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REFERENDUM 8 e 9 GIUGNO 2025: i quesiti e l’importanza del voto

Sommario

REFERENDUM QUANDO SI VOTA • Domenica 8 giugno 2025 dalle ore 07.00 alle ore 23.00 • LunediĢ€ 9 giugno dalle ore 07.00 alle ore 15.00
PREMESSA

REFERENDUM ABROGATIVI 8-9 GIUGNO 2025

Una scelta consapevole per il futuro del lavoro e della cittadinanza

Con i Decreti del Presidente della Repubblica pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 75 del 31 marzo 2025, sono stati indetti cinque referendum popolari abrogativi, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione. Si voterĆ  domenica 8 giugno 2025 dalle 07:00 alle 23:00 e lunedƬ 9 giugno dalle 07:00 alle 15:00.
I quesiti referendari, dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale con le sentenze n. 11, 12, 13, 14 e 15 (20 gennaio – 7 febbraio 2025), sono cosƬ denominati:

  • Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione.
    Si propone l’abrogazione delle norme che regolano il reintegro nei casi di licenziamento illegittimo per i contratti a tutele crescenti.

  • Piccole imprese – Licenziamenti e indennitĆ : Abrogazione parziale.
    Il quesito mira a modificare le regole che stabiliscono un trattamento differente per le imprese con meno di 15 dipendenti.

  • Contratti a termine – Abrogazione parziale delle norme su durata, proroghe e rinnovi.
    Si intende abrogare alcune limitazioni relative all’utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato.

  • ResponsabilitĆ  solidale negli appalti: Abrogazione.
    Il referendum propone l’eliminazione della responsabilitĆ  solidale del committente e dell’appaltatore per gli infortuni dei lavoratori causati da rischi specifici dell’impresa appaltatrice o subappaltatrice.

  • Cittadinanza italiana – Riduzione dei tempi di residenza: Abrogazione.
    Si propone di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale richiesto per i cittadini extracomunitari maggiorenni per ottenere la cittadinanza italiana.

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I quesiti referendari

1) Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione

Quesito: Ā«Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante ā€œDisposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183ā€ nella sua interezza?Ā»

Il PRIMO dei quattro referendum sul lavoro chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Sono oltre 3 milioni e 500mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni le lavoratrici e i lavoratori penalizzati da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui la/il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto. Abroghiamo questa norma, diamo uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo.

2) Piccole imprese – licenziamenti e relativitĆ  indennitĆ : abrogazione parziale

Quesito: Ā«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante ā€œNorme sui licenziamenti individualiā€, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: ā€œcompreso tra unā€, alle parole ā€œed un massimo di 6ā€ e alle parole ā€œLa misura massima della predetta indennitĆ  può essere maggiorata fino a 10 mensilitĆ  per il prestatore di lavoro con anzianitĆ  superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilitĆ  per il prestatore di lavoro con anzianitĆ  superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.ā€?Ā»

Il SECONDO riguarda la cancellazione del tetto all’indennitĆ  nei licenziamenti nelle piccole imprese. In quelle con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilitĆ  di risarcimento, anche qualora una/un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Questa ĆØ una condizione che tiene le/i dipendenti delle piccole imprese (circa 3 milioni e 700mila) in uno stato di forte soggezione. Obiettivo ĆØ innalzare le tutele di chi lavora, cancellando il limite massimo di sei mensilitĆ  all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato affinchĆ© sia la/il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite.

3. Riduzione del lavoro precario: abrogazione parziale

Quesito: Ā«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante ā€œDisciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183ā€, comma 1, limitatamente alle parole ā€œnon superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunqueā€, alle parole ā€œin presenza di almeno una delle seguenti condizioniā€, alle parole ā€œin assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2025, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;ā€ e alle parole ā€œb bis)ā€; comma 1 -bis , limitatamente alle parole ā€œdi durata superiore a dodici mesiā€ e alle parole ā€œdalla data di superamento del termine di dodici mesiā€; comma 4, limitatamente alle parole ā€œ,in caso di rinnovo,ā€ e alle parole ā€œsolo quando il termine complessivo eccede i dodici mesiā€; articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole ā€œliberamente nei primi dodici mesi e, successivamente,ā€?Ā»

Il TERZO punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine per ridurre la piaga del precariato.Ā In Italia circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato. I rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo. Rendiamo il lavoro più stabile. Ripristiniamo l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato

4. Più sicurezza sul lavoro

Quesito: Ā«Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante ā€œAttuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoroā€ come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonchĆ© dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole ā€œLe disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attivitĆ  delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.ā€?Ā»

Il QUARTO interviene in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Arrivano fino a 500mila, in Italia, le denunce annuali di infortunio sul lavoro. Quasi 1000 i morti, che vuol dire che in Italia ogni giorno tre lavoratrici o lavoratori muoiono sul lavoro. Modifichiamo le norme attuali, che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilitĆ  all’impresa appaltante. Cambiamo le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di soliditĆ  finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilitĆ  dell’imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza sul lavoro.

5) Cittadinanza italiana: dimezzamento da 10 a 5 dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la concessione della cittadinaza italiana.

Quesito: Ā«Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole ā€œadottato da cittadino italianoā€ e ā€œsuccessivamente alla adozioneā€; nonchĆ© la lettera f), recante la seguente disposizione: ā€œf) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.ā€, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanzaā€?Ā»

Il QUINTO referendum abrogativo propone di dimezzare da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992. Nel dettaglio si va a modificare l’articolo 9 della legge n. 91/1992 con cui si ĆØ innalzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia ai fini della presentazione della domanda di concessione della cittadinanza da parte dei maggiorenni. Il referendum sulla Cittadinanza Italiana non va a modificare gli altri requisiti richiesti per ottenere la cittadinanza quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un consistente reddito, l’incensuratezza penale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.Ā Questa modifica costituisce una conquista decisiva per circa 2 milioni e 500mila cittadine e cittadini di origine straniera che nel nostro Paese nascono, crescono, abitano, studiano e lavorano. Allineiamo l’Italia ai maggiori Paesi Europei, che hanno giĆ  compreso come promuovere diritti, tutele e opportunitĆ  garantisca ricchezza e crescita per l’intero Paese.

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