Riceviamo dal Sindaco Alessandro Lorenzano un invito a divulgare attraverso RecSando questa notizia.
SENTENZA APPALTI GENIA. SACRIFICI, DISASTRI, E’ ORA DI PARLARNE
il Tribunale di Lodi ci riporta sulla terra mentre, a mio modesto parere, non si stava investendo bene il tempo nel dibattito politico Sangiulianese perdendo mesi e mesi su problemi non pubblici quali i piani edilizi privati come il centro commerciale.
Ieri i cittadini di San Giuliano sono stati condannati a pagare 4 milioni di euro a causa della sentenza Genia avente ad oggetto i famosi lavori pubblici (extra contratto) realizzati da Genia fino al 2010 e mai pagati, almeno in parte.
Un “sistema di appalti” non controllato dal Comune, che faceva sconti al 15 e non al 26%. Con opere, dicono ormai diversi documenti ufficiali, che venivano commissionate senza le dovute coperture economiche ma, anzi, ricorrendo all’indebitamento forsennato e all’utilizzo di altri capitali che venivano drenati da altre fonti della società, come il gas, accumulando di conseguenza debiti con Eni, che raggiungono la roboante cifra di 20mln nel 2010.
Oggi, con questa sentenza, al Comune è riconosciuto un indebito arricchimento perché le opere realizzate, per quanto uscite dal controllo pubblico, sono comunque utilizzate e sono oggi al servizio del Comune. Quindi il Comune, secondo il Tribunale, tolto l’utile, tolti gli sprechi, tolti gli sconti fuori media, e tolti alcuni trasferimenti, deve riconoscere un indennizzo.
Una fregatura, direbbero gli antichi. Un sistema che ha autorizzato opere per milioni di euro, non deliberate, non finanziate, con costi esorbitanti, e che oggi comunque vengono caricate in parte sulla collettività.
In parte, infatti. Perchè all’inizio, nel 2010, erano 13 i mln contestati da Genia al Comune, poi 6, ora sono diventati 4. E il Tribunale non tiene conto di 2mln di euro che il Comune ha trasferito a Genia proprio per l’esecuzione di alcuni lavori. E che saranno oggetto di ricorso in appello fino in Cassazione, se necessario, per tutelare l’interesse pubblico.
Il fallimento di un sistema che moltiplicava soldi per spenderli male è però anche politico. Per chi stava al governo allora. Per come sia possibile passare
- da 0 a 77 mln di debito dal 2005 al 2010
- da 30 a 103 dipendenti dal 2006 al 2008
senza che nessuno scrivesse a chi di dovere, specie perché in quegli anni non sono state poche le discussioni sul tema del “controllo analogo” in Consiglio Comunale e un po’ pochi, però, i mea culpa di chi non ha mai voluto ascoltare voci che, seppur chiare, sono cadute nel vuoto, dentro e soprattutto fuori la maggioranza di governo. Per chi commise l’errore di scegliere la tattica politica autoreferenziale rispetto alla verifica puntuale, lasciando che il danno si moltiplicasse incontrollato e poi incontrollabile. Ma anche perchè i riflessi di quel disastro si sono visti pesantemente su questa Amministrazione, non su quelle. Tra il 2013 e il 2016 infatti le risorse che il Consiglio Comunale ha accantonato per proteggerci dal dissesto economico del Comune sono quelle inserite nella tabella che vi allego.
ANNO | ACCANTONATO | SPESA TOTALE BILANCIO | GETTITO IRPEF | GETTITO TASI/IMU PRIMA CASA | RISCHIO GENIA SU BILANCIO COMUNE |
2013 | 2,2 milioni | 28,5 milioni | 3 milioni | 0 (IMU tolta da Letta) altrimenti 2 milioni |
rischi vari, non quantificabili |
2014 | 1,5 milioni | 28,5 milioni | 3 milioni | 3 milioni | rischi vari, non quantificabili |
2015 | 1,6 milioni | 28,5 milioni | 3 milioni | 3 milioni | 4,5 milioni: sentenza Sister, lavori extra contratto (una tantum) |
2016 | 2,2 milioni | 28,5 milioni | 3 milioni | 3 milioni | 500/800 mila euro/anno: utilizzo, riacquisto beni indisponibili da Genia attraverso mutuo o affitto |
TOTALE | 7,5 MILIONI | 4,5 mln + 500/800mila euro/anno |
Non sono quantificabili le eventuali azioni che i creditori potrebbero fare sul Comune e su chi lo rappresentava.
Ma non sono neanche quantificabili i rimborsi che il Comune otterrà dalle cause civili e dalle costituzioni di parte civile nei processi penali.
Le risorse inserite in tabella alla voce “ACCANTONAMENTO”, queste si, vere e pubbliche, sono le risorse che accantonate con coraggio, anche a costo di dire dei no, oggi ci permetteranno di non andare in dissesto economico finanziario, comunque con un’enorme fatica che ancora non so e non sappiamo prevedere. Soldi che i cittadini hanno pagato in questi anni con la loro IRPEF, IMU e TASI (che molte volte sono state oggetto di discussione) e che vengono lasciate lì, senza investirle in servizi.
Avremmo potuto avere il doppio della manutenzione delle strade e delle scuole, da 3 anni. O mediamente 1mln di euro in meno di tasse all’anno. Avremmo tranquillamente finanziato il piano scuole per almeno 3 mln di euro.
Noi ricorreremo in appello contro questa sentenza. Nel 2013 abbiamo denunciato alla Procura il sistema degli appalti che non risultava dalle precedenti segnalazioni. E ci costituiremo parte civile in ogni processo penale in cui il Comune potrà avere giustizia.
I numeri sono numeri. Genia non è una scusa. il sistema Genia è solo uno schifo.
E c’è chi oggi si permette di dire che il fallimento sta nel non essere riusciti a chiudere un accordo transattivo. Se transare vuol dire dare un colpo di spugna, è come acquistare qualcosa senza fattura…”tanto è lo stesso”.
No grazie. Scontrino. Perchè poi se qualcosa non va, mi rivalgo e ti chiedo i danni.
E’ finito il tempo del “tarallucci e vino”. Sia chiaro a tutti.
Si apra invece una discussione aperta su quanto leggiamo, tra i partiti e la società civile della città, una riflessione pubblica, fuori dalle segrete stanze. Perché solo così potremo capire meglio il futuro.
Spero, anzi sono convinto, che la sfida verrà raccolta.
Alessandro