili in quel momento, visto che erano in festa. Ne avrebbero scoperto il significato da li a 40 ore. Avrebbero poi gioito per la nuova Pasqua.

Ma con Gesù abbiamo imparato che nel Cristianesimo non ci sono divieti di alimenti. A lui importava stare insieme ai discepoli e con loro dividere e condividere il cibo. Il suo primo miracolo fu quello di trasformare l'acqua in vino per far festa alle nozze. E poi quante volte moltiplicò pane e pesci perché tutti potessero sfamarsi? Per i Cristiani il pane spezzato dà Energia alla Vita!
In fondo, per Lui, non era impuro ciò che si mangia, ma può essere velenoso ciò che dalla nostra bocca esce e ferisce, con le parole.

RedazioneRecSando – Angela Vitanza

Loading

Skip to content