È evidente ormai a tutti.
San Donato è una città in costante e inarrestabile declino. Abbiamo più di 32mila abitanti, in pratica le dimensioni di un capoluogo di provincia, abbiamo la presenza di grandi multinazionali, di un ospedale tra i più rinomati d’Italia e di una posizione strategica praticamente senza eguali rispetto ad altri comuni delle nostre dimensioni ma siamo rimasti con meno servizi di comuni di 2.000 abitanti.
Tanto per fare un esempio, siamo un comune tra i più ricchi d’Italia e non abbiamo nemmeno impianti sportivi degni di questo nome. Le associazioni sportive sono abbandonate a se stesse, a una burocrazia che rischia ogni giorno di soffocarle.
Il Pratone ferito è oggi ancora un cantiere, nemmeno in sicurezza. È stato solo utilizzato per poter fare campagna elettorale. Diranno che la colpa è del privato, ci saranno probabilmente battaglie legali.
Ma chi ha deciso di affidare i contratti? Chi ha deciso di prendere fideiussioni per tre milioni e mezzo da una società assicurativa bulgara che veniva indicata molti mesi prima in deficit patrimoniale in svariati comunicati stampa dalla compe- tente autorità pubblica di Banca d’Italia?
Il Parco Mattei? Come mai non è ancora partito nulla? Ci si ricorda del Parco solo per fare i manifesti elettorali?
La sicurezza? Cosa è stato fatto in questi anni? Il Sindaco ha le deleghe della sicurezza. Ma cosa ha fatto al riguardo?
San Donato è una città buia, in questo periodo invernale quasi spettrale.
Il deserto dei tartari.
Una città buia non incoraggia le relazioni. Le persone hanno paura a uscire, soprattutto durante il fine settimana e le feste. Si esce giusto lo stretto necessario e si rientra subito nelle proprie abitazioni.
Quasi sembra riecheggiare Montale che, parlando di Milano, diceva che “è un enorme conglomerato di eremiti”. Ma mentre Milano è migliorata e diventata cosmopolita, San Donato sempre più rischia di diventare una città di eremiti.
Invece, San Donato ha grandi potenzialità: per la ricchezza del suo tessuto sociale e produttivo, per il suo verde, per la sua bellezza, può aspirare ad attrarre intelligenze, investimenti e visitatori, può offrire ai giovani che ha cresciuto una prospettiva per restare o per tornare, può essere una città vivace e al contempo attenta ai bisogni dei soggetti più fragili, generosa e solidale, capace di valorizzare le tante energie di cui è ricca.
Non è quello che è accaduto in questi ultimi anni, per respon- sabilità di un’amministrazione rinunciataria.
Non ne possiamo più della politica che parla esclusivamente di se stessa e che si piange sempre addosso, che preferisce l’immobilismo al cambiamento adducendo la scusa della burocrazia e delle regole e del “non abbiamo i soldi”.
In questo inizio d’anno, chiedo ai cittadini di occuparsi della politica perché la politica si occupa di noi. Partecipate attivamente alla vita politica della città, siate una forza, pretendete che chi vi ha fatto tante promesse se ne faccia carico e le mantenga.
Noi come forza di opposizione faremo la nostra parte e daremo sempre voce ai bisogni dei cittadini.
È ora che la politica lo sappia e non conti più sull’assenza dei cit- tadini. I cittadini che non sanno subiranno sempre.
I cittadini non sono importanti, i cittadini sono tutto.
A tutti i sandonatesi l’augurio da parte nostra di un felice 2018 di prosperità, di salute e di gioia
Gina Falbo