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Osservazioni inviate con posta elettronica certificata al Comune di San Donato Milanese
protocollata con numero 12783 in data 09/04/2021 9:55:03

Osservazioni sulla proposta programma integrato di intervento relativo all’ambito di intervento integrato (P.I.I.) denominato “AT SS. SAN FRANCESCO” d’iniziativa privata, in attuazione del vigente p.g.t., a seguito della deliberazione di giunta n.24 del 04/03/2021

P R E M E S S A

L’associazione N>O>I – Network Organizzazione Innovazione che opera a San Donato Milanese, presente da 25 anni sul territorio, a guida della Rete Civica di San Donato Milanese e del Sud Est Milano, “RecSando”, è entrata a far parte dell’Osservatorio Permanente contro il Consumo di Suolo e per la tutela del Paesaggio nel Sud Est Milanese. Abbiamo analizzato i documenti relativi al progetto Sportlifecity e abbiamo fatto un’analisi approfondita sia dell’impatto ambientale sul Sud Est Milano, sia delle conseguenze che una simile opera faraonica avrebbe nella nostra città e  in particolare nei quartieri che si trovano in prossimità del progetto di edificazione dell’Area San Francesco.

Riteniamo che un’amministrazione pubblica, a maggior ragione se comunale, debba tutelare il territorio e promuovere attività di interesse per la collettività che rappresenta e nel cui nome amministra.
Dovrebbe avere un progetto di città che parta dalle esigenze e dai bisogni dei suoi cittadini e mettere a disposizione la sua capacità operativa per soddisfarli, legandoli alla storia e alla cultura del territorio, affermando l’etica e la cultura del pubblico. Non dovrebbe limitarsi a registrare le richieste di investitori e farsi portavoce dei loro interessi, certamente legittimi ma non sempre nobili.
Secondo noi il progetto Sportlifecity contraddice questi basilari principi.

Nessun rispetto del suolo bene comune, che viene percepito come mera risorsa economica, come una tavola su cui imbandire la mensa per pochi commensali, gli investitori.

Nessuna valutazione sul rapporto tra i benefici e i costi sociali, ambientali ed economici che il progetto comporta per i cittadini di San Donato.

Siamo profondamente contrari all’insediamento nell’area San Francesco, supportate anche da pareri espressi da enti certamente più autorevoli di noi. A fronte di ciò chiediamo di retrocedere da tale progetto e di non costruire Sportlifecity per una serie di valutazioni e motivazioni di seguito elencate:

Il Suolo

Sembra superfluo doverlo ribadire ancora oggi ma dobbiamo sempre più spesso rilevare la mancanza di consapevolezza che il suolo è una risorsa irriproducibile fondamentale per la nostra vita. Dato che noi in quanto paladini del suolo e siamo considerati di parte, lasciamo che sia l’ISPRA (Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – Edizione 2020) a parlarne:

Il suolo è lo strato superiore della crosta terrestre, costituito da componenti minerali, materia organica, acqua, aria e organismi viventi, che rappresenta l’interfaccia tra terra, aria e acqua e che ospita gran parte della biosfera. Visti i tempi estremamente lunghi di formazione del suolo, si può ritenere che esso sia una risorsa limitata sostanzialmente non rinnovabile. Per tali ragioni e per il suo valore intrinseco, il suolo naturale deve essere tutelato e preservato per le generazioni future (Parlamento europeo e Consiglio, 2013).

Il suolo ci fornisce cibo, biomassa e materie prime; è la piattaforma per lo svolgimento delle attività umane; rappresenta un elemento centrale del paesaggio e del patrimonio culturale e svolge un ruolo fondamentale come habitat e pool genico. Nel suolo vengono stoccate, filtrate e trasformate molte sostanze, tra le quali l’acqua, gli elementi nutritivi e il carbonio. Per l’importanza che rivestono sotto il profilo socioeconomico e ambientale, anche queste funzioni devono essere tutelate (Commissione Europea, 2006).

Le funzioni ecologiche che un suolo di buona qualità è in grado di assicurare garantiscono, oltre al loro valore intrinseco, anche un valore economico e sociale attraverso la fornitura di diversi servizi ecosistemici, che si suddividono in:

  • servizi di approvvigionamento (prodotti alimentari e biomassa, materie prime, etc.);
  • servizi di regolazione e mantenimento (regolazione del clima, cattura e stoccaggio del carbonio, controllo dell’erosione e regolazione degli elementi della fertilità, regolazione della qualità dell’acqua, protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici estremi, riserva genetica, conservazione della biodiversità, etc.);
  • servizi culturali (servizi ricreativi e culturali, funzioni etiche e spirituali, paesaggio, patrimonio naturale, etc.).

Il programma di mandato di questa amministrazione, immaginiamo nella consapevolezza dell’importanza del suolo, si impegna a:

“dare completa attuazione all’obiettivo di un PGT a crescita zero: un nuovo Strumento di governo del territorio […] caratterizzato sia dalla riduzione del consumo di suolo (con l’obiettivo di riassegnare le originarie destinazioni agricola/verde sportiva ludico e ricreativa alle aree sottratte all’edificazione...”

