Da gennaio è entrata in vigora le delibera di giunta regionale sulla cronicità per sperimentare un nuovo modo di offrire il servizio sanitario ai malati cronici
Innanzi tutto, deve essere chiaro che non è obbligatorio sceglierlo, si può continuare con l’attuale modo di curarsi.
La sperimentazione sarà inizialmente offerta ad un gruppo di cittadini lombardi attraverso una lettera in cui gli verrà proposto di scegliere un Gestore.
Il “Gestore” è un ente che avrà il compito di sottoscrivere un patto di cura con il paziente e di definire il piano di assistenza individuale (PAI)
Per Ente si intendono le strutture hanno fatto la richiesta e che la Regione ha qualificato per essere Gestori. La delibera prevede che esse possano essere cooperative di medici di medicina generale, ospedali pubblici e del privato accreditato, casa di cura pubbliche e private, ecc.
Se il paziente aderisce a questo nuovo modo di organizzare il servizio deve firmare il °Patto di cura°, un atto con cui Gestore e paziente condividono l’avvio e le modalità della nuova presa in carico; è una forma di contratto che ne formalizza l’adesione al progetto e consente il trattamento dei suoi dati personali.
Una volta firmato il contratto viene preparato il Piano assistenziale individuale (PAI). Questo è un documentodi tipo clinico e organizzativo, compilato dal medico referenteindividuato dal Gestore, checontiene leprestazioni previste nel percorso assistenziale del cittadino, determinaquali esami e quali visite farà il cittadino durante l’anno di validità del patto di cura.
A questo punto il paziente è preso in carico dal Gestore che dovrà svolgere le funzioni che includeranno anche la prenotazione e l’erogazione degli esami e delle visite previste dal PAI, direttamente otramite specialisti accreditati(erogatori).
Gli °erogatori°saranno coloro che effettuerannole prestazioni (visite, esami di laboratorio, esami diagnostici) programmate dal Gestore secondo quando previsto dal PAI sottoscritto dal paziente.
I Gestori dovranno anche monitorare l’aderenza del paziente al percorso programmato, controlleranno se i cittadini hanno eseguito gli esami e le visite previste dal patto di cura o se ne hanno fatto di meno o più di quelle previste.
Al Gestore verrà corrisposto un budget (una quota di soldi) per paziente che esso seguirà che comprende la quota di rimborso delle prestazioni previste dal PAI e una quota fissa diversificata in base alla classe di complessitàa cui corrisponde il cittadino. Più patologie croniche ha più alta è la quota fissa.
A definire ulteriormente la quota ed i servizi che saranno erogati è la classe di complessità dei cittadini. Essa dipende dal numero di malattie croniche di cui soffrono, in breve:
1° livello quattro o più patologie;
2°livello due –tre patologie;
3° livello una patologia cronica.
Più patologie croniche ha più alta è la quota fissa.
La quota fissa è il compenso che il Gestore avrà per coprire i costi della prenotazione delle visite e degli esami.
Chi sono i Gestori che hanno aderito alla sperimentazione?
Si sono registrati in Regione 294 Gestori di cui circa il 60% sono privati, con varie tipologie e caratteristiche: RSA case di cura, ospedali privati accreditati
Chi sono gli erogatori?
Gli erogatori accreditati sono 1.072, circa il 70% di questi sono privati
E i Medici di Famiglia e gli specialisti che già seguono il paziente?
Ha aderito alla sperimentazione meno del 30% dei medici di famiglia. Deve essere chiaro che se la Delibera entra in funzione così come scrittail 70% circa dei medici di famiglia non sarà il Gestore del proprio paziente.
E tale quota potrebbe scendere ulteriormente perché il paziente potrebbe anchescegliere di mantenere come erogatore lo specialista che lo segue da anni ma dovrà essere tra gli specialisti accreditati e presente nella rete del Gestore scelto dal paziente.
Lo specialista, in questo caso, dovrà anche farsi carico di ricettare periodicamente i farmaci per il paziente cronico. Lo specialista ospedaliero, quindi, oltre ai turni di reparto, pronto soccorso, ambulatorio e reperibilità dovrà prevedere un tempo anche per le ricette dei farmaci.
UNA ANALISI DELLA PROPOSTA
La gestione della cronicità non può essere ridotta alla stesura di un PAI e alla prenotazione programmata delle prestazioni. Non sono sufficienti i protocolli diagnostici e le linee guidache indicano quali e quanti esami e visite un malato cronico deve fare; tantomeno algoritmi matematiciche stratificano i malati in base al numero di malattie che hanno.
Per la “presa in carico” vera di un malato cronico è indispensabile conosceretutto ciò che è l’intorno del paziente, la sua situazione sociale, ambientale, lavorativa e anche domiciliare per i pazienti fragili.
Un algoritmo che tiene in considerazione solo il numero delle patologie croniche di cui un paziente è affetto non considera il contesto familiare, il supporto che può ricevere o non ricevere, la situazione economicadel paziente.
Il fattore umano ed il rapporto medico-paziente sono una parte essenziale del processo di cura.
Il PAI va costruito con le diverse specifiche professionalità che hanno seguito il paziente per anni.
Un PAI non può essere elaborato da un soggetto estraneo nei pazienti con pluripatologie e non può essere elaborato solo dal medico di famigliase il paziente è affetto da più patologie croniche. Ogni PAI va costruito sul singolo paziente e necessita del lavoro di equipe di tutte le professionalità coinvolte sulla base di complessità del singolo: il medico di famiglia, gli specialisti, gli infermieri e i fisioterapisti. Spesso anche i servizi sociali.
Invece di investire denaro pubblico con tariffe fisse per call center che programmano le visite per i Gestori, invece di spendere denaro pubblico per istiturie i Gestori, sarebbe stato meglio investirli in cartelle cliniche informatizzate interconnesse tra tutte le figure professionali, in incontri di equipe in cui si sarebbe elaborato il PAI per ogni paziente condiviso da tutti i professionisti coinvolti, se è proprio indispensabile questo PAI.
Un PAI veramente condiviso e un sistema informatico unico condiviso farebbe risparmiare molti soldi evitando visite ed esami in eccesso e non necessarie, semplificando il percorso del paziente.
È la mancanza di comunicazione tra i diversi professionisti che genera spesa, che costringe il cronico a fare più esami e più visite del necessario perchè non è possibile avere accesso ai suoi esami e alle visite effettuate.
I soldi potevano essere investiti meglio potenziando gli sportelli di prenotazione già esistenti, rendendo la prenotazione online o telefonicapiù efficiente ed in grado di essere fatta per tutte le strutture accreditate pubbliche e private con un solo numero di telefono. L’accettazione alla cassa deve potere essere fatta conun totem anche negli orari di chiusura degli sportelli eprevedendo figure amministrative impegnate nella prenotazione di visite solo per i cronici.
Ciò che si intravede in questa delibera è la privatizzazione del servizio sanitario, cammuffata da un velo di “efficienza, sostenibilità e risparmio”.
Al momento i soli cittadini che hanno ricevuto le lettere sono coloro che già hanno seguito la sperimentazione della Regione Lombardia sui CreG negli anni passati. Sono i cittadini seguiti dai medici di medicina generale che hanno già costituito delle cooperative e che hanno un Centro Servizi per la prenotazione dei pazienti e per la telemedicina.
Spetta ora a voi valutare se questa modalità di ricevere il servizio è accettabile, se questo nuovo modo di ricevere le vostre cure sia adeguato alle vostre necessità o se andranno richieste modifiche sensate con cambiamento anche radicale degli attuali indirizzi.
Dottoressa Cinzia Massafra
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