Si è appena svolta in Cascina Roma una serata organizzata dall' Osservatorio Mafie Sud Milano in occasione della Settimana della Legalità. E' stato presentato con la presenza della scrittrice e giornalista Marika Demaria il libro " La scelta di Lea".
Lea Garofalo (Petilia Policastro, 24 aprile 1974 – Milano, 24 novembre 2009) è stata una testimone di giustizia e vittima della 'Ndrangheta.
Testimone di giustizia sottoposta a protezione dal 2002, decise di testimoniare sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno Carlo Cosco. L'azione di repressione del clan Garofalo si concretizza il 7 maggio 1996, quando i carabinieri di Milano svolgono un blitz in via Montello 6 e arrestano anche Floriano Garofalo, fratello di Lea, boss di Petilia Policastro dedito al controllo dell'attività malavitosa nel centro lombardo.
Floriano Garofalo, nove anni dopo l'arresto e dopo l'assoluzione al processo, viene assassinato in un agguato nella frazione Pagliarelle di Petilia Policastro il 7 giugno 2005. In particolare, Lea, interrogata dal Pubblico ministero Antimafia Salvatore Dolce, riferì dell'attività di spaccio di stupefacenti condotta dai fratelli Cosco grazie al benestare del boss Tommaso Ceraudo. Inoltre, Lea dichiara al Pubblico ministero «L'ha ucciso Giuseppe Cosco (detto Totonno U lupu), mio cognato, nel cortile nostro», attribuendo così la colpa dell'omicidio al cognato, Giuseppe, detto Smith (dal nome di una marca di pistole) e all'ex convivente, Carlo Cosco, e fornendo anche il movente. Ammessa già nel 2002 nel programma di protezione insieme alla figlia Denise e trasferita a Campobasso, si vede estromessa dal programma nel 2006 perché l'apporto dato non era stato significativo. La donna si rivolge allora prima al TAR, che le dà torto, e poi al Consiglio di Stato, che le dà ragione. Nel dicembre del 2007 viene riammessa al programma, ma nell'aprile del 2009 – pochi mesi prima della sua scomparsa – decide all'improvviso di rinunciare volontariamente a ogni tutela e di riallacciare i rapporti con Petilia Policastro rimanendo però a vivere a Campobasso per permettere alla figlia di terminare l'anno scolastico. la nuova abitazione la trova insieme all'ex compagno Carlo Cosco.
La nuova abitazione trovata a Campobasso ha la lavatrice rotta. questo particolare lo conosce anche Carlo Cosco, che nel frattempo vive tra Milano e Petilia Policastro. Il 5 maggio 2009, si presenta un tecnico per riparare la lavatrice. È Massimo Sabatino, non un idraulico ma un trentasettenne recatosi sul posto per rapire e uccidere Lea Garofalo. La donna riesce a sfuggire all'agguato grazie al tempestivo intervento della figlia Denise (che sarebbe dovuta essere a scuola) e informa i carabinieri dell'accaduto ipotizzando il coinvolgimento dell'ex compagno. Le indagini sul tentativo di rapimento avranno un'accelerazione solo dopo la sua scomparsa a Milano il 24 novembre dello stesso anno. (il 4 febbraio del 2010 viene adottata una Misura Cautelare nei confronti di Carlo Cosco e Massimo Sabatino – già detenuto nel carcere di Milano dal dicembre del 2009 per spaccio di stupefacenti).
Il 20 novembre del 2009 Cosco attirò l'ex compagna a Milano, anche con la scusa di parlare del futuro della loro figlia Denise. La sera del 24 novembre, approfittando di un momento in cui Lea rimane da sola senza Denise, Carlo la conduce in un appartamento che si era fatto prestare proprio per quello scopo. Ad attenderli in casa c'è Vito Cosco detto "Sergio". In quel luogo Lea viene uccisa. A portar via il cadavere da quell'appartamento saranno poi Carmine Venturino, Rosario Curcio e Massimo Sabatino. Il corpo di Lea viene infatti portato a San Fruttuoso, un quartiere di Monza, dove viene poi dato alle fiamme per tre giorni fino alla completa distruzione (solo dopo la condanna di primo grado, Carmine Venturino inizia a fare dichiarazioni che nel processo d'Appello porteranno a rinvenire più di 2000 frammenti ossei e la collana di Lea Garofalo).
Le indagini per la scomparsa e l'omicidio di Lea Garofalo, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano con la Squadra Omicidi del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Milano, portano a spiccare mandati di arresto, nell'ottobre 2010, a Carlo Cosco, Massimo Sabatino, Giuseppe Cosco «Smith», Vito Cosco «Sergio», Carmine Venturino e Rosario Curcio. Pochi mesi prima, il 24 febbraio, erano già state arrestate altre due persone, di Cormano, per aver messo a disposizione il terreno di San Fruttuoso dove il corpo della donna sarebbe stato portato dopo l'omicidio.
Il processo vede come testimone chiave la presenza della figlia della donna che ha deciso di testimoniare contro suo padre.
È il 23 novembre 2011 che il processo riparte dall'inizio, con la notizia della nomina del Presidente della Corte Filippo Grisolia come Capo di Gabinetto del ministro della Giustizia Paola Severino. I due incarichi risultano incompatibili e così la difesa degli imputati, avendone facoltà, ha chiesto che l'intero processo fosse annullato e ricominciato dal principio, comprese le dichiarazioni dei testimoni.
Il 30 marzo 2012, quando ancora secondo la difesa Lea Garofalo sarebbe scappata in Australia, il processo si conclude con la condanna di tutti i sei imputati e il riconoscimento delle accuse di sequestro di persona, omicidio e distruzione di cadavere, ma non l'aggravante mafiosa: i giudici condannano all'ergastolo con isolamento diurno per due anni Carlo Cosco e suo fratello Vito, all'ergastolo e ad un anno di isolamento Giuseppe Cosco, Rosario Curcio, Massimo Sabatino e Carmine Venturino, ex fidanzato di Denise.
Dopo la sentenza di primo grado Carmine Venturino decide di fare alcune dichiarazioni. Queste permetteranno di rinvenire i resti della collaboratrice di giustizia proprio nel terreno di San Fruttuoso (circa 2000 frammenti ossei rinvenuti a seguito di un vero e proprio scavo archeologico fatto dagli inquirenti in collaborazione con l'Istituto di Medicina Legale di Milano).
Il 28 maggio 2013 la Corte d'assise d'appello di Milano conferma 4 dei 6 ergastoli inflitti in primo grado. Conferma l'ergastolo per Carlo e Vito Cosco, Rosario Curcio e Massimo Sabatino; 25 anni di reclusione per Carmine Venturino e assoluzione per non aver commesso il fatto per Giuseppe Cosco; inoltre la Corte ha disposto il risarcimento dei danni per le parti civili: la figlia, la madre e la sorella di Lea Garofalo e il comune di Milano.
Il 18 dicembre 2014 le condanne della Corte d'Assise d'Appello di Milano vengono tutte confermate dalla Cassazione che le rende definitive.
Lea Garofalo è ricordata ogni anno il 21 marzo nella Giornata della Memoria e dell'Impegno di Libera, la rete di associazioni contro le mafie, che in questa data legge il lungo elenco dei nomi delle vittime di mafia e fenomeni mafiosi.
Con una cerimonia di commemorazione, il primo aprile 2012 il Comune di Monza ha raccolto l'appello di Daw-blog.com e ha posato una targa in ricordo di Lea Garofalo presso il cimitero di San Fruttuoso, a pochi passi dal luogo dove la donna è stata torturata e uccisa.
Nel dicembre 2012 esce il libro sulla vita di Lea Garofalo, Il coraggio di dire no. Lea Garofalo, la donna che sfidò la 'ndrangheta.
Il 19 ottobre 2013 si sono svolti a Milano, in piazza Beccaria, i funerali civili di Lea Garofalo. In piazza erano presenti migliaia di persone, fra le quali i rappresentanti dell'associazione Libera e personalità come Don Luigi Ciotti e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Lo stesso giorno è stato intitolato a Lea Garofalo un giardino pubblico in viale Montello a Milano.
Anche a Savignano sul Panaro, in provincia di Modena, nel luglio del 2014 è stato inaugurato un parco in onore di Lea Garofalo, chiamato Parco del Coraggio; il 4 marzo 2015 Don Luigi Ciotti ha visitato il parco e in quell'occasione è stata piantata una quercia dedicata alla coraggiosa donna.
La RAI produrrà una fiction in due puntate sulla sua storia, che s'intitolerà Il coraggio di Lea.
(fonte wikipedia)
La Redazione RecSando ha realizzato per voi il podcast integrale della serata
La settimana della Legalità: La scelta di Lea – di Marika Demaria – 6 ottobre 2015 – Cascina Roma by Recsando on Mixcloud
Redazione RecSando – Staff