Questo ci saremmo quindi attesi, che l’area di San Francesco fosse riassegnata alla sua originaria destinazione agricola.
Invece 300.000 metri quadrati di suolo vergine saranno cementificati.
La perdita di questo suolo:

  • annullerebbe l’effetto di contenimento delle isole di calore e porterebbe nel periodo estivo ad un aumento della temperatura per chi risiede nelle vicinanze;
  • aumenterebbe i rischi di allagamenti venendo a mancare la sua funzione di assorbimento; in un anno 111 milioni di litri di acqua non sarebbero più trattenuti dal terreno;
  • aumenterebbe l’anidride carbonica nell’atmosfera venendo a mancare l’effetto di cattura e stoccaggio del carbonio. Aumenterebbe il cambiamento climatico;
  • comporterebbe maggiori costi derivanti dalla perdita di tutti i servizi ecosistemici del suolo. Si stima che ogni ettaro cementificato costi alla collettività tra 30 e 44 mila euro all’anno.

Il Progetto

Ambizioso, faraonico, totalmente estraneo alla realtà sandonatese e alle esigenze della sua comunità. Potrebbe sorgere au un’area da rigenerare ma invece distruggerà 300.000 metri quadrati di terreno fertile. Potrebbe sorgere indifferentemente in qualunque altro comune purché vicino ad una grande città e servito da una buona rete stradale e da trasporti pubblici.

Non stupisce quindi che, da parte dei proponenti, non ci sia attenzione alle esigenze della comunità a cui si tolgono i benefici effetti di un suolo vergine; stupisce invece l’acquiescenza dell’amministrazione comunale nel promuovere questo progetto.

Anche l’attenzione ai futuri fruitori della struttura sembra un poco distratta, se l’Arpa deve chiedere di riverificare l’inquinamento acustico dovuto al traffico ferroviario e le barriere mitigative.

Un progetto raffazzonato, che, in alcuni punti che, lo vedremo poi in dettaglio, è contestato anche dagli enti che lo hanno analizzato.

Un progetto inopportuno e rischioso

Il Comune di Milano (Allegato 21) “pur non ravvisando interferenze dirette, ricorda all’Amministrazione di San Donato il mix funzionale previsto nell’ambito di prossima attuazione relativo al PII Montecity-Rogoredo del 2020. E, considerato il contiguo ambito di intervento (PII AT-SS San Francesco, PII Montecity-Rogoredo e Porto di Mare) e l’imponente area di trasformazione prevista invita il Comune di San Donato a tener conto, nell’elaborazione delle previsioni progettuali del Piano, delle consistenze dei futuri insediamenti per un’adeguata previsione delle ricadute urbanistiche e ambientali sul territorio.”

Oltre alla perplessità sollevata dal comune di Milano sulle ricadute urbanistiche e ambientali intravediamo il rischio che una delle due strutture, che ricordiamo distano tre chilometri l’una dall’altra e fondano la loro sopravvivenza sullo stesso mercato e sulla stessa utenza, sia costretta a chiudere. In breve, potremmo trovarci alle porte di San Donato una mega struttura degradata

L' Area San Francesco è suolo agricolo

I 30 ettari su cui si dovrebbe attuare il PII sono suolo agricolo, invece di usarlo per produrre cibo si vuole cementificarlo per costruire un’arena. Panem et circenses offrivano ai loro sudditi gli imperatori romani, a San Donato la possibilità di avere del pane viene tolta a favore delle attività ludiche. Un’area agricola garantisce la nostra sovranità alimentare e riduce la necessità di ricorrere alle importazioni per soddisfare alle richieste di cibo. Quando cementifichiamo un’area siamo consapevoli che nel mondo ci sarà meno cibo disponibile?

Chiediamo che quest’area ritorni alla sua vocazione originaria.

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale classifica l’area ad uso agricolo di valore paesaggistico e nella Relazione Tecnica Agronomica Cascina San Francesco è considerato un insediamento rurale di interesse storico.

 

Un po' di storia ...

Cascina San Francesco 1952 - Foto di Riccardo Tammaro

Cascina San Francesco dell’Accessio.
Questo nome , attribuito anche alla roggia vicinale alimentata oggi dalla acque pulita della Vettabbia, potrebbe derivare dal latino “accessio”, che era un concetto dell’antico diritto della proprietà romana, che stabiliva che il proprietario di un oggetto principale lo fosse anche di un “accessio”, ossia un oggetto collegato al principale ( da qui deriverebbe il termine accessio ). La Cascina anche se amministrativamente ricada nel Comune di San Donato Milanese, fa parte della storia di Chiaravalle, dato che era una grangia del monastero. Una grangia, come noto, era, nel medioevo, un complesso di edifici e di terreni tenuti da una comunità di frati cistercensi; in questo caso la grangia dipendeva dall’Abbazia di Chiaravalle. Sulle cartine essa è riportata come Cascina San Francesco, mentre il nome riportato sulla targa affissa al suo interno recita “Cascina Accessio”, ed è sita di poco a sinistra rispetto al sentiero di cui sopra, appena dopo il ponte autostradale; attualmente però per raggiungerla occorre purtroppo percorrere un lungo tragitto, per buona parte a piedi.

