“Ho sognato la cioccolata per anni”, lo spettacolo teatrale tratto dal romanzo autobiografico di Trudi Birger a cura del trio “Centoducati-Binelli-Bigi- è stato l’evento scelto dall’Amministrazione Comunale Sangiulianese per celebrare il 27 gennaio la giornata della memoria.
A calarsi nei panni della ragazza tedesca di religione ebraica Trudi Birger, la brava attrice reggiana Maria Antonietta Centoducati, sul palco con “l’ufficiale nazista” Gianni Binelli e accompagnati al pianoforte da Ovidio Bigi con musiche da lui composte, (tranne l’iniziale, tratta dal film la Vita è Bella).
Racconto in prima persona da “pelle d’oca” (a tal punto che a volte ne ho distolto lo sguardo), quello della ragazzina che da spensierata teen-ager si è trovata catapultata, insieme alla madre, nell’inferno prima di un ghetto e poi di un campo di concentramento nazista, Stutthof, protagonista e spettatrice di tutte quelle orribili storie che conosciamo dai libri, e che non capiremo mai come possa essere successo. Per chi ha avuto la possibilità di visitare un campo, me compresa, frasi come “siamo state destinate ai lavori, a scavare le fosse, a pulire le latrine, a spogliarci nude, a vedere una strana neve che neve non era, bensì le ceneri che venivano dai forni crematori” fanno accapponare la pelle, intanto che scorrono davanti agli occhi le atrocità che stando sul posto si immaginano come incubi a occhi aperti. I tormenti del dolore, della fame e della paura di essere separata dalla madre, eccheggiano nell’aria insieme alle brutali frasi pronunciate dall’ufficiale SS.
Di positivo per fortuna c’è l’epilogo: Trudi Birger venne miracolosamente risparmiata, come anche la madre, e potrà trasferirsi nella “terra promessa”, dove morirà a Gerusalemme nel 2002 all’età di 75 anni.
La rappresentazione era stata presentata in mattinata per le scuole medie. Ci dicono gli attori: I ragazzi sono stati silenziosissimi. Al termine ci hanno fatto un sacco di domande molto specifiche e inerenti al racconto, dunque sono stati molto attenti. E alla fine hanno voluto fare la foto di classe con noi. Ci hanno anche detto che sono andati in libreria a cercare il libro. Erano molto commossi, si sono impersonati con Trudi, che all’epoca dei fatti era giovanissima come loro.
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Far conoscere la storia ai ragazzi con queste rappresentazioni di storie vere, si spera equivalga a seminare voglia di pace, affinché quelle atrocità non possano mai più accadere.
Alla serata era presente per l’Amministrazione l’Assessore al Welfare Pier Luigi Dima, che portando i saluti, ha ricordato che a questi appuntamenti non bisognerebbe mai mancare, per ribadire il no alle fabbriche della morte e perchè il rischio dell’antisemitismo è ancora attuale. Ricordava Francesco Maroni dell’ANPI all’inizio come tutta la tragedia è iniziata..quando i nazisti sostennero che se gli ebrei avessero preso il sopravvento, il pianeta sarebbe stato presto privo di vita, generando così un profondo odio verso di essi, che portò alla “soluzione finale”, l’olocausto che provocò quindici milioni di vittime.
Per non dimenticare, ed evitare che la storia si ripeta in nome di un Dio che di certo non chiede questo, dobbiamo difendere quella libertà e quella democrazia ottenuta a caro prezzo. Convivenza civile, dialogo, rispetto reciproco, tolleranza, cultura, progresso e convivenza dei popoli per contrastare quell’ideologia criminale che vorrebbe far rivivere odio e razzismo.
Redazione RecSando Angela Vitanza – Foto Luigi Sarzi Amadè