Coronavirus: Intervistiamo il Prof. Solimine Giovanni
Il valore aggiunto dell’informazione di N>O>I – RecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò…
Il valore aggiunto dell’informazione di N>O>I – RecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò…
Nei giorni del 2 e 3 maggio 2020 nel Comune di San Giuliano Milanese si è svolta l’iniziativa “Spesa Solidale” . Un’idea nata dal Sindaco…
Il valore aggiunto dell’informazione di N>O>I – RecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò…
1 Maggio 2020 diretta da San Donato Milanese realizzata da 7Giorni. L’appello di tutti i commercianti di San Donato Milanese per portare in evidenza la difficile situazione che gli esercizi commerciali stanno attraversando in questo periodo di crisi planetaria. Sono chiusi dall’11 marzo, a causa dell’emergenza #coronavirus che ha bloccato l’economia locale e ha colpito duramente il negozio “sottocasa”. Alcuni non hanno ancora ricevuto nemmeno il misero sussidio di 600 euro. Tutti loro, i quali per la maggior parte dei casi sono nei locali in affitto, sono costretti a far fronte alle spese dell’affitto ma anche a far fronte a nuove spese per garantire ai loro clienti le dovute protezioni dal contagio, senza comunque avere nessun incasso.
Una grave situazione che deve essere risolta al più presto possibile. NOI di RecSando e Bicipolitana – Bicipolitana Network – BikePoint / Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili vi siamo vicini in questo difficile momento.
IL DECALOGO – Appello ai Comuni Italiani Esiste un tempo per ogni cosa. Per noi quel tempo era finito da tempo, ma nessuno aveva il…
Nelle situazioni di maxiemergenza, quando un grave evento critico colpisce una popolazione intera, si viene a creare una condizione di elevata emotività che riguarda sia l’individuo che la comunità.
Le persone esposte a un’esperienza traumatica grave e intensa possono presentare, nei giorni e nelle settimane immediatamente successive all’evento stressante, un’ampia varietà di sintomi che, in molti casi scompaiono spontaneamente in tempi brevi, mentre in altri si vanno a stabilizzare.
I sintomi sperimentati dalla persona possono essere suddivisi in 5 categorie:
Antonio Gramsci, nome completo, così come registrato nell’atto di battesimo, Antonio Sebastiano Francesco Gramsci (Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937), è stato…
Il valore aggiunto dell’informazione di N>O>I – RecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò che ci accade accanto è davvero un plus spesso dimenticato. Ma viviamo giorni veramente difficili, nei quali l’informazione che ci giunge dall’altra parte del mondo può essere facilmente assimilata a quella della porta accanto. Partendo da questo assunto, abbiamo ritenuto di compiere un’operazione importante andando a intervistare esperti e personalità che nella crisi sanitaria, economica, politica e sociale attuale hanno ognuna qualcosa da dire e da dare. Crediamo, sempre dicendolo modestamente, di esserci riusciti. Ma a Voi la parola finale. Buona lettura.
DOMANDA:
1 ) Sindaco Checchi, siamo ormai immersi mente e corpo nella tragedia Covid-19, anche e soprattutto per quell’aspetto dell’interconnessione globale che oggigiorno possiamo chiamare infodemia, vale a dire la circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili. Una di queste fonti dovrebbe essere la sua pagina Facebook, attualmente l’unica modalità ufficiale utilizzata dall’amministrazione sandonatese per comunicare ai cittadini l’effettiva situazione sanitaria nel Comune di San Donato Milanese da Lei amministrato. Proprio a tal proposito, ci chiedevamo come mai, in uno dei Comuni più tecnologicamente avanzati d’Italia anche per la presenza di primarie società operanti in settori privati del terziario avanzato, vi sia questa evidente discrasia funzionale e tecnologica quando invece, come testè riferito, le aziende ivi presenti quasi a tempo zero hanno istituito lo smart working, le videoconferenze e sistemi innovativi per facilitare il lavoro quotidiano e la presa di decisioni anche da casa. Davvero a San Donato Milanese non vi è o non vi è ancora stata la possibilità di rendere operativo un canale di output maggiormente fruibile e interattivo per tutta la popolazione sandonatese? Ci riferiamo per esempio a dibattiti in videoconferenza attraverso tecnologie innovative quali l’App Zoom o all’apertura di un canale di comunicazione Telegram per informare e altresì ricevere riscontri immediati dai suoi concittadini.
RISPOSTA:
I dati relativi alla situazione sanitaria a SDM sono stati messi a disposizione del Sindaco da metà marzo, non prima; in questo lasso di tempo (dal 23 febbraio fino al 14 marzo) il Comune ha provveduto a tenere aggiornata l’intera popolazione tramite tutti i canali di comunicazione già attivi (sito ufficiale e pagina fb dell’Ente). Quando sono stati messi a disposizione del sottoscritto i dati relativi ai singoli cittadini colpiti dal virus, ho ritenuto necessario metterli a conoscenza dell’intera cittadinanza, concentrando l’attenzione sui dati numerici dell’epidemia, e lo strumento più idoneo è parso la pagina fb del Sindaco [Andrea Checchi Sindaco], voce ufficiale in quanto investito anche del ruolo di “Autorità Sanitaria Locale”. Questa scelta pare essere valutata dai cittadini molto positivamente.
Per quanto riguarda informazioni tecniche o aggiornamenti normativi (i cosiddetti D.P.C.M. oppure le Ordinanze Regionali), li stessi vengono puntualmente pubblicati sul sito in un apposito spazio/area dedicata.
Il valore aggiunto dell’informazione di N>O>I – RecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò che ci accade accanto è davvero un plus spesso dimenticato. Ma viviamo giorni veramente difficili, nei quali l’informazione che ci giunge dall’altra parte del mondo può essere facilmente assimilata a quella della porta accanto. Partendo da questo assunto, abbiamo ritenuto di compiere un’operazione importante andando a intervistare esperti e personalità che nella crisi sanitaria, economica, politica e sociale attuale hanno ognuna qualcosa da dire e da dare. Crediamo, sempre dicendolo modestamente, di esserci riusciti. Ma a Voi la parola finale. Buona lettura.
DOMANDA:
1 ) Buongiorno Prof. Merigliano, Lei a buon dire può essere considerato il vero artefice di quel successo veneto nel contrasto all’epidemia causata dalla ‘malattia da nuovo CoronaVirus’, chiamata Covid-19 e provocata dal virus SARS-CoV-2. Una pandemia rivelatasi devastante per il nostro paese e sviluppatasi in esso non in maniera omogenea, bensì attraverso un’accentuata diversità regionale che ha visto le ricche regioni del Nord quali Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna come principali epicentri di diffusione del contagio. Da qui però prendono il via 3 differenti vicende che sarebbe bene analizzare nell’ottica di poter meglio comprendere cosa ha funzionato e cosa no, visto che in Italia la Sanità è gestita a livello regionale e che quindi si son manifestati approcci diversi nel contrasto a un nemico comune, che si è compreso essere stato fino a ora spietato e terribile. Ma forse anche per colpe ed errori ben precisi e riscontrabili, ne conviene?
RISPOSTA:
Io partirei da una considerazione che può sembrare banale quanto si vuole, ma che a mio avviso rispecchia ciò che è accaduto in Veneto e che invece non si è verificato in Lombardia: le regole per il contrasto alle epidemie non sono regole moderne, bensì sono regole molto antiche e ben codificate fin dall’800. Posso riassumerle in un modo soltanto, citando in successione ciò che si deve fare nei casi di scoperta di contagio, ovvero: identificare – isolare – contenere. Ed è proprio questo che abbiamo fatto nel Comune di Vo’ Euganeo fin dai primi momenti successivi alla scoperta del primo paziente Covid-19 del Veneto, individuato a meno di 48 ore da quello di Codogno, nel lodigiano. Dopo tale individuazione infatti il Comune di Vo’ è subito divenuto Zona Rossa ( anche qui come successo a Codogno nei giorni addietro ) e la struttura sanitaria di riferimento è stata individuata nell’Ospedale di Schiavonia. Tali procedure, e posso dirlo senza possibilità di essere smentito, sono state fondamentali per il contenimento della prima ondata del virus. Altresì, un’altra importantissima decisione è stata quella di chiudere agli studenti l’Università di Padova, un polo di studio e ricerca fondamentale per tutto il Veneto il quale fa sì che ogni giorno arrivino in stazione in centro città 60 mila persone. Bloccare da un momento all’altro quel flusso è stata una scelta che a posteriori possiamo definire vitale per la buona riuscita delle misure attuate. Tornando alla sua domanda, in Veneto ove è iniziata l’emergenza si è subito istituita una zona rossa, mentre in Lombardia, dopo aver immediatamente contenzionato Codogno, non si è stati egualmente reattivi e proattivi in altre zone, quali il bergamasco. E i successivi risultati di tale non scelta sono evidentemente sotto gli occhi di tutti.
Il valore aggiunto dell’informazione di N>O>I – RecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò che ci accade accanto è davvero un plus spesso dimenticato. Ma viviamo giorni veramente difficili, nei quali l’informazione che ci giunge dall’altra parte del mondo può essere facilmente assimilata a quella della porta accanto. Partendo da questo assunto, abbiamo ritenuto di compiere un’operazione importante andando a intervistare esperti e personalità che nella crisi sanitaria, economica, politica e sociale attuale hanno ognuna qualcosa da dire e da dare. Crediamo, sempre dicendolo modestamente, di esserci riusciti. Ma a Voi la parola finale. Buona lettura.
DOMANDA:
1 ) Buongiorno Prof. Sbattella, stiamo indubbiamente vivendo un periodo di grande tensione emotiva, un periodo del quale oltretutto non si riesce a vedere la fine. Durante ogni crisi si sprigionano mancanze e richieste di natura diversa, unitamente a problematiche multistratificate che possono avere un’eziologia indefinita e quindi di più difficile risoluzione. A quasi 2 mesi dall’inizio di questa vera e propria tragedia nazionale, possiamo arrivare a dire che, almeno dal punto di vista temporale, per gli effetti che il protrarsi di una situazione come questa comporta, si sta arrivando verso il punto di non ritorno ?
RISPOSTA:
Credo sia utile iniziare a spiegare la diversità che intercorre tra urgenza ed emergenza, per meglio comprendere la gravità della situazione che stiamo attualmente vivendo. Definiamo urgenza la situazione in cui le gravi difficoltà vengono affrontate rapidamente. Emergenza invece una situazione in cui le risorse predisposte per affrontare le gravi difficoltà non sono sufficienti. Facciamo l’esempio di un pronto soccorso. Un buon servizio, magari abituato ad accogliere e porre rimedio quotidianamente a 5 casi in codice rosso (condizione che definiamo di urgenza quotidiana) da un momento all’altro si vede investito da 50 e più casi gravissimi (questa la chiameremo invece emergenza ). Cosa accade? Il personale dovrà chiedere aiuto, perché diventa rapidamente consapevole che non può farcela a salvare tutti. Ecco, noi stiamo attualmente vivendo in Lombardia, una emergenza. La professionalità e la buona volontà degli operatori sanitari si è trovata a contrastare una vera e propria tempesta umanitaria. Una situazione, ove cioè le sole forze in campo non bastano. Per questo, in molti punti esse sono state travolte, pur combattendo strenuamente e dando tutto ciò che poteva essere dato e forse di più. Da qui però inizio a trattare la questione sottopostami tramite la professionalità che più mi compete, vale a dire quella inerente l’aspetto psicologico delle vicende. Molto spesso, anzi, troppo spesso, l’attenzione è posta esclusivamente alla necessità di difendere la salute fisica delle persone, dimenticando che essa non puo’ essere separata da quella mentale. I danni che una pandemia provoca alla mente, alle relazioni, alla capacità di reagire e sperare vengono molto sottovalutati. Proprio questo modus operandi è alla base di un’impressionante casistica di sofferenze: malesseri e disagi dell’umore e delle relazioni che già hanno portato ad un aumento del 40% del consumo di psicofarmaci in Italia. Tali sofferenze si dilateranno ancora di più nelle fasi successive al dramma che stiamo oggigiorno vivendo. Io ho partecipato a campagne di aiuto quali il post-terremoto di Haiti ( gennaio 2010 ) e sono ben conscio di quanto tempo necessiti prima l’elaborazione del lutto e poi il tentativo di compiere una difficilissima risalita. L’essere umano, infatti, non è né solo corpo né solo mente, bensì un connubio indissolubile tra soma e psiche. E infatti l’obiettivo dichiarato per l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità ) è, secondo la sua costituzione, “il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”, definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. Ecco quindi che, focalizzandosi per esempio sugli operatori socio – sanitari, la nostra principale attenzione dovrebbe essere non solo la loro integrità fisica, ma anche e soprattutto la protezione da eventi che possono generare disturbi post traumatici da stress, o burnout. Perché si debba intervenire al fine di non portare a rottura questa categoria di persone, è più che logico: crollando loro infatti, crollerebbe il baluardo più importante da frapporre alle conseguenze della circolazione del virus. Senza la barriera di medici, infermieri, Oss e operatori sanitari in genere, i problemi da risolvere sarebbero decuplicati. Ma le cosiddette categorie a rischio non sono di certo soltanto queste, sia chiaro.