Le risorse idriche

Sull’area è presente una zona umida spontanea meritevole di tutela.

L’area è classificata come ambito acquifero a vulnerabilità elevata poiché la falda si trova a soli 4 metri sotto il piano campagna.

Il progetto non se ne cura e Città Metropolitana (Allegato 9 al PII) chiede che vengano fatti studi approfonditi.

Il progetto si merita anche il rilievo dell’ARPA (Allegato 12) perché non sono stati considerati impatti relativi alle opere di tombinatura/spostamento corsi d’acqua presenti nell’area” e neppure gli “impatti legati alla dispersione delle acque meteoriche nel sottosuolo […] in relazione alla soggiacenza della falda e alla permeabilità dei terreni”. Quest’ultimo rilievo è condiviso anche dal Gruppo CAP (Allegato 13).

In più, ARPA e Città Metropolitana lamentano la mancanza dello studio in dettaglio sull’invarianza idraulica, richiesto dal vigente Regolamento Regionale.

Il Gruppo CAP gestore del Servizio Idrico Integrato accusa il progetto di approssimazione poiché non indica né i fabbisogni idropotabili né i quantitativi scaricati nelle fognature.

Sicurezza

Unico sarebbe, verosimilmente, l’accesso pedonale, il sottopasso della stazione. Anche in questo caso elevati sarebbero i rischi anche nel semplice, e ahimè frequente, caso di semplici alterchi tra tifosi.

Il progetto non tiene conto dei rischi per la sicurezza né dei cittadini di San Donato né dei futuri fruitori.

Come ricordano Autostrade per l’Italia (Allegati 14 e 22) e il Comune di Milano (Allegato 21), sono attesi elevati volumi di traffico concentrati principalmente negli orari di entrata ed uscita degli eventi che si terranno all’arena. San Francesco è un’area interclusa e solo due saranno gli accessi all’area per le auto. In caso di gravi incidenti le operazioni di soccorso rischierebbero di essere fortemente rallentate.
Inoltre, la SNAM (Allegato 20) esprime “parere negativo alla realizzazione dell’opera che viene ritenuta incompatibile con la preesistenza dei propri gasdotti e in contrasto con la normativa vigente in materia di sicurezza.”

Motivazioni di carattere ambientale

Vocazione Agricola

Questa area di 300000 mq ha, nonostante il cambiamento di destinazione d’uso,  è stata sempre  di vocazione agricola.

Data la limitata superficie coltivata nel territorio di San Donato, riteniamo che debba ritornare ad avere un uso agricolo innovativo, attraverso la realizzazione di progetti condivisi con i cittadini, così come è avvenuto nei campi della Vettabbia, per realizzare l’agroforestazione urbana.

Lo scopo è di portare il verde e le attività agricole all’interno della città, di tornare ad essere produttori e cittadini attivi, non più solo consumatori e cittadini passivi. In questo modo l’attività agricola e l’utente finale si avvicinano.

Il cittadino stesso, prefinanziando l’attività agricola, diventa parte fondamentale dell’intero processo e non più solo l’utente finale della catena e del ciclo produttivo.

 

I campi abbandonati diventano quindi protagonisti di una trasformazione al confine tra città e parco agricolo, con l’obiettivo di realizzare un sistema agroforestale, ovvero un sistema complesso in cui si coltivano alberi forestali e da frutto. Un sistema che imita il sistema stratificato del bosco o della foresta, basandosi sulla teoria che una foresta è un ecosistema biodiverso e ricco più di quanto lo sia una coltivazione di tipo seminativo.

 

Siamo da sempre convinti che il cambiamento verso un abitare più sostenibile avviene a partire da piccoli passi, dal nostro modo di abitare, dalle nostre scelte quotidiane.

Funzione di mitigazione

Questa area ha funzione di mitigazione ambientale che permette di ridurre la temperatura locale tra Milano Corvetto e San Donato Milanese di 2 gradi durante il periodo estivo; se adeguatamente valorizzata, ad esempio con un Bosco Rigenerativo Territoriale o da un progetto di agroforestazione, come sopra descritto, può fungere da zona di mitigazione dell’inquinamento ambientale e assorbimento della CO2 prodotto dal Raccordo A51-A1 e dal raccordo A1 Piazzale Corvetto. L’impatto di queste arterie è a tutti ben noto e visibile ogni giorno, con un traffico di veicoli spesso in coda con conseguente danno alla nostra salute.

Cintura di separazione da Milano

L’area San Francesco costituisce una fascia verde di separazione tra l’abitato di San Donato Milanese e il confine con Milano, “cuscinetto” che va mantenuto per mantenere una propria identità di confine e di città, ma allo stesso tempo parte fondamentale di un percorso di connessione di alto valore culturale e religioso, “Il sentiero delle Abbazie

Presenza di una zona umida

Nei pressi della tangenziale in corrispondenza dello scavo del canale navigabile degli inizi del secolo scorso vi è un affioramento della falda che ha costituito una zona umida formatasi spontaneamente che deve essere salvaguardata

Inquinamento atmosferico da traffico

Il progetto comporterebbe un notevole aumento di traffico e afflusso di auto e relativo inquinamento in contrasto con le recenti scelte dell’amministrazione volte al loro contenimento (strisce blu / Biciplan)

Quest’area verde, ancor più se trasformata anche se solo parzialmente in agroforesta, permetterebbe di ridurre l’inquinamento da polveri sottili, che alcuni studi scientifici ritengono essere tra i vettori della pandemia attuale e tutti sappiamo come la pianura padana sia il posto in Europa dove le polveri sottili sono più letali.

Una scelta che va in contrasto con il vostro programma di governo [ Mandato 2017 - 2022 ]

Una scelta che riteniamo essere in netto contrasto con il vostro programma di governo e per il quale siete stati rieletti.

Di seguito citiamo i punti del vostro programma, invitandovi a riflettere:

Nel 2017 scadrà il vigente PGT e grazie ai principi e alle opportunità della Legge Regionale sulla riduzione del consumo di suolo e rigenerazione urbana (n.31/2014), potremo dare completa attuazione all’obiettivo di un PGT a crescita zero: un nuovo Strumento di governo del territorio che vada a riequilibrare le attuali previsioni volumetriche, caratterizzato sia dalla riduzione del consumo di suolo (con l’obiettivo di riassegnare le originarie destinazioni agricola/verde sportiva ludico e ricreativa alle aree sottratte all’edificazione) che dalla rigenera-zione/reinvenzione urbana declinata sotto i molteplici aspetti paesistico-ambientali, energetici, sociali, inclusivi, culturali ed economici.

La riduzione del consumo di suolo è stata anche alla base della scelta, compiuta nel 2013, di non edificare sul lato del Pratone verso via Martiri di Cefalonia, lasciando libera l’area per la riqualificazione leggera ora in fase realizzativa.

Rigenerazione Urbana.

Di pari passo con la salvaguardia del suolo è necessario procedere con la rigenerazione urbana di quegli ambiti dismessi, tipicamente ex-industriali o commerciali. È necessario dotarsi di politiche orientate alla valorizzazione dei processi di rigenerazione urbana attraverso il quale sia possibile promuovere un’idea di sviluppo supportata da una strategia spaziale e da adeguati strumenti di promozione e attuazione. Si potrebbero in questo modo individuare ambiti strategici, linee di indirizzo, criteri e strumenti comuni di intervento, finalizzati a delineare pratiche innovative e favorire i processi di riuso (anche temporaneo) del territorio, in chiave di sostenibilità e innovazione, integrando temi connessi alla mobilità, all’ambiente e allo sviluppo economico.

IL NOSTRO OBIETTIVO
PGT a crescita zero:
▪lavorare per il recupero dell’esistente
▪promuovere progetti di rigenerazione urbana

COSA FARE
Procedere alla Revisione del PGT in scadenza con l’impegno di riduzione delle volumetrie in assenza di diritti acquisiti

E ancora si legge nel vostro programma di governo [ Mandato 2017 - 2022 ]

IL NOSTRO OBIETTIVO

Valorizzare il nostro territorio in un ambito sovracomunale

COSA FARE
Valorizzare il nostro territorio all’interno dello sviluppo strategico di Città Metropolitana nell’ambito della Zona Omogenea del sud-est Milano

  • Attivare sinergie con promotori di iniziative già presenti sul territorio o in via di sviluppo (Portale Paullese Route 415, Il Cammino dei Monaci legato alla via Francigena, ecc.)

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Motivazioni legate all'opportunità

Si sta costruendo un palazzetto simile a Rogoredo Santa Giulia

Ad un paio di km in linea d’aria dall’area di San Francesco, a Rogoredo Santa Giulia nell’area industriale Ex Redaelli e Montecatini, è già prevista la costruzione di un Palazzo del Ghiaccio da 16 mila spettatori, per le Olimpiadi Invernali del 2026. Struttura che dopo i Giochi diventerà un Palazzetto per altri sport ed eventi, sportivi e/o musicali.
Il progetto di Sportlifecity prevede l’edificazione di un’arena ancor più ampia, comparabile al Madison Square Garden di NewYork:
due strutture così imponenti a così breve distanza tra di loro faranno a gara a chi fallirà prima?

San Donato Milanese ha già due centri sportivi: IL PARCO MATTEI e il Centro Sportivo di Via Maritano

La città di San Donato Milanese è già dotata di vaste aree dedicate allo sport, campi da tennis e piscine sufficienti a coprire le necessità dei cittadini sandonatesi. Delle suddette strutture – nonostante i piani e i programmi di governo della città – da anni si attende una efficace riqualificazione: il progetto Sportlifecity rischierebbe di far cadere queste strutture nel dimenticatoio e di lasciarle in uno stato di abbandono totale.
Non si comprende la logica che vuole utilizzare risorse e suolo vergine per un nuovo centro sportivo, quando la città ha già un centro sportivo all’interno del Parco Mattei che sarebbe molto funzionale se solo ripristinato come meriterebbe.
Il Parco Mattei è raggiungibile agevolmente da Milano attraverso la metropolitana, con mezzi pubblici di superficie dal Sud Milano, a piedi e in bicicletta da San Donato Milanese e dai comuni limitrofi. Il rischio tangibile è quello di condannare le strutture del Parco all’abbandono definitivo. Ricordiamo l’impegno assunto dall’amministrazione con i suoi cittadini nel programma di mandato, che per lo sport recitava:
“Intendiamo valorizzare lo sport come “strumento” sociale in grado di favorire e rafforzare il legame fra le persone, i gruppi, i contesti di vita.

[…] Seguire costantemente l’iter di riqualificazione del Parco Mattei e l’ampliamento del Centro Sportivo di Via Maritano.”
Questa proposta renderebbe più difficile il recupero e la sopravvivenza del parco e del Centro Sportivo.
Chi investirebbe sapendo che avrebbe come concorrente un colosso di tali dimensioni a pochi metri di distanza?

Ci ritroveremmo in città aree in cui oggi le persone si ritrovano che resterebbero inutilizzate e diventerebbero degradate.

San Donato Milanese è dotata di Centri Commerciali e Negosi di Vicinato

Si chiede di non costruire un distretto commerciale da 5000 metri quadrati (con attività di ristorazione e altri negozi) in quanto distante dall’abitato e offuscherebbe i negozi storici del paese, quelli di vicinato e i presenti poli commerciali quali “L’incontro” che andrebbero sostenuti e riqualificati  

San Donato Milanese ha già un proprio Liceo

Si chiede di non costruire un nuovo liceo e campus poiché la Città è già dotata di un liceo omnicomprensivo e gli studenti che volessero approfondire le proprie attitudini sportive possono raggiungere comodamente Milano con la M3. Inoltre, il liceo sportivo potrebbe venire localizzato nell’attuale Omnicomprensivo, oramai solo parzialmente utilizzato, dotato di palestre, pista di atletica, campi da calcio e rugby, auditorium e biblioteca, che versa in uno stato desolante. Un liceo sportivo in tale sede, con i necessari ammodernamenti, manutenzioni ed eventuali riqualificazioni costituirebbe un beneficio per tutti gli studenti e i giovani delle varie Società Sportive senza il consumo di suolo vergine

Motivazioni di Ordine Pubblio e Sicurezza

Assalto ai parcheggi

Si prevedono auto, da distanze fino a 300 km e, in caso di tutto esaurito, sarebbero oltre 5000. Tenendo presente che i posti che sarebbero realizzati nell’area stessa sono meno di 3000, ci sarebbero migliaia di auto che dovrebbero parcheggiare altrove.
Il che significa in primis nei quartieri limitrofi, Torri Lombarde, Metanopoli, Concentrico, e via via sempre più lontano. auto parcheggiate ovunque, anche sui prati

Intasamento delle strade, difficoltà di deflusso

Dal punto di vista del traffico veicolare significa migliaia di auto (4000-6000) che devono defluire in parte dall’area San Francesco e in parte dalla città di SDM. I punti di accesso all’area San Francesco, per le auto, saranno due: uno a nord, attraverso il Rondò di San Martino e il cavalcavia sulla ferrovia attualmente incompiuto, ed il secondo a sud, tramite il cavalcavia che arriva da Poasco alla rotonda della Polizia Stradale o Rondò delle Autostrade. Società Autostrade ASPI indica quest’ultimo come zona critica. Il Comune di Milano e Società Autostrade ASPI hanno chiesto un piano di maggior dettaglio sulla gestione del traffico e, per ora non hanno ancora espresso parere positivo.

Limiti dati dal fatto che l'area è interclusa

Due soli accessi, sottopassi, migliaia di persone fanno presagire un contesto molto pericoloso in caso di emergenze sanitarie, incidenti, attentati o eventi che scatenino il panico

Invasione di persone e assembramenti

Costruire una maxi- arena per eventi comporterebbe  il transito per la città di diverse migliaia, di persone che verranno poi a confluire nel sottopassaggio della stazione FFSS. Si fa notare che In genere gli avventori /spettatori arrivano un po’ alla volta, e vanno via tutti insieme con notevoli problematiche di sicurezza vista la necessità di passare da un’unica via di uscita

Disturbo della quiete pubblica

Gli eventi comporterebbero anche un notevole disturbo della quiete pubblica considerando che il momento previsto di maggior traffico è stato previsto essere tra le 23 e le 24 come avviene a San Siro ad ogni partita, parcheggiatori abusivi, camion dei paninari e frotte di persone vocianti che si spostano   per la città, anche e soprattutto la sera tardi, per tutta Metanopoli,  diretti alla vicina M3, ma anche in prossimità della stazione ferroviaria e delle Torri Lombarde.

Un progetto troppo grande per un Comune delle dimensioni di San Donato Milanese

È un progetto per utenti diversi dai sandonatesi

Un progetto ( che prevede una maxi-arena come quella di Parigi Bercy, che intende ospitare eventi di livello, quali  le finali Atp di tennis o grandi concerti,  con una hall al chiuso da 1.500 posti con otto campi esterni per tennis, basket e volley; un centro medico per la riabilitazione sportiva; palestre e piscine; un residence; 5000 parcheggi, le cui dimensioni non hanno pari in Italia guardando  a modelli come la 02 Arena di Londra) non risponde alle esigenze della città di San Donato Milanese, ma è studiato come polo attrattivo  per la città di Milano e, in quanto tale, dovrebbe essere costruito nella città di Milano.

Progetto per bilanci e vigilanza di una metropoli e non di un Comune come San Donato Milanese

Si chiede di non costruire un’arena per eventi di quella portata perché un comune delle dimensioni di San Donato Milanese non sarebbe in grado di gestire il traffico e l’ordine pubblico di tali assembramenti che richiedono un bilancio tale da poter disporre di decine di vigili urbani che si occupino della sicurezza e di fluidificare il traffico nei giorni festivi e di sera

Un problema per tutto il Sud Milano

Si chiede di non costruire Sportlifecity per l’impatto del traffico del sud Milano in caso si verificassero due eventi in contemporanea nell’arena di San Donato e al palazzetto del quartiere Santa Giulia (il Comune di Milano ha chiesto un piano di maggior dettaglio e per ora ha espresso parere negativo)

Un danno irreversibile per Chiaravalle e la Valle dei Monaci

Vicinanza all'area delle Abbazie

Non da ultimo, si ricorda che l’area è ad 1 km in linea d’aria dall’abbazia di Chiaravalle, fulcro centrale della Valle dei Monaci e il progetto non considera minimamente l’unicità e il valore della vicinanza dell’abbazia né della conservazione del contesto agricolo e non urbano in cui è venuto a svilupparsi il monachesimo e va in netto contrasto con il vostro programma di governo (Mandato 2017-2022), dove scrivete che intendete Valorizzare il nostro territorio all’interno dello sviluppo strategico di Città Metropolitana nell’ambito della Zona Omogenea del sud-est Milano

  • Attivare sinergie con promotori di iniziative già presenti sul territorio o in via di sviluppo (Portale Paullese Route 415, Il Cammino dei Monaci legato alla via Francigena, ecc.)

Disturbo alla quiete monastica

Inoltre, in quanto il progetto prevede eventi di richiamo, sportivi e concerti, non garantisce il dovuto rispetto e silenzio richiesto dalla vita monastica della comunità di Chiaravalle

Considerazioni su un progetto pre-pandemico

La pandemia ha messo in dura crisi il commercio, e occorrerà sostenere gli operatori in difficoltà e non creare poli concorrenziali. Inoltre, non sappiamo ancora se saranno possibile in futuro eventi che prevedano un così alto numero di persone. Costruire un centro di queste dimensioni con un palazzetto simile già in costruzione a Rogoredo e in una situazione di incertezza sembra una scelta azzardata quando sarebbe auspicabile quanto meno un saggio rinvio in vista di un panorama più chiaro

Conclusione

Si chiede, in conclusione, di fare scelte che vengano dai bisogni della cittadinanza, frutto di un confronto e percorso    condiviso e partecipato e che non siano una mera registrazione di progetti studiati da chi vuole fare profitto ignorando il parere della cittadinanza, le conseguenze per l’ordine pubblico, e il traffico derivante da una struttura faraonica che per sua natura prevede assembramenti di migliaia (migliaia, non centinaia) di persone nel territorio di San Donato Milanese

... in subordine

se, ignorando il vero bene per San Donato Milanese, si decidesse di proseguire con il progetto Sportlifecity

  1. Si chiede di conservare ad agricolo una parte dell’area a testimonianza dell’operosità dei monaci della vicina abbazia di Chiaravalle che ne hanno per secoli avuto cura aumentando la percentuale di verde che ora è prevista di solo 10000mq sui 300000 mq del progetto
  2. si chiede di conservare la zona umida formatasi spontaneamente nell’area ove vi è un affioramento della falda nei pressi della tangenziale in corrispondenza dello scavo del canale navigabile degli inizi del secolo scorso
  3. Si chiede di prevedere su cascina San Francesco l’area di rigenerazione urbana per farne un luogo per un uso sociale (ad esempio residenze per anziani o cohausing)
  4. si  chiede una pista ciclabile che recuperi il sentiero che è la continuazione della via San Dionigi, il cui toponimo è “strada comunale Chiaravalle-Bagnolo”, e che giunge fino all’incrocio con la via che proviene da Chiaravalle a sud del borgo congiungendolo con San Donato, ed il cui toponimo è “strada comunale Sorigherio-Bagnolo-San Donato” dove, percorse alcune centinaia di metri, seppure coperta parzialmente dall’autostrada, tra i campi potremmo vedere la grangia di San Francesco dell’Accessio per poi studiare un collegamento con l’abbazia di  Monluè
  5. si chiede di non intubare la roggia e le antiche opere idrauliche
  6. si chiede di invertire l’ordine di realizzazione, partendo cioè dal liceo sportivo rigenerando l’area di Cascina San Francesco di Accesso, antica grangia cistercense

Osservazione degli Enti

Il provvedimento di esclusione dalla VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA risulta incomprensibile anche se motivato dal fatto che tale ambito era già stato oggetto di VAS del PGT in quanto Ambito di Trasformazione del Documento di Piano quando:

Nessuna analisi di dettaglio era presente nella VAS del PGT relativamente all’ambito denominato “AT-SS San Francesco anche se si faceva menzione di come gli effetti stimati per la sub-azione San Francesco fossero per lo più negativi per quanto riguarda la mobilità, l’energia e la produzione di rifiuti. Gli effetti per il comparto suolo erano stimati come molto negativi a causa della grande estensione dell’area (circa 30 ettari) che, benché si trovi in un cuneo di territorio circondato da importanti ed ingombranti opere di infrastrutture stradali o ferroviarie, attualmente è un suolo agricolo libero da urbanizzazioni che sarebbe occupato con la realizzazione delle previsioni di Piano. 

Nel PGT e nella relativa VAS non si poteva tener conto della vicinanza di quanto previsto nell’AT-SS San Francesco con l’imponente Piano Integrato di Intervento Montecity-Rogoredo la cui area di trasformazione avrà una forte ricaduta anche sul territorio di San Donato e potrebbe entrare in conflitto con alcune funzioni previste (con l’Arena in primis) nell’area di San Francesco.

La VAS preliminare associata al procedimento di assoggettabilità a VAS presenta diverse approssimazioni, sottolineate peraltro dai pareri ricevuti da vari enti:

  • Città Metropolitana Area Tutela dell’Ambiente e Territorio – Allegato 9 al Decreto di Esclusione
    • che pone l’accento sulla consistente impermeabilizzazione del territorio derivante dall’intervento e sulla necessità di adeguarsi al Regolamento 7/2017 sull’invarianza idraulica;
    • sottolinea l’importanza di prevedere approfondimenti di tipo idrogeologico sulla permeabilità dei suoli per via della soggiacenza della falda a soli 4 m dal piano campagna e in ragione della classificazione dell’area ai sensi del PTCP come ambito degli acquiferi a vulnerabilità elevata che potrebbe determinare limitazioni o condizionamenti alle trasformazioni previste.
  • ARPA LOMBARDIA Dip. Milano-MonzaBrianza U.O. Agenti fisici e Valutazioni Ambientali – Allegato 12
    • Corsi d’acqua: non sono stati considerati impatti relativi alle opere di tombinatura/spostamento corsi d’acqua presenti nell’area
    • Acque sotterranee e rischio idraulico: impatti legati alla dispersione delle acque meteoriche nel sottosuolo non sono stati adeguatamente considerati in relazione alla soggiacenza della falda e alla permeabilità dei terreni;
    • Non è presente uno studio di dettaglio su invarianza idraulica sulla base del Regolamento Regionale vigente
    • Inquinamento atmosferico: non sono valutati impatti su atmosfera legato agli incrementi di traffico veicolare attesi e al riscaldamento dei nuovi edifici
    • Si ravvisa la necessità di un nuovo monitoraggio fonometrico per meglio supportare la barriera mitigativa necessaria per attenuare il rumore ferroviario eccedente il limite previsto.
    • Valutazione Impatto Ambientale: ARPA sottolinea come alcuni degli interventi previsti possano rientrare nel campo di applicazione della Legge Regionale n5./2010 e rimarca come prima della loro approvazione dovranno essere espletate le procedure di verifica VIA (PAUR).

 

  • Gruppo CAP Gestore del S.I.I. – Allegato 13
    • Anche il S.I.I. rimarca l’approssimazione dello studio a supporto del PII in cui non vengono indicati i fabbisogni idropotabili del progetto o i quantitativi che saranno scaricati in fognatura;
    • Si sottolinea come manchi ogni indicazione circa la modalità di gestione delle acque meteoriche e come, nel rispetto del Regolamento Regionale 7/2017, sia necessario acquisire le informazioni necessarie circa la reale permeabilità del terreno e in merito ai livelli minimi di soggiacenza della falda
  • Autostrade per l’Italia – Allegato 14
    • Non fornisce parere perché rileva la necessità di acquisire informazioni più dettagliate rispetto a quelle fornite a supporto del PII relativamente ai flussi di traffico generati (di cui si contestano alcune stime) e alle microsimulazioni fornite per gli scenari di ingresso e uscita all’Arena (19-20; 23-24) che evidenziano code significative e lasciano presupporre una criticità per la viabilità dell’area.
  • Regione Lombardia UOC Salute e Ambiente– Allegato 15
    • La Regione si allinea al parere di ARPA Lombardia, richiedendo approfondimenti e chiarimenti sugli impatti del progetto sull’inquinamento atmosferico, acustico richiama al rispetto delle fasce di rispetto stradali, ferroviarie e degli elettrodotti. 
    • Inoltre Regione esprime la propria convinzione che il progetto debba essere assoggettato a VAS (parere del 22/6/2020);
  • Regione Lombardia UOC Salute e Ambiente– Allegato 18
    • Regione ritiene che le osservazioni inviate non siano state recepite, ribadisce che la documentazione non sia adeguatamente sviluppata e ribadisce la propria convinzione che il progetto debba essere assoggettato a VAS (parere del 12/11/2020).
  • SNAM – Allegato 20.
    • SNAM sulla base della documentazione progettuale fornita esprime un parere negativo alla realizzazione dell’opera che viene ritenuta incompatibile con la preesistenza dei propri gasdotti e in contrasto con la normativa vigente in materia di sicurezza
  • Comune di Milano – Direzione Urbanistica – Allegato 21
    • Il Comune di Milano, pur non ravvisando interferenze dirette, ricorda all’Amministrazione di San Donato il mix funzionale previsto nell’ambito di prossima attuazione relativo al PII Montecity-Rogoredo del 2020. E, considerato il contiguo ambito di intervento (PII AT-SS San Francesco, PII Montecity-Rogoredo e Porto di Mare) e l’imponente area di trasformazione prevista invita il Comune di San Donato a tener conto, nell’elaborazione delle previsioni progettuali del Piano, delle consistenze dei futuri insediamenti per un’adeguata previsione delle ricadute urbanistiche e ambientali sul territorio.
    • Anche il Comune di Milano critica alcune assunzioni degli scenari di traffico presentati a supporto del Progetto, giudicate troppo ottimistiche, ed evidenzia la mancanza di uno scenario che consideri anche l’indotto di traffico determinato dalla presenza a 3 km dell’analoga struttura prevista nel PII Montecity-Rogoredo nell’eventualità che si verifichino due eventi canori in contemporanea.
  • Autostrade per l’Italia – Allegato 22
    • In risposta ad alcune integrazioni trasmesse in merito al Progetto, Autostrade per l’Italia conferma le proprie osservazioni e prescrizioni già formulate e reitera la propria richiesta di una progettazione di maggior dettaglio per poter esprimere il proprio parere.
 
ARPA LOMBARDIA Dip. Milano-MonzaBrianza U.O. Agenti fisici e Valutazioni Ambientali – Allegato 25
    • In risposta alle integrazioni e osservazioni pervenute dalla Società SPORTLIFECITY ARPA Lombardia espone le sue controdeduzioni. Ribadisce che nel Rapporto Ambientale preliminare, prodotto per la procedura di assoggettabilità a VAS non venivano trattati nello specifico gli impatti riconducibili a:
      • dispersione delle acque meteoriche nel sottosuolo in relazione alla soggiacenza della falda e alle caratteristiche di permeabilità dei suoli;
      • utilizzo geotermico delle acque di falda;
      • consumo di suolo agricolo;
      • impermeabilizzazione di suolo attualmente libero;
      • studio di invarianza idraulica;
      • incremento di traffico veicolare e delle emissioni di riscaldamento provenienti dagli edifici e attività commerciali individuati dal Piano;
    • Alla luce di quanto evidenziato ARPA auspica che gli impatti emersi dall’analisi del Rapporto Preliminare di Verifica di Assoggettabilità vengano debitamente presi in considerazione, approfonditi e risolti, mitigati o compensati nell’ambito delle necessarie procedure in materia di valutazione di impatto ambientale o nelle successive fasi di sviluppo della progettazione propedeutica all’approvazione del PII.

In sintesi il progetto presenta molte criticità

In sintesi, il progetto presenta molte criticità messe chiaramente in evidenza anche dai pareri ricevuti dei diversi enti coinvolti nella procedura di Verifica dell’Assoggettabilità a VAS. 

La decisione di esclusione sembra una decisione unilaterale dell’Amministrazione non supportata dalla maggior parte dei pareri ricevuti.

Esistono forti perplessità sugli impatti dell’opera non adeguatamente valutati e sulla mancanza di approfondimento delle ricadute urbanistiche e ambientali sul territorio in cui sarà inserita (presenza contigua dell’Arena nell’Area Rogoredo-Montecity) e sulle reali ricadute positive per la cittadinanza del Comune di San Donato Milanese.

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