Proteggere l’agricolltura attorno alle Abbazie del Basso Milanese
di Cristiana Amoruso
Ogni giorno in Italia si cementifica un’area pari a 16 campi da calcio. Il nostro territorio non fa eccezione. Le ragioni sono varie: insediamento di logistica, centro commerciale, capannoni, abitazioni con relativi parcheggi. A San Donato invece è in arrivo un grosso complesso dello sport, a due passi da uno simile che dovrebbe sorgere a Santa Giulia.
Coloro che hanno intenzione di realizzare il progetto della Cittadella dello sport non conoscono il territorio che vorrebbero così drasticamente trasformare: non ne conoscono la storia, ne ignorano le potenzialità e il valore. E’ l’unica spiegazione plausibile del perché si voglia intervenire in questa area delicatissima e preziosa.
Il Sud Est Milano fa parte della più vasta area conosciuta come Basso Milanese: terra fertilissima, ricca di acque, abitata da tempi antichissimi da uomini che, invece, ne hanno saputo intuire le potenzialità e grazie ai quali il sud Milano è stato il motore dello sviluppo complessivo di Milano e dei suoi borghi.
Elementi naturali come le risorgive e la conformazione pianeggiante del suolo, facilmente coltivabile, sono state osservate e studiate con cura tale da essere poi individuate come risorse essenziali che hanno portato i monaci ad ideare le marcite. Questa fu l’innovazione tecnica che rivoluzionò gli allora mezzi produzione della più importante materia prima: il foraggio fresco per nutrire cavalli e buoi. È in ragione di questo passaggio storico a cui si deve l’inizio dello straordinario sviluppo economico, tecnico e civile che ha reso grande la Lombardia.
Il contesto storico, la società e il sistema economico sono oggi totalmente cambiati, ma qualcosa è rimasto di un passato glorioso, da non vedere come un’inutile e malinconico rimpianto, ma come esempio di un’intelligente visione e una giusta comprensione del territorio che oggi, come secoli fa, potrebbe rappresentare la leva di un cambiamento verso un differente tipo sviluppo che la storia e i problemi odierni chiedono a gran voce. In questo contesto bisogna prendere con coraggio le decisioni che più tutelino quello che stiamo pericolosamente perdendo: suolo, risorse naturali, salubrità e vivibilità.
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