Davvero una bella rassegna quella che per tutto maggio ha impegnato l’associazione Culturale Il Picchio di San Giuliano Milanese, con la collaborazione della libreria Libropoli.
Una serie di incontri con alcuni dei migliori scrittori italiani di noir, che ha trasformato San Giuliano in una vera e propria "melting pot" di questo genere letterario (che i partecipanti tengono a tenere distinto dal genere "giallo" e dal "thriller"), chiamando a raccolta scrittori provenienti un po' da tutta la penisola, dal Piemonte alla Sicilia, da Varese a Bologna.
Noi purtroppo non abbiamo potuto partecipare a tutte le serate, che includevano anche tre aperitivi e tre cene in giallo, che hanno visto la partecipazione di almeno trecento persone, distribuite tra i vari appuntamenti, ma abbiamo passato con loro tutta la giornata conclusiva, con tanto di buffet e l'immancabile banchetto dei libri, venduti per l'occasione con il 20% di sconto, e di questa giornata vogliamo darvi conto.
L’incontro si è aperto con una breve introduzione di Gino Marchitelli, il deus ex machina della manifestazione, che ha sottolineato l'importanza, giunti alla fine della rassegna, non solo di "tirare le fila" e fare bilanci, ma soprattutto di dare una certa continuità a questa operazione culturale, organizzando altri incontri nei prossimi mesi, con i quali approfondire non solo l'attività dei singoli partecipanti, ma anche operare delle "contaminazioni" tra i diversi stili e i diversi temi, per mandare dei messaggi costruttivi in tempi come quelli che stiamo vivendo, dove c'è' tanto bisogno di chiarezza e di informazione vera e non contaminata da interessi economici, politici o di altra natura.
Podcast – Introduzione
Il primo scrittore, Alessandro Reali di Pavia, presentato dalla giornalista de "Il Giorno", Valeria Giacomello, non scrive solo "noir", ma anche romanzi "storici", relativi alla seconda guerra mondiale, basandosi su testimonianze dirette di chi a quei tempi era giovane.
I suoi "noir", che hanno come protagonisti principali due investigatori, di caratteri diametralmente opposti, ma uniti nella capacità di condurre le indagini con grande destrezza, derivano da un approfondito studio della storia recente del nostro Paese, non solo, come per i romanzi storici, basandosi sui racconti di parenti e amici, ma anche documentandosi in prima persona e trattano dei vari aspetti della società , dal mondo degli appalti, al tema del terrorismo e altri .
Presentando il romanzo "Ritorno a Pavia", Valeria Giacomello ha poi sottolineato la grande capacità di Alessandro Reali di tratteggiare con precisione i suoi personaggi e i luoghi in cui le vicende si svolgono. Infine, alla domanda "per cosa vorresti essere ricordato tra qualche anno", questo giovane scrittore ha risposto "per le mie fiabe, perché le fiabe sono delle grandi tragedie, raccontate con la semplicità che viene richiesta per raccontare ai bambini". Uno scrittore veramente poliedrico, quindi, questo Alessandro Reali, capace di passare dalla storia al noir alle fiabe, uno scrittore, come si direbbe "a tutto tondo".
Podcast – Valeria Giacomello intervista Alessandro Reali
Subito dopo Reali, è' stata la volta di Fabrizio Borgio, piemontese, autore di "Vino rosso sangue", un noir ambientato nel mondo delle sofisticazioni alimentari, in particolare del vino, intervistato da
Erika Innocenti, giornalista impegnata, che opera nella zona di Magenta, a Sedriano, il cui Consiglio Comunale è' stato sciolto per mafia. L'autore di "Vino rosso sangue" ha sottolineato come la vicenda da lui narrata prenda spunto sia da due scandali "reali" che hanno funestato il mondo vinicolo italiano, il primo datato anni cinquanta, il secondo, forse più conosciuto, della sofisticazione del vino con il metanolo, che provocò alcuni morti negli anni ottanta in Italia e portò ad una grossissima crisi nel mondo dei viticoltori, molti dei quali andarono incontro al fallimento, sia dalla propria esperienza personale di assaggiatore e sommelier. La scelta del noir deriva in questo caso, non solo dal fatto che questo è uno dei generi attualmente più amati , ma anche perché si basa sul l’indagine e quindi permette, più di ogni altro genere letterario, di andare a fondo nelle cose. Per quanto riguarda lo stile, Erika ha sottolineato che in esso c’è una commistione di realismo, principalmente nelle vicende narrate, e di "esoterismo", forse con qualche richiamo ai due precedenti romanzi di Borgio, di genere horror, dei quali sembrano esserci tracce evidenti nelle descrizioni piuttosto cruente dei particolari attinenti agli omicidi che vengono compiuti in questo romanzo. Infine, sia Erika Innocenti sia lo stesso autore hanno sottolineato come stile e narrazione possano essere accostati, sotto alcuni aspetti, al cinema, in particolare ai film di Dario Argento.
Podcast – Erika Innocenti intervista Fabrizio Borgio
Podcast: Intermezzo – Gino Marchitelli racconta la storia del quadro / murales del maestro cileno Mario Tapia, che ricopre tutta una parete della Sala Previato e parla del Musicista Francesco Zucchi
Il terzo scrittore era Massimo Fagnoni, bolognese, intervistato da Fabrizio Cremonesi, Presidente di Recsando e co-fondatore di Bicipolitana. Il romanzo di Fagnoni, "Bologna non c'è più” è ambientato, appunto, a Bologna, ai giorni nostri, ma narra di una vicenda che ha molti agganci con la Bologna di qualche anno fa, e precisamente, con la Bologna degli anni del terrorismo, culminati poi nella terribile strage della stazione nel 1980. Certo, questo romanzo, non è ambientato negli anni di piombo, ma uno dei protagonisti ha, con quel periodo della storia italiana, forti legami.
La storia ha due personaggi principali, Pietro Ricci, psichiatra, e Galeazzo Trebbi, un ex-poliziotto che ora svolge investigazioni private, che si incontrano casualmente all'inizio del romanzo, e le cui vicende correranno parallele per tutto il corso della narrazione, per ricongiungersi alla fine. E questa storia tocca tanti temi fondamentali, dal terrorismo alla droga, alla piaga dei call center e del lavoro precario e senza futuro, delineando un ritratto molto preciso della società italiana attuale, attraverso una storia noir che affascina e coinvolge il lettore costringendolo a riflettere sulle vicende e sulle realtà descritte da Fagnoni con grande passione e capacità di introspezione psicologica.
Podcast – Fabrizio Cremonesi intervista Massimo Fagnoni
Dopo Fagnoni, è' stata la volta di Vincenzo Maimone, con il suo romanzo "La variabile Costante", una storia noir ambientata tra Catania e Milano, con diversi protagonisti tra cui un commissario di polizia e un professore di filosofia che, per vari motivi, sono legati l'uno all'altro. L'intervista è' stata condotta da Marco Maccari, fondatore di Radar, un blog online dove si parla di gravi problemi del territorio. Sia lo scrittore, sia l'intervistatore hanno sottolineato come la storia narrata abbia diversi riferimenti alla realtà vissuta da Maimone, dalla quale prende spunto in più di una occasione, non solo,per quanto riguarda la vicenda narrata, ma anche la caratterizzazione dei personaggi, descritti spesso sulla base di reminiscenze dell'autore stesso, che li ha modellati in base a persone realmente incontrate nella realtà.
Di tutti i romanzi presentati questo è forse il meno facile da comprendere e da seguire, anche per i numerosi riferimenti alla filosofia in esso presenti, che gli conferiscono un carattere di esclusività e, senza dubbio, di grande originalità.
Podcast – Marco Maccari intervista Vincenzo Maimone
È' stata poi la volta della scrittrice varesina Sara Magnoli intervistata da Filippo Franceschi, studente impegnato anche nel sociale, che ha sottolineato come il romanzo, "Se il cadavere chiede di te" sia basato sui dialoghi e sulla ricerca, da parte di ognuno dei personaggi, di piccole modifiche nella propria vita. La scrittrice ha per contro sottolineato come i personaggi, di pura fantasia, abbiano comunque delle caratteristiche rintracciabili nelle persone comuni, che incontriamo nella vita di tutti i giorni, con tutte le loro positività e anche negatività e mancanze (ad esempio, la protagonista che, a detta di Sara, è assolutamente antipatica e insopportabile ).
Un'altra caratteristica messa in evidenza sia da Filippo, sia da Sara, è il ritmo della narrazione, che ha un andamento lento inizialmente è dei bruschi cambi di ritmo più avanti: caratteristica che riflette comunque l'andamento della vita reale, ricca di cambi di velocità e di ritmo, a seconda dei vari momenti della giornata e delle persone con cui interagiamo.
Infine, un'altra caratteristica è la pluralità dei punti di vista dai quali ogni personaggio viene analizzato, di modo che il lettore possa farsi un'idea "globale" di ciascun protagonista.
Un noir,dunque, con una certa penetrazione psicologica.
Podcast – Filippo Franceschi intervista Sara Magnoli
Successivamente, Flavio Mantovani, membro della Commissione Biblioteca di San Donato Milanese e Presidente di Bicipolitana, ha intervistato Luigi Guicciardi, di Modena, autore di ben quindici romanzi che hanno come protagonista il commissario Cataldo. Guicciardi ha presentato in questa occasione "Giorni di Dubbio”: rispetto ai romanzi precedenti, questo ha una caratteristica particolare e cioè, fa riferimento ad un periodo preciso della nostra storia, e cioè alla Resistenza. Al centro del romanzo, ci sono il ritrovamento di una diario, scritto dopo l'8 settembre, dal Podestà di un piccolo paesino delle colline modenesi, Serramazzoni e un duplice omicidio, che al ritrovamento di questo diario sembra legato….o forse non lo è . Ancora una volta quindi un romanzo che scava nella nostra storia recente, in questo caso, appunto, la Resistenza nel modenese, periodo peraltro già trattato da altri autori come, ad esempio, la coppia Guccini-Macchiavelli. Al di là della storia in sé la chiacchierata su questo romanzo ha offerto anche una occasione di affrontare la questione, tutta letteraria se vogliamo, del punto di vista dello scrittore e della sua posizione rispetto ai pensieri e ai giudizi formulati dai protagonisti della storia: in sostanza, lo scrittore esprime, attraverso il personaggio, il suo punto di vista? E la risposta è naturalmente che lo scrittore riporta il pensiero e il giudizio dei protagonisti del suo romanzo, ma non necessariamente li condivide. Come ben spiegato da Guicciardi, lo scrittore non è mai responsabile di quello che dicono o fanno i suoi personaggi. Certo, lo scrittore può attingere alla realtà per quanto riguarda la narrazione dei fatti e anche la personalità dei protagonisti delle proprie storie, ma sempre come esempi della varia umanità, non come propri alter ego.
Podcast – Flavio Mantovani intervista Luigi Guicciardi
E veniamo all'ultimo ospite della serata, venuto appositamente da Parma per discutere del suo libro "Lo stato di ebbrezza", e cioè lo scrittore e giornalista di Repubblica Valerio Varesi, intervistato da Gino Marchitelli. E forse non è un caso che questo autore e questo libro siano stati lasciati per ultimi: non si tratta di un vero e proprio noir, ma di un libro che racconta della progressiva deriva di un Paese, l'Italia, che a partire dal 1980 circa, in pratica dopo la strage di Bologna, ha cominciato la sua china discendente verso l'abisso dello yuppismo, dell'individualismo e della corruzione che sfocerà poi, negli anni '90, nello scandalo di Mani Pulite e proseguirà verso il baratro dell'affarismo più bieco, della prepotenza e dell'ignoranza dilagante che hanno avuto il periodo di massima espressione con il ventennio berlusconiano e che ancora affliggono pesantemente il nostro Paese, nonostante ora al governo ci sia un'altra parte politica (ma sarà davvero così?). La discussione è molto interessante e, ovviamente, va al di là del puro libro di Varesi, che diventa un punto di partenza per una profonda riflessione su "da dove veniamo", "dove siamo passati" e "dove stiamo andando" e che, attraverso una serie di episodi, ci presenta un quadro della nostra storia recente riassunto perfettamente nella citazione, che si trova all'interno del testo, e che è stata riportata anche sulla fascetta attorno alla copertina del libro, che recita " c'era chi aveva capito al volo che cosa servisse per governare gli italiani . Un buon piazzista se li sarebbe tirati dietro tutti".
Un libro del genere, ovviamente, lascia aperti numerosi interrogativi, che non possiamo certo affrontare qui, in questa sede: quello che ci premeva sottolineare, al di là della pura e semplice cronaca di questa giornata fantastica, è l'importanza di manifestazioni come questa, che possono costituire un grande momento di riflessione sulla nostra vita quotidiana, e un punto di partenza per un'opera di condivisione dei saperi che ci aiuti, poco alla volta, a capire meglio le dinamiche della nostra esistenza e a diffondere la cultura e la consapevolezza. Questo è fondamentale soprattutto per le giovani generazioni che, dobbiamo dirlo e ci ha molto amareggiato, non erano presenti oggi alla manifestazione, anche se, come ha sottolineato Gino Marchitelli in un suo intervento, gli incontri in libreria hanno attirato alcuni giovani, che hanno cominciato ad interessarsi non solo al genere noir, ma alla cultura in generale. La speranza è che questi stessi giovani siano da traino per altri ragazzi che, al momento, restano ancora invischiati nelle spire dell'individualismo e della disperazione. Ma questa è un'altra storia…
Podcast – Gino Marchitelli intervista Valerio Varesi
GALLERIA FOTOGRAFICA
{gallery}https://www.flickr.com/photos/recsando/sets/72157668804300711/{/gallery}
Piera Scudeletti. Circolo 6×4