Sicuramente è tornato nei nostri cuori.
Da qualcuno non è mai andato via; a qualcuno, come me, è raffiorata una figura conosciuta solo a sprazzi. Perché visto al telegiornale o in una rubrica sportiva grazie alle sue vittorie sulle 2 ruote.
Aveva raggiunto una fama non indifferente, grazie alle sue numerose vittorie, se ne conteranno alla fine 46, tra cui Giro d’Italia e Tour de France nel 1998. Gli avevano dato un soprannome, “il Pirata”, forse per la mania delle bandane. Poi iniziò l’incubo, nel 1999, con un rocambolesco esame in cui alla tappa di Madonna di Campiglio gli trovarono un valore di ematocrito al di sopra del consentito, e venne escluso dal Giro d’Italia Il clamore mediatico, suscitato da questa decisione, fu l’inizio dell’abisso depressivo, da cui in pratica non si riprenderà, che lo porterà ad assumere sostanze stupefacenti, e che culminerà il giorno di San Valentino del 2004 con la sua tragica morte. Overdose, suicidio o…..omicidio? La sua famiglia non si è mai rassegnata ad accettare l’ipotesi del suicidio, combattendo una lunga battaglia giudiziaria che ha portato alla riapertura del caso da parte della Procura di Rimini nel 2014.
Pantani è tornato ! by Recsando on Mixcloud
E’ stata una serata molto interessante quella di venerdì 10 aprile all’oratorio San Luigi di Piazza della Vittoria. Organizzata dal Vicario Don Alessandro Lucini, in collaborazione con l’ASD San Luigi. Il locale dove si è svolto, il bar, era parecchio affollato. Gli ospiti invitati a raccontare la storia della fine del campione erano di alto profilo: Davide De Zan, figlio d’arte del giornalismo sportivo in quanto figlio dell’indimenticato Adriano, che ricordiamo al seguito di migliaia di corse ciclistiche; con lui, a “intervistarlo” il segretario dell’ordine dei giornalisti e presentatore TV Paolo Pirovano. Davide De Zan su questo caso ha scritto il libro “PANTANI E’ TORNATO”. Lo ha scritto da amico, da giornalista, da ricecatore della verità. Sollecitato dal presentatore televisivo, che inizia leggendo alcune frasi del libro, De Zan racconta tutte le stranezze della faccenda, fin da Madonna di Campiglio, che portano a essere sicuri che la morte del Pirata non sia stata un suicidio come si è voluto far credere fin dall’inizio. Troppe le strane coincidenze “contro”. Invitiamo i nostri lettori ad ascoltare il podcast dell’incontro, rende molto di più di qualsiasi frase si volesse scrivere. Si parla di scommesse, al debutto di quelle ufficiali, si parla di sistemi di rilevazione dei livelli ematici, si parla di…Vallanzasca. Si proprio lui, il bel Renee: che mai ci sarà c’entrato? Ascoltare le voci del testimone, con le spiegazioni di questi temi, anche incalzato dalle domande dal pubblico, fa proprio pensare che è stato molto semplicistico archiviare nella nostra memoria la morte di un uomo, descritta allora come se egli, lontano dai riflettori, non sapesse più vivere.
Redazione RecSando Angela Vitanza-Foto Luigi Sarzi Amadè.