Pratone. Riqualificazione light. Piano di Governo del Territorio (“PGT”)
Quale futuro?
Il Pratone, così com’è adesso, è l’ultima testimonianza delle attività agricole che si svolgevano sul nostro territorio. Il fatto che sia all’interno di un’area fortemente urbanizzata ne aumenta ancor di più il suo valore storico e paesaggistico. Non si trovano più così facilmente i vecchi filari con funzione di frangivento o di separazione tra proprietà, filari ai cui piedi crescono (crescevano) arbusti, cespugli e una vegetazione ricchissima di biodivesità, anche come riparo e fonte di cibo per alcune specie di uccelli e piccoli mammiferi. La memoria storica del nostro territorio non sta solo nella cura dei manufatti edilizi, ma anche, e soprattutto, nella conservazione e tutela di quel poco che è rimasto delle attività economiche che hanno reso la nostra pianura una delle zone più progredite al mondo. Questa aberrazione di antropizzare ogni spazio verde residuo lascia, a dir poco, perplessi: abbiamo così tanto bisogno di mega giardinetti condominiali? (Anita Fontanella)
Partiamo dalla bellissima analisi di Anita Fontanella, che ringraziamo per la gentile concessione.
Due tentativi sono stati fatti nel corso degli ultimi due anni dall’Amministrazione Checchi per la cd. “Riqualificazione light” del Pratone.
Due tentativi miseramente falliti.
Il primo delegato al costruttore dell’hotel (ex) Hilton.
Fallito pure il tentativo di costruire l’hotel, è venuto meno il progetto del Pratone riqualificato a cura dell’ormai ex costruttore dell’hotel.
Anche il secondo tentativo, con l’appalto affidato ad un’impresa sociale che ha sversato nei sentieri del Pratone materiale non solo non conforme ma anche inquinante, è miseramente fallito.
E ora?
Ci riproveranno perché non c’è due senza tre?
Noi diciamo BASTA!
Non vogliamo che vengano compiuti ulteriori danni sul Pratone. Vogliamo e dobbiamo preservarlo.
Ma non è finita.
È di due giorni fa la notizia che il privato, proprietario del 20% del Pratone stia vendendo la parte edificabile del Pratone e le volumetrie sul De Gasperi Ovest ad una società di costruttori romani.
Se la trattativa dovesse andare in porto (complice il rinnovo del PGT e le prossime Olimpiadi che rendono la nostra città appetibile ad eventuali appetiti immobiliari), sarebbe verosimile immaginare che si possa edificare nella parte (privata) edificabile secondo quanto previsto dal PII (Programma Integrato di Intervento), approvato nel 2006 dall’allora Sindaco Taverniti.
Ma facciamo un po’ di chiarezza sotto il profilo urbanistico e della proprietà, pubblica e privata del Pratone.
Sul Pratone esiste una convenzione urbanistica firmata nel 2013 dall’Amministrazione Checchi e che ha rinnovato quella precedente del 2007 sottoscritta dall’Amministrazione Taverniti.
La convenzione del 2013 (che ha durata decennale come tutte le convenzioni urbanistiche) ha, rispetto alla precedente, procrastinato l’inizio dei lavori da parte del privato (diversamente l’esecuzione degli stessi avrebbe dovuto iniziare nel 2017) e spostato una parte di volumetria che prima era su via Martiri di Cefalonia sul lato via Gramsci (altezza 47/49) e parte sul De Gasperi Ovest (Via Fabiani).
Le convenzioni urbanistiche del 2007 e 2013 hanno trasferito una buona parte della proprietà del Pratone (ora circa 80%) al Comune grazie allo scambio di volumetrie, in particolare con il De Gasperi Ovest. Della parte pubblica del Pratone, la convenzione prevede che sia il privato stesso ad eseguire i lavori di sistemazione a verde. La convenzione prevede negli allegati esattamente le particelle catastali di riferimento e la destinazione urbanistica perlopiù a verde.
Resta come edificabile la parte che è di proprietà del privato. Qui, grazie anche all’aumento di volumetria, il privato potrebbe edificare qualcosa come una “muraglia cinese” (prendiamo in prestito una espressione colorita ma realistica utilizzata da un signore, ex assessore di centro sinistra, in occasione della serata pubblica sul Pratone del 21 novembre 2016). Qualcosa come 8 torrette anche da 11 piani.
Questa planimetria allegata è relativa alla convenzione del 2013. La parte in viola sulla destra mostra le due aree edificabili, lato Gramsci 47/49.
Il PGT…
A settembre, inizia la discussione su quello che è certamente lo strumento urbanistico più importante per la città.
Il Pratone sarà uno degli argomenti principali.
La nostra lista civica porterà il tema al centro del dibattito sul PGT.
Nel frattempo, chiediamo, come già preannunciato nello scorso Consiglio Comunale, all’Amministrazione Checchi di fermarsi. Di non andare avanti con interventi raffazzonati e slegati dalla visione urbanistica della città.
Specie in un momento in cui occorre capire se la trattativa del privato proprietario della parte edificabile del Pratone andrà o meno a conclusione.
Se così fosse, come detto sopra, dovrebbe essere il privato a realizzare sulla parte pubblica del Pratone quanto previsto nella convenzione del 2013.
La discussione sul PGT sarà la giusta occasione per fare le nostre proposte e per condividerle, come è giusto che sia, con la città.
Perché è così che si deve fare.
Il futuro del Pratone appartiene ai cittadini.
E non ad una parte politica che ha finora mostrato tutti i suoi grandi limiti e una evidente incapacità, perfino a realizzare un semplice intervento di riqualificazione.
#ilpratoneditutti
#bastainterventiraffazzonati
#pgt
#ilfuturodelpratoneriguardatutti
Insieme per San Donato – Gina Falbo