Il PD san donatese ha dimostrato, ancora una volta, quale “forte considerazione” abbia del ruolo svolto dal consiglio comunale e come intenda veicolare l’informazione a senso unico verso i cittadini.
Sulla “questione Rocca Brivio” il Movimento 5 Stelle di San Donato ha richiesto, insieme a tutti gli altri consiglieri di minoranza, che fosse convocata una adunanza aperta del consiglio comunale, così come previsto dallo statuto e dal regolamento del consiglio comunale, ma ciò è stato negato senza che venissero realmente esplicitate le motivazioni per le quali si vieta di informare pubblicamente nella sua sede istituzionale i cittadini sullo stato di avanzamento della liquidazione di una società pubblica partecipata dal nostro comune.
Di cosa ha paura il PD locale e la sua giunta? Perché non dare spazio, oltre che ad un dibattito sul futuro (molto incerto) della rocca, anche ad un confronto in aula consiliare con chi sta curando la liquidazione della società Rocca Brivio Sforza Srl, in modo che si racconti pubblicamente e nella sede più opportuna cosa sta avvenendo e si possa fornire ai cittadini una corretta informazione?
Forse i cittadini di San Donato, alla pari di quelli di San Giuliano e ancor più di quelli di Melegnano, non sanno che nell'ultimo decennio hanno contributo ad investire i propri soldi (quelli pagati con le tasse) in una società pubblica che, dopo aver ristrutturato e reso maggiormente fruibile un Bene Comune di notevole importanza storica e culturale, oltre che economica, quale è Rocca Brivio, lo ha praticamente ceduto in gestione ad una società privata che, al momento, sembra risulti inadempiente non solo nel pagamento del canone di affitto dovuto, ma anche verso il dipendente “ereditato” dalla società pubblica, mentre al contempo genera ricavi dallo sfruttamento dell'immobile.
Nel frattempo la liquidatrice della società ha proceduto ad una perizia per la valutazione di un bene immobile che conta una rocca seicentesca su due piani con sale che coprono centinaia di metri quadri, un cortile monumentale interno, una esedra, una chiesetta e di un parco di più un ettaro. Ebbene il risultato della perizia è stato che tutto ciò avrebbe un valore, a prezzo di mercato, pari a 2.700.000 euro.
Se consideriamo che in questo immobile sono stati investiti, a quanto afferma Cap Holding, più di due milioni di euro per la ristrutturazione delle sale e del sottotetto e la realizzazione di un parcheggio esterno, crediamo ancora più fortemente che i soldi dei cittadini siano stati spesi male in questi 10 anni e che di ciò se ne debba discutere in un consiglio comunale aperto alla cittadinanza.