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SENZA MAFIE SI PUO’ , ANZI SI DEVE, VIVERE

Parlare di mafia,  in una regione, la Lombardia, dove fino a qualche decennio fa era impensabile che potesse attecchire, relegandola alla Regione d’origine, la Sicilia. Nel suo breve intervento iniziale, il sindaco di Opera, si è detto convinto che ciò non sarebbe successo, se al nord non fossero stati portati i mafiosi in soggiorno obbligato…

Ma nel primo intervento David Gentili smentisce un’idea del genere: se al nord non ci fosse stata terra fertile, il fenomeno non avrebbe attecchito.  E ricorda anche  come già tanto tempo fa un’azienda proprio di Opera, era stata implicata in un’indagine di rifiuti tossici riversati in terra Campana. Oppure recentemente quindici aziende sono state escluse dalla Dia dagli appalti per  l’Expò perché non avevano le necessarie certificazioni antimafia ora richieste,  ma solo una era siciliana, una campana, sette emiliane e sei lombarde. Di chi è allora  la responsabilità? Dello stato? Ma lo stato siamo noi. Siamo noi a dover combattere la corruzione, la criminalità che con le attività criminose , sottrae ai cittadini le risorse che andrebbero utilizzate per il bene comune. Proprio per contrastare l’avanzata della criminalità organizzata, la costituzione a Milano nel 2011 della  Commissione antimafia finalizzata al contrasto dei fenomeni di stampo mafioso e della criminalità organizzata  sul territorio milanese, anche in vista della manifestazione Expo,  Milano 2015, con l’adozione di misure come quella della presentazione dei documenti attestanti l’onestà dell’azienda concorrente in appalti. O contrastare la corruzione che può esserci anche all’interno di posti pubblici, o partiti politici, sotto varie modalità.

Alessandra Clemente, membro di Libera, l ‘associazione di don Ciotti,  racconta Napoli, dove la camorra purtroppo la si incontra ovunque, nella gestione della città. Molto si sta facendo, partendo dalla consapevolezza culturale del paese, perché  la presenza della mafia  riguarda la nostra libertà. Al centro del problema, lei ci vede la falsa etica. Quella che fa si che per profitto, si tralasci il volto onesto che si vuol far credere di avere, in ogni ambito. Gioca molto sul ruolo che ha con i giovani, perché a Napoli ci sono giovani sani, ma ci sono giovani che non per colpa loro sono nati dall’altra parte, senza possibilità che per noi sono invece normali. Per loro, per i giovani, è stata creata la carta giovani, una card che fa ottenere sconti nei negozi. Ma attenzione, questi negozi devono essere certificati “puliti” da infiltrazioni criminali/mafiose. E poi la creazione del consumo critico,  (perché bisogna avere la voglia e la forza di essere persone perbene), il programma che prevede un’attenzione particolare  per gli studenti delle Scuole  sensibilizzandoli fin da subito ai temi del libero mercato e della libera concorrenza non inquinata dagli interessi camorristici. Alla fine è la legalità che paga, ci ricorda, perché sì, può sembrare che avere rapporti con i mafiosi fa guadagnare, ma loro, non fanno mai niente per niente..

Dopo Alessandra, è toccato a Gianni Speranza portare il suo contributo. Sindaco di Lamezia Terme in Calabria, 70.000 abitanti, dove a farla da padrone è la ’ndrangheta. Non ha avuto vita facile fin dal giorno del suo insediamento, il sindaco di centrosinistra con obbligata  scorta… per un certo periodo, per dimostrare che non si era montato la testa. Resiste da nove anni, fa il suo mestiere con passione. Sostenitore della Fondazione Trame, che “ha lo scopo di promuovere e diffondere la cultura dell’antimafia sensibilizzando le coscienze sociali e civili contro le mafie, con particolare riferimento alla lettura e alla cultura in genere, con la promozione di Autori di libri su Cosa nostra, ‘ndrangheta, camorra e tutte le mafie..” e probabilmente causa di rottura con un certo modo di pensare, se qualcuno ha incominciato a denunciare atti estorsivi. Ma qualcuno ancora gli dice di “non allargarsi”, non è detto che siano meriti suoi. Sta tentando di contrastare infiltrazioni negli appalti con ordinanze scomode, ma i modi per aggirarli a quanto pare sono diversi. Insomma, non ha molta solidarietà intorno, e non ha proprio vita facile.  Un momento di commozione in sala al ricordo dell’episodio terribile dell’uccisione in un paese calabro finanche di un bimbo di tre anni il mese scorso: che a tre anni potesse essere un testimone per noi è proprio impensabile!                                                                                                                                                                  …Per ultima, ma la più attesa,   la testimonianza di Leoluca Orlando, al suo secondo mandato a Palermo. Affermazioni forti le sue, partendo dal fatto che pur non avendole prove per affermarlo, secondo lui Paolo Borsellino si stava occupando della trattativa Stato-mafia, e per questo è stato eliminato…e guarda caso, oggi che riparla e si riapre il processo su quel tema, ritornano le inquietanti minacce addirittura dal carcere, di Totò Riina.  E qui torna il nome di Scorta civica, racconta che  lui stesso fu salvato da una sua possibile uccisione dalla discesa in campo in sua difesa di numerose donne e bambini, perché la mafia non uccide donne e bambini. (mi chiedo allora se sciogliere nell’acido il figlio di un pentito, fu un caso eccezionale..ndr). Vorrebbe una politica pulita da infiltrazioni, anzi, di più, pretenderebbe richiamando l’art.54 della costituzione, che un politico anche solo indagato per mafia, si dimettesse subito dal suo incarico, in attesa del processo.. augurandogli di essere assolto. Questa non è legalità, è dimensione etica! Richiama alla mente nomi come Mandela, Gandhi e Gesù condannati da innocenti, e della quale lui ne pensa un gran bene. Ma coloro che vengono assolti, o il cui reato va in prescrizione per i tempi lunghi della giustizia, no loro no, nessuna comprensione, Andreotti compreso, di cui lui pensa sia stato garante di un sistema politico/mafioso.  La mafia è un sistema di potere economico e politico, difficile da scardinare. Ci sta tentando in tutti i modi, con la legge, con il diritto e i diritti. Ricorda quanti sono finiti martiri alla ricerca di questo fine, a cominciare da don Pino Puglisi, ora Beato, poi ricorda Pier Santi Mattarella, Aldo Moro Peppino Impastato. L’ultimo pensiero è dedicato dal sindaco di Lamezia a Lea Garofalo, pentita di ‘ndrangheta, fatta uccidere dal marito, con i ringraziamenti al Sindaco Pisapia, nell’occasione del funerale celebrato a Milano il 21 ottobre scorso.                                                                                                         

Redazione Recsando    Angela Vitanza. Foto Luigi Sarzi Amadè